Lo spettacolo quotidiano dell'upwelling nello Stretto di Messina

Lo Stretto di Messina è conosciuto in tutto il mondo per essere sede di particolari, quanto complessi, fenomeni idrodinamici, davvero molto singolari e unici. Ecco lo spettacolo quotidiano dell'upwelling.

La lanterna del Montorsoli che segnala ai naviganti l'ingresso nel porto di Messina

Oltre al mito, alle leggende, alle bellezze paesaggistiche e naturalistiche, davvero uniche, lo Stretto di Messina è conosciuto in tutto il mondo per essere sede di particolari, quanto complessi, fenomeni idrodinamici, davvero molto singolari.

Uno di questi è rappresentato proprio dal cosiddetto fenomeno dell’upwelling. Il fenomeno dell’upwelling, all’interno dello Stretto di Messina, si attiva ogni qual volta che le fredde e dense acque del mar Ionio risalgono il bacino fra Reggio e Messina (Scilla e Cariddi), tramite l’ingresso della forte corrente “montante”, che risale da sud verso nord.

Le correnti di marea dello Stretto

L’ingresso della corrente “montante”, lungo lo Stretto, avviene nella fase d’inversione delle maree fra Ionio e Tirreno. Più precisamente, ogni giorno, quando il mar Ionio, nel tratto antistante Capo Taormina, entra in alta marea, mentre contemporaneamente sul Tirreno si attiva un regime bassa mare, questa enorme differenza di maree, fra Ionio e Tirreno, viene prontamente colmata con l’innesco di un impetuoso flusso d’acqua che risale lo Stretto di Messina, da sud a nord, fino al punto di Capo Peloro-Cannitello.

Queste intense correnti sottomarine, provenienti dallo Ionio, durante la risalita dello Stretto, tendono ad urtare su fondali meno profondi, risalendo la famosa “valle di Messina” (un vero e proprio canyon angusto nei fondali più profondi dello Stretto) presente nelle profondità dello Stretto.

L’urto della corrente sugli scoscesi fondali dello Stretto

Le correnti, dopo l’urto sugli scoscesi fondali, tendono ad assumere uno spiccato moto ascendente (flusso d’acqua dal basso verso l’alto), che tende a portare in superficie acque profonde, e per questo molto fredde, ma anche ricche di sostanze nutritive.

Spesso questo fenomeno si può osservare in superficie con la formazione di grandi chiazze di acque particolarmente limpide e lisce, quasi simili a grandi macchie bianche sul mare, che indicano i punti dove la corrente ascendente raggiunge la massima intensità.

Perché le acque dello Stretto sono molto fredde?

A causa dell’upwelling le acque ioniche presenti nello Stretto risultano sensibilmente più fredde di quelle riscontrabili in altri siti del bacino ionico. Per le acque di superficie estive le temperature nello Stretto sono mediamente più basse di -5°C -7°C rispetto ai valori riscontrati nei mari adiacenti. Questo capita soprattutto durante il periodo estivo, quando l’azione dei moti ascensionali dentro lo Stretto spinge in superficie le acque molto fredde dagli abissi dello Ionio.

La grande biodiversità e lo spiaggiamento dei pesci abissali

Questi moti ascensionali delle acque, inoltre, riescono a spingere in superficie anche varie specie di fauna e flora abissale. Difatti, l’upwelling è responsabile anche del fenomeno dello “spiaggiamento”, che consiste nell’accumulo, lungo il litorale, nel tratto da Ganzirri a Capo Peloro, di carcasse di piccoli pesci abissali, che solitamente si possono osservare solo a grandissime profondità (2500-3000 metri), negli abissi dello Ionio.

Fra questi sono numerosi gli spiaggiamenti del pesce vipera e della famosa ascia d’argento. Parliamo di piccoli pesci che solitamente vivono a grandi profondità, anche sotto i 1000 metri. Tale fenomeno è particolarmente frequente nel periodo invernale, quando il moto ondoso diviene più marcato a seguito del persistere dei flussi sciroccali, che agitano le acque dello Stretto di Messina.