400 anni nello spazio: Progetto Chrysalis, la "nave-città" lunga 58 km che porterà gli esseri umani ad Alpha Centauri
Chrysalis è un progetto che sfida l'immaginazione umana: un habitat spaziale di 58 km, progettato per intere generazioni, con l'obiettivo di raggiungere il sistema stellare più vicino.

Per secoli, guardare il cielo è stato un misto di fascinazione e timore. Mentre il nostro pianeta fa i conti con l’inquinamento e con climi estremi, alcuni scienziati esplorano già la possibilità di vivere lontano dalla Terra. Tra questi tentativi emerge un concetto radicale: inviare un’enorme nave con un’intera comunità a bordo verso Alfa Centauri.
In questo scenario entra in gioco Chrysalis, un progetto di “nave città” che rompe tutti gli schemi. Pensata per coprire distanze che nessun essere umano ha mai percorso, non farà mai ritorno sulla Terra: i suoi occupanti nasceranno, vivranno e moriranno viaggiando nello spazio profondo.
Chrysalis: un’odissea di secoli con equipaggio multigenerazionale
Lontano dall’idea di una nave convenzionale con motori giganteschi, Chrysalis propone un habitat autosufficiente lungo 58 chilometri, con capacità per 2.400 persone. L’inedito: la traversata durerà circa 400 anni, per cui più generazioni completeranno il viaggio senza conoscere il suolo terrestre.
Prima di partire, i selezionati trascorreranno decenni isolati in Antartide, per abituarsi alle condizioni più estreme. In seguito la nave verrà costruita nel punto L1 di Lagrange, utilizzando risorse lunari per assemblarla senza interferenze gravitazionali.
Con un corpo cilindrico in rotazione per generare gravità artificiale, la struttura sarà suddivisa in anelli concentrici con aree di coltivazione, abitazioni e moduli tecnici. L’intelligenza artificiale avrà un ruolo centrale nella gestione delle risorse e nel controllo delle nascite, evitando che la popolazione superi la capacità dell’ecosistema chiuso.
Vita in una “nave città” senza gerarchie
Il progetto prevede uno spazio senza autorità verticali, dove la comunità si organizzi in ambienti aperti. I pannelli interni simuleranno paesaggi terrestri per mitigare la sensazione di clausura. “Gli ecosistemi naturali funzioneranno come un sistema a circuito chiuso ecologico, biorigenerativo e di supporto vitale...”, come descritto nel progetto.

Il lavoro agricolo combinerà robot e tecniche sostenibili come policolture o agroforestazione. Ogni generazione vivrà con regole molto chiare: coppie fondatrici tra i 25 e i 28 anni, con la possibilità di avere solo due figli tra i 28 e i 31. In questo modo si garantisce che le risorse non si esauriscano e che la tredicesima generazione sia quella che arrivi ad Alfa Centauri.
Al di fuori degli anelli abitabili sarà collocata la “Cosmos Dome”, una cupola trasparente utilizzata nella fase iniziale della navigazione, che permetterà ai viaggiatori di contemplare lo spazio esterno e rafforzare il senso di scopo comune.
Un’impresa tecnica, umana e psicologica
Al di là dei motori o dei calcoli di traiettoria, i ricercatori sottolineano che la vera difficoltà è immaginare come penseranno i passeggeri dopo secoli di viaggio. Chrysalis sarà tanto un luogo fisico quanto uno spazio cognitivo, dove il senso di identità si ridefinisce lontano dalla Terra.
“L’astronave generazionale Chrysalis deve il suo nome all’affascinante possibilità di disporre di un veicolo in grado di mantenere i suoi abitanti al sicuro e uniti, generazione dopo generazione, fino all’arrivo nel nuovo sistema solare”, spiegano i suoi creatori.
Questo concetto, promosso da un team multidisciplinare europeo, è stato considerato dalla NASA e da varie università come la proposta più coerente e dettagliata per un viaggio interstellare. Sebbene resti teorico, apre la porta a una domanda inevitabile: saremo testimoni della prima migrazione umana verso un altro Sole?