Il trekking più difficile d'Italia è una meraviglia della natura tra alte falesie, mare e silenzio: ecco dove si trova
Tra aspre scogliere e il mare più blu, si trova un sentiero per il trekking che attraversa la fitta macchia mediterranea. È un viaggio da fare accompagnati dal suono del vento tra le foglie e dal rumore dalle onde del mare, ma è riservato agli escursionisti esperti perchè considerato il più difficile d'Italia. Ecco dove trovarlo.

Il sentiero di trekking più difficile d’Italia è anche tra i più belli in assoluto che la penisola possa offrire. I paesaggi che attraversa sono selvaggi e unici, per cui si può proprio dire che compensino di ogni fatica.
Vista la necessità di una buona preparazione fisica, forse questo sentiero non è per tutti, ma rimane in ogni caso un vero e proprio tesoro paesaggistico italiano, tutto da scoprire.
Cosa ci vuole per vivere questa avventura
Per percorrere questo sentiero bisogna innanzitutto essere preparati a circa cinque giorni di totale isolamento che costituiscono probabilmente il maggiore fattore di difficoltà.
Lungo il cammino, infatti, c’è solo la natura selvaggia, certe volte impervia ma mai ostile, però chi vuole intraprendere questa piccola avventura deve avere con sé cibo e acqua e la voglia di dormire sotto le stelle per alcune notti.
Necessariamente ci vuole anche una discreta forza fisica poiché alcuni tratti sono da farsi in arrampicata, per quanto non estremamente difficile, oppure in discesa in corda doppia.
Un buon senso dell’orientamento è altrettanto necessario vista la mancanza quasi totale di indicazioni e una fitta vegetazione che nasconde il passaggio in più punti, ma si può comunque decidere di percorrere questo sentiero in gruppo, con una guida locale.
A picco sul mare, immersi nel blu
Secondo molti degli escursionisti che lo hanno percorso, la bellezza di questo tracciato fatto di rocce e di verde, è tale persino da superare le aspettative, ma ciò non deve stupire dal momento che si trova in una delle regioni notoriamente più affascinanti d'Italia.

Il mare dai colori tropicali, l’azzurro del cielo, le spiagge infinite e quelle atmosfere un po’ selvagge la rendono davvero unica: siamo infatti in Sardegna, per la precisione in provincia di Nuoro.
Qui la natura ha dato il suo meglio lungo un percorso oggi noto come Selvaggio Blu. Il nome è una sintesi perfetta di quello che si può trovare lungo il cammino: paesaggi incontaminati, e il blu del mare e del cielo di questa grande, bellissima isola.
Sulle tracce di un antico passato
Questo sentiero, a differenza di tanti altri sparsi sul suolo italiano, ha una storia abbastanza recente e anche dei "fondatori" ufficiali.
Negli anni '80 Mario Verin, Peppino Cicalò e Pasquale Zucca hanno avuto per primi l’idea di collegare una vecchia rete di sentieri usati nei secoli dai pastori e dai carbonari, poi lasciata alla mercè della macchia mediterranea che li aveva quasi del tutto inghiottiti.
I sentieri attraversano il Supramonte in più direzioni, e ancora oggi non sono molto facili da individuare; il mare sempre in vista oltre a offrire panorami spettacolari, è un indispensabile punto di riferimento per orientarsi.
Cosa vedere lungo il percorso
Il Selvaggio Blu si snoda lungo bellissime falesie a strapiombo sul mare, ma non c’è solo il panorama da ammirare.
Spesso infatti è possibile fare il bagno e lungo il percorso ci sono diversi punti di interesse. Porto Petroso, ad esempio, è uno di questi. Si tratta di un fiordo nelle cui acque blu rinfrescarsi durante l’escursione.
Ci sono poi alcune antiche passerelle di legno costruite dai pastori, e la meravigliosa Cala Goloritzè da vedere. È questo uno dei luoghi più scenografici della Sardegna grazie alle acque verdi del suo mare dove, ancora una volta, è possibile scendere per fare il bagno.
L’ultimo tratto del Selvaggio Blu è quello un po’ più tecnico e quindi difficile o, a seconda dei punti di vista, più divertente, con i tratti in arrampicata e alcune discesa in corda.