Il fenomeno di El Niño ora ha una data di fine nel 2024

Le ultime previsioni di El Niño, fatte dagli scienziati, hanno già una data di scadenza dopo aver spinto le temperature globali di qualche decimo di grado verso l'alto. Cosa può succedere dopo?

Anomalie della temperatura dell'acqua marina del Pacifico con anomalie fredde/calde nei toni del blu/rosso, con il forte segnale di El Niño mostrato nella figura. Climate Reanalyzer.

Il fenomeno di El Niño ha preso vigore negli ultimi mesi. Le temperature superficiali dell'oceano (SST) sono state superiori alla media in tutto l'Oceano Pacifico equatoriale [Fig. 1], aumentando nel Pacifico centrale e centro-orientale durante il mese di novembre.

La crescita delle anomalie SST, tuttavia, è diminuita all'inizio di dicembre, con i valori settimanali più recenti dell'indice El Niño di +1,4°C nel Niño-4, +1,9°C nel Niño-3,4, +2,0°C nel Niño-3 e +1,3°C nel Niño-1+2 [Fig. 2].

Le anomalie della temperatura superficiale su un'area media sono aumentate significativamente durante il mese di novembre [Fig. 3], riflettendo il rafforzamento delle temperature superficiali superiori alla media nel Pacifico centrale e orientale associate all'affondamento dell'onda Kelvin oceanica [Fig. 4].

Le anomalie del vento a basso livello sono state occidentali nel Pacifico centrale e orientale, mentre le anomalie del vento a livello superiore sono state orientali nel Pacifico. La convezione e le precipitazioni sono rimaste accentuate intorno alla linea internazionale del cambiamento di data e soppresse vicino all'Indonesia [Fig. 5].

L'indice di oscillazione australe (SOI) equatoriale e quello basato sulle stazioni sono risultati negativi. Nel complesso, il sistema accoppiato oceano-atmosfera riflette un El Niño in crescita.

Si prevede che El Niño continui per tutto l'inverno dell'emisfero settentrionale, con una transizione a ENSO-neutro nel periodo aprile-giugno 2024 (probabilità del 60%).

Le previsioni più recenti dell'IRI indicano che El Niño continuerà fino all'inverno boreale del 2023-24 [Fig. 6], salvo poi iniziare a indebolirsi successivamente.

In base alle previsioni più recenti, c'è il 54% di possibilità di un El Niño "storicamente forte" (≥ 2,0°C a Niño-3,4) durante la stagione novembre-gennaio. Un evento di questa intensità potrebbe rientrare tra i primi 5 eventi dal 1950.

Quanto dovrebbe durare El Niño?

Sebbene gli eventi di El Niño più forti aumentino la probabilità di anomalie climatiche legate a El Niño, non equivalgono necessariamente a impatti localmente forti (fare riferimento al CPC Seasonal Outlook per le probabilità di temperatura e precipitazione).

In sintesi, si prevede che El Niño continui per tutto l'inverno dell'emisfero settentrionale, con una transizione verso l'ENSO-neutro maggiormente probabile nel periodo aprile-giugno 2024 (con una probabilità del 60%; [Fig. 7]).

Ciò significa che da noi in Italia l’influenza indiretta del fenomeno di El Niño si continuerà a sentire fino alla prossima estate, con lunghi periodi caldi, per le dinamiche già spiegate in questo articolo.

Ci saranno forti ondate di calore?

Tutto merito dei cosiddetti “fiumi troposferici” (cosi chiamati dai meteorologi), ossia flussi di masse d’aria che dalla calda superficie oceanica si espandono lungo l’intera colonna troposferica.

La presenza di forti anomalie termiche positive sulla superficie del Pacifico nord-orientale, con valori di circa +2,5°C +3,0°C rispetto la tradizionale media climatologica, trasferisce alle masse d’aria sovrastanti un ingente quantitativo di calore latente che gradualmente sale fino all’alta troposfera.

I “fiumi troposferici” in ascesa dalle caldissime acque superficiali del Pacifico tropicale orientale, specie dal tratto attorno le Hawaii, contribuiscono a irrobustire e a rendere ancora più possenti i promontori anticiclonici legati alla “Cella di Hadley”.

Giunte ad una certa altezza, quasi al limite con la stratosfera, queste masse d’aria molto calde, ma anche ricche di vapore acqueo, al traverso delle latitudini sub-tropicali, tendono a ridiscendere verso il basso (“Subsidenze atmosferiche”), andando ad alimentare la fascia anticiclonica, nota come “Cella di Hadley”, che solitamente insiste in questa zona.

Quest’ultima, venendo supportata da questo “fiume troposferico” di aria particolarmente calda aspirata dalle calde acque superficiali del Pacifico orientale, molto più calde del normale, tende ad elongarsi lungo i meridiani, solitamente con due rami ascendenti più stretti del normale che si distendono al traverso della West Coast americana e dell’Atlantico orientale (davanti l’Europa occidentale), convogliando su queste aree anche intense onde di calore.