Cresce il timore in America per la diffusione della malattia del "cervo zombie"

Sappiamo solo che si tratta di una particolare patologia neurologica degenerativa che colpisce i cervidi e che ha destato l'interesse dei media in questi giorni in seguito alla scoperta di malattia in 800 cervi e alci nel solo Stato del Wyoming.

La malattia del cervo zombie è causata, come quella della mucca pazza, da un prione, ossia una molecola proteica mutata che è in grado di infettare le altre proteine, trasformandole a sua immagine.

Negli Stati Uniti cresce la paura per la diffusione della malattia del “cervo zombie”, che sta colpendo diversi animali. Su questa malattia, al momento, si sa davvero molto poco. Sappiamo solo che si tratta di una particolare patologia neurologica degenerativa che colpisce i cervidi e che ha destato l'interesse dei media in questi giorni in seguito alla scoperta di malattia in 800 cervi e alci nel solo Stato del Wyoming.

La paura del CDC, l'agenzia americana che si occupa di controllo e prevenzione delle malattie, è che possa allargarsi a macchia d'olio nell'ecosistema, e compiere anche il tanto temuto spillover o salto di specie ad altri mammiferi, uomo incluso.

Dove si è originata questa malattia?

La malattia del cervo zombie è causata, come quella della mucca pazza, da un prione, ossia una molecola proteica mutata che è in grado di infettare le altre proteine, trasformandole a sua immagine. Quando un cervo si ammala, la sua morte è certa, non esistono né cure né vaccini.

Gli animali affetti da questa patologia hanno dei sintomi particolari, come il movimento lento, l’invecchiamento precoce, sguardo fisso e vitreo. La patologia rende i cervidi sbavanti, letargici ed emaciati, provocando uno sguardo vuoto per il quale è appunto conosciuta con il nome di malattia del cervo zombie.

Cervo, zombie.
Gli scienziati temono che la malattia del cervo zombie, oltre a fare una strage di cervidi a Yellowstone, possa anche produrre il tanto temuto salto di specie, per cui la malattia "passa" ad altri animali finora immuni.

Negli ultimi mesi, sempre più cacciatori hanno notato esemplari di varie specie di cervo che mostravano questi sintomi, e sempre più spesso trovano i cadaveri degli animali malati.

L'aspetto più frustrante per chi si occupa di questa patologia è che la recente esplosione era in qualche modo prevedibile: è da anni che la malattia del deperimento cronico si diffonde negli Stati Uniti, senza che le autorità locali facciano nulla per fermarla, ed era inevitabile che prima o poi arrivasse anche in un'area densamente popolata.

Ma è davvero possibile una trasmissione all’uomo?

Gli scienziati temono che la malattia del cervo zombie, oltre a fare una strage di cervidi a Yellowstone, possa anche produrre il tanto temuto salto di specie, per cui la malattia "passa" ad altri animali finora immuni.

Era successo con l'encefalopatia spongiforme, che era arrivata a trasmettersi anche alle persone, e potrebbe succedere anche con la malattia dei cervi zombi, che potrebbe passare ad altri mammiferi, al bestiame o addirittura a noi umani.

Gli animali affetti da questa patologia hanno dei sintomi particolari, come il movimento lento, l’invecchiamento precoce, sguardo fisso e vitreo.

Non è detto che ciò possa accadere, però un rischio che bisogna tenere in considerazione, e che dovrebbe invitarci a cominciare a prendere un po' più sul serio quella che si sta rivelando un'emergenza.

La malattia presente pure in Europa

Anche in Europa la malattia è nota e presente. Nel 2016 è stata diagnosticata per la prima volta in Europa in una renna norvegese e da allora i casi di “cervo zombie” sono stati identificati anche in renne, alci e cervi in Norvegia, Svezia e Finlandia.

Segno che in questi Paesi nordici questa malattia ha cominciato a diffondersi, mietendo le prime vittime fra questi animali. Molti studi sono ancora in corso per avere maggiori informazioni su questa malattia.

Per il momento non esistono casi documentati di trasmissione. Le misure di sorveglianza, controllo e prevenzione messe in atto a livello Europeo sono davvero molto efficaci per tutelare la salute umana.