L'enorme buco nero della Vergine si è risvegliato: Ansky rilascia raffiche di energia che sorprenderanno gli astronomi
Nel cuore di una galassia nella costellazione della Vergine è presente un buco nero supermassiccio che si è risvegliato e sta emettendo intensi lampi di raggi X a intervalli regolari.

Siamo ormai consapevoli del fatto che la maggior parte delle galassie, compresa la nostra, ospitano al proprio centro un buco nero supermassiccio. Non rappresenta quindi una notizia il fatto che anche la galassia SDSS1335+0728 ne abbia uno, che però sta iniziando a comportarsi in maniera particolare.
Innanzitutto diamo qualche riferimento astronomico. Questa galassia si trova nella costellazione della Vergine, una delle 12 costellazioni dello zodiaco, nonché una delle più grandi di tutto il cielo. La costellazione si trova a cavallo dell’equatore celeste e la galassia di nostro interesse è lontana ben 300 milioni di anni luce dalla Terra.
Un buco nero fino a poco fa dormiente
In passato questa galassia poteva sembrare poco interessante (se mai esistano galassie poco interessanti), ma di recente ha iniziato a farsi notare sempre più.
Nel 2019 infatti ha improvvisamente iniziato a brillare con una luminosità tale da attirare l’attenzione di diversi telescopi. Non solo, nel febbraio dello scorso anno alcuni astronomi cileni hanno iniziato a notare delle regolari esplosioni di raggi X provenienti dalla galassia.
Ovviamente da allora astronomi e ricercatori hanno monitorato e analizzato a fondo il comportamento di questa galassia e del suo buco nero supermassiccio e di recente è stato pubblicato uno studio a riguardo sulla rivista Nature Astronomy.
Secondo gli studiosi che hanno portato avanti questo lavoro il particolare comportamento che hanno osservato non è altro che il segno che il buco nero dormiente di questa galassia si è come risvegliato dopo un lungo letargo.

Infatti i buchi neri possono anche attraversare dei periodi, più o meno lunghi, di inattività, durante i quali non attraggono materia. Possono poi “riattivarsi” e questo è proprio quello che è successo nella regione al centro della galassia SDSS1335+0728 che ora è stata classificata come “nucleo galattico attivo” ed è stata soprannominata Ansky.
Le brevi raffiche di raggi X di Ansky sono chiamate “eruzioni quasi periodiche” (QPE) e al momento non è ancora certo a cosa siano dovute.
La teoria attuale ipotizza che siano collegate ai dischi di accrescimento che si formano dopo che i buchi neri inghiottono delle stelle, ma non ci sono segni effettivi che Ansky abbia recentemente fagocitato una stella.
Inoltre queste esplosioni di raggi X hanno caratteristiche molto peculiari, durano infatti 10 volte più a lungo rispetto a quelle di una tipica QPE e sono anche 10 volte più luminose. Ciò significa che ognuna di queste eruzioni rilascia un’energia cento volte superiore rispetto alle QPE osservate in precedenza.
Delle emissioni uniche nel loro genere
Anche gli intervalli tra un lampo e un altro sono più lunghi rispetto a quelli tipici e durano 4,5 giorni. Tutte queste differenze rispetto alla norma hanno portato i ricercatori a mettere in discussione le idee attuali su come vengano generate queste emissioni di raggi X.
Visto che secondo gli astronomi di recente Ansky non ha inghiottito nessuna stella una ipotesi per giustificare questi strani bagliori è che il buco nero possa emettere lampi di raggi X quando un piccolo oggetto celeste, come una stella, gli passa vicino.
Ovviamente il mistero dietro allo strano comportamento di Ansky è tutt’altro che svelato, gli scienziati avranno bisogno di ulteriori dati e quindi di altre osservazioni per riuscire a capire effettivamente cosa stia succedendo nella costellazione della Vergine.
Riferimenti allo studio:
Hernández-García, L., Chakraborty, J., Sánchez-Sáez, P. et al. Discovery of extreme quasi-periodic eruptions in a newly accreting massive black hole. Nat Astron (2025). https://doi.org/10.1038/s41550-025-02523-9