Il sito archeologico sul mare che pochi conoscono, eppure è Patrimonio Mondiale da 25 anni
Un parco archeologico tra i meglio conservati della Magna Grecia e scavi non ancora conclusi che possono ancora svelare molti tesori. Tutto questo si trova in un territorio dal grande valore paesaggistico, a un paio di chilometri dal mare: un paradiso da scoprire e da valorizzare

L’Italia del Sud, la Magna Grecia appunto, ha un ricchissimo patrimonio archeologico che qualche volta anche i viaggiatori italiani conoscono poco.
Quando si pensa ai templi greci lungo la costa del Mediterraneo, infatti, con ogni probabilità il primo nome che viene in mente è Pompei, ma nonostante questo sia un sito di capitale importanza, ce ne sono anche altri che meritano attenzione, per di più a breve distanza.
La Campania, infatti, con il suo clima mite, il mare e i tutti i colori della macchia mediterranea, era molto amata dai Greci, che qui hanno lasciato un tale numero di straordinarie testimonianze, che ricordarle tutte non è semplice.
Il sito che stiamo per scoprire, però, è tra i più importanti giunti fino a noi non solo per la sua indubbia bellezza, ma anche per l’ottimo stato di conservazione dei reperti, che aiuta a costruire un racconto quanto mai affascinante dei secoli passati.
Un sito UNESCO circondato dal verde
La storia di questi luoghi inizia nel lontano VII secolo a.C. Duemila e seicento anni fa, quindi, alle porte di quella splendida regione che è il Cilento, tra il verde della vegetazione e il blu del mare, è nata una fiorente città che i greci chiamavano Poseidonia.
In un’area pianeggiante di circa ventisette ettari possiamo ancora oggi ammirare molti magnifici templi e l’agorà costruiti dai coloni di Sibari, ma anche gli edifici realizzati nelle epoche successive dai lucani e dai romani che qui abitarono.
Questo tesoro così vasto e prezioso è diventato patrimonio UNESCO nel 1998. Oggi conosciamo questa città come Paestum, il nome che le diedero gli antichi romani.
Tra templi maestosi e architetture rare
Nella Piana del Sele, a un centinaio di chilometri da Napoli e a meno di cinquanta da Salerno, gli scavi archeologici di Paestum si fanno notare in particolare per l’area detta Santuario Meridionale, con il magnifico tempio dorico di Nettuno, e quello di Hera, più noto come la Basilica, più altri edifici religiosi minori.
Dal lato opposto della città si trova l’agorà, con l’ekklesiasterion, un’arena circolare scavata nel terreno, con gradoni concentrici, che serviva per le assemblee e che è una testimonianza particolarmente importante, vista la rarità di architetture simili.

Tra queste due aree si trovano le più evidenti tracce romane. C’è infatti il foro, tipicamente rettangolare, le terme e l’anfiteatro dove si scontravano i gladiatori.
Non distante dagli edifici pubblici c’è il quartiere residenziale, dove è bello passeggiare sul selciato, tra le tracce delle antiche ville patrizie, anche queste d’epoca romana ma costruite sulle tracce delle abitazioni ancora più antiche, appartenute a Lucani e Greci.
Oltre gli scavi
Se passeggiare tra le imponenti colonne dei templi greci è un’emozione che conosce pochi paragoni, chi visita gli scavi archeologici di Paestum non può perdersi anche una visita al museo archeologico Nazionale, dove si può ripercorrere la storia più recente del sito, a partire dall’età romana, per arrivare a quelle medievale, e terminare poi alla riscoperta di questa antica città nel XVIII secolo, che incantava gli intellettuali del Grand Tour.
Immediatamente fuori dalla città, si trovano le tracce del Santuario di Afrodite-Venere dedicato al culto orientale di Afrodite Urania, dea della vita e della morte. Un luogo di mistero e fascino dove si celebravano riti legati al mondo femminile, e che presto verrà ulteriormente valorizzato con lavori di scavo e restauro.
A circa nove chilometri di distanza, invece, si trova un santuario che segnava la linea di separazione tra la greca Posidonia, e l’etrusca Pontecagnano. Il tempio è dedicato a Hera Argiva e sarebbe stato fondato da Giasone, l’eroe mitologico che guidò la spedizione degli Argonauti.
Velia
Vale la pena sicuramente menzionare anche gli scavi archeologici di un’altra importante città dell’antichità, che i greci chiamavano Elea e i romani Velia, poichè fa parte, insieme a Paestum, di un’unica area tutelata, il Parco Archeologico di Paestum e Velia.
Velia, a circa quaranta chilometri da Paestum, era sicuramente famosa come crocevia di scambi commerciali, ma anche perché qui fondarono la loro scuola due dei maggiori filosofi dell’antichità, Parmenide e Zenone di Elea.
La storia di questa città è molto simile a quella di Paestum, anche Velia infatti è stata prima greca, poi lucana e poi romana e anche qui si possono ammirare templi, mura, il teatro romano e provare l’emozione di camminare sulle stesse strade dove hanno camminato gli antichi filosofi.