Gli scienziati scoprono un minerale raro su Ryugu: una sfida alle teorie consolidate sulla formazione degli asteroidi
L’analisi dei campioni incontaminati dell’asteroide Ryugu ha portato dei risultati inaspettati in grado di mettere in discussione l’attuale teoria sulla natura degli asteroidi primitivi.

Oltre 25 anni fa, il 10 maggio 1999, l’asteroide near-Earth di tipo apollo denominato 162173 Ryugu è stato scoperto dagli astronomi del progetto LINEAR, un programma di ricerca del MIT in collaborazione con l’USAF (United States Air Force) e la NASA.
Proprio a causa dell’importanza di questi asteroidi il 3 dicembre 2014 l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) ha deciso di inviare una sonda automatica su Ryugu. La sonda Hayabusa 2 ha quindi raggiunto il corpo per effettuare misure e rilevamenti durati circa un anno e mezzo, per poi rientrare sulla Terra il 6 dicembre 2020.
Ci sono voluti 6 anni per completare la missione
Da circa 5 anni quindi i ricercatori della JAXA, e alcuni altri gruppi di ricerca internazionali accuratamente selezionati, stanno analizzando i campioni riportati sulla Terra e proprio di recente è stata fatta una scoperta inaspettata.
Infatti un team di ricerca dell’Università di Hiroshima ha scoperto in un granulo di Ryugu la presenza del minerale djerfisherite, un solfuro di ferro-nickel contenente potassio.
La presenza di questo minerale è stata del tutto inaspettata in quanto la djerfisherite non si forma nelle condizioni alle quali si ritiene che Ryugu sia stato esposto durante la sua vita.
Ryugu è infatti un asteroide di tipo C, un tipo di meteorite ricco di carbonio, con una composizione simile a quella del Sole e della nebulosa solare primitiva.

L’autore principale di questo studio, il professore associato alla Graduate School of Advanced Science and Engineering dell’Univeristà di Hiroshima, Masaaki Miyahara, ha affermato:
La scoperta di questo minerale nel granulo di Ryugu suggerisce che materiali con storie di formazione molto diverse possano essersi mescolati precocemente nell’evoluzione del sistema solare, oppure che l’asteroide abbia vissuto condizioni chimicamente eterogenee localizzate finora sconosciute.
Mettendo in discussione la composizione di Ryugu si mette però in discussione l’origine degli asteroidi primitivi.
Ryugu in realtà fa parte di un corpo progenitore più grande, formatosi tra 1,8 e 2,9 milioni di anni dopo l’inizio della formazione del sistema solare. La teoria più accreditata ritiene che il corpo progenitore abbia avuto origine nella regione esterna del sistema solare, dove acqua e anidride carbonica esistevano in forma di ghiaccio.
Come spiegare la presenza di questo minerale?
Tuttavia il calore generato dal decadimento di elementi radioattivi all’interno del corpo progenitore avrebbe sciolto il ghiaccio in circa 3 milioni di anni, raggiungendo temperature comunque inferiori ai 50 °C.
Questo tipo di corpo, formatosi all’esterno del sistema solare, non dovrebbe contenere djerfisherite, presente invece nei corpi formati nelle regioni interne. La djerfisherite si forma dal gas ad alta temperatura, oltre i 350 °C, valori ben diversi da quelli del corpo progenitore di Ryugu.
Al momento per giustificare questa scoperta gli scienziati hanno proposto due ipotesi: che il minerale sia arrivato da un’altra fonte durante la formazione del corpo progenitore di Ryugu, oppure che si sia formato internamente quando la temperatura dell’asteroide ha superato i 350 °C.
Al momento le evidenze preliminari sembrano indicare come ipotesi più plausibile la seconda, quella della formazione interna, ma ovviamente bisognerà effettuare ulteriori studi per comprendere appieno l’origine di questo asteroide.
Riferimenti allo studio
Djerfisherite in a Ryugu grain: A clue to localized heterogeneous conditions or material mixing in the early solar system. Masaaki Miyahara, Takaaki Noguchi, Akira Yamaguchi, Toru Nakahashi, Yuto Takaki, Toru Matsumoto, Naotaka Tomioka, Akira Miyake, Yohei Igami, Yusuke Seto. https://doi.org/10.1111/maps.14370