In Sicilia prorogata l'emergenza siccità, ecco le zone dell'Isola che si dovranno preparare a un'estate con poca acqua

A causa dell'irregolarità delle piogge dello scorso inverno ci sono sono delle aree della Sicilia che si troveranno ad affrontare un'altra estate con l'acqua razionata.

Siccità, Sicilia.
Malgrado queste precipitazioni, alcune zone della Sicilia occidentale, in particolare il Trapanese, l’entroterra palermitano e alcune porzioni dell’Agrigentino e del Nisseno, rimangono a rischio siccità.

Come avevamo spiegato un mese fa, in questo articolo, malgrado l’arrivo delle piogge lo scorso inverno, in Sicilia ci sono delle aree dove persiste tuttora l’emergenza siccità.

A causa del persistere dell’emergenza su alcune aree dell’Isola la giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, ha dichiarato un nuovo stato di crisi ed emergenza regionale a causa della siccità per il settore agricolo e zootecnico (il precedente era scaduto il 31 dicembre 2024), che avrà la durata di un anno.

Per l’attuazione degli interventi urgenti in favore degli agricoltori e degli allevatori siciliani, il presidente Renato Schifani ha nominato commissario il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Fulvio Bellomo.

Una decisione resa necessaria dall’andamento meteorologico dei primi mesi del 2025 che non ha prodotto un superamento soddisfacente delle condizioni di siccità culminate nella grave crisi che ha interessato tutto il settore nei due anni precedenti.

Le aree che hanno beneficiato delle piogge abbondanti

Le piogge abbondanti e i fenomeni temporaleschi che hanno interessato soprattutto il Siracusano, Catanese e Messinese, hanno favorito un aumento di portato delle varie falde e sorgenti, portandole in qualche caso ai livelli pre-siccità.

Siccità.
Nel Trapanese i bacini artificiali come il Lago Rubino e la diga Garcia mostrano livelli preoccupanti, mentre nell’entroterra palermitano e nell’Agrigentino i pozzi artesiani registrano una diminuzione della portata.

Tuttavia, malgrado queste precipitazioni, alcune zone della Sicilia occidentale, in particolare il Trapanese, l’entroterra palermitano e alcune porzioni dell’Agrigentino e del Nisseno, rimangono a rischio siccità.

Questo paradosso apparente merita un’analisi approfondita per comprendere le dinamiche che regolano il ciclo dell’acqua e le minacce che incombono su queste regioni.

Le zone occidentali ancora in emergenza

Le precipitazioni registrate di recente, concentrate prevalentemente nella Sicilia orientale, hanno permesso di rimpinguare parzialmente fiumi, invasi e falde acquifere in province come Catania, Siracusa e Messina.

La distribuzione irregolare delle piogge è una caratteristica tipica del clima mediterraneo siciliano, accentuata negli ultimi anni dai cambiamenti climatici, che rendono la distribuzione delle piogge sempre più irregolare.

Le aree occidentali, invece, hanno ricevuto quantitativi d’acqua inferiori, insufficienti a colmare il deficit idrico accumulato nei mesi precedenti. Nel Trapanese i bacini artificiali come il Lago Rubino e la diga Garcia mostrano livelli preoccupanti, mentre nell’entroterra palermitano e nell’Agrigentino i pozzi artesiani registrano una diminuzione della portata.

Siccità ed effetti del cambiamento climatico nell’Isola

La siccità non è semplicemente l’assenza di pioggia, ma si tratta di un fenomeno insidioso, influenzato da molteplici fattori che vanno oltre le precipitazioni.

Uno degli elementi chiave è rappresentato dalle alte temperature, che in Sicilia, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, possono raggiungere picchi significativi. E con il cambiamento climatico l’aumento delle temperature medie mensili sta amplificando i tassi di evaporazione dei corpi idrici.

Siccità in Sicilia.
Per trovare delle soluzioni di lungo periodo è importante realizzare un approccio integrato che tenga conto delle specificità territoriali e climatiche dell’isola.

Queste condizioni climatiche accelerano il processo di evaporazione, riducendo rapidamente la quantità d’acqua disponibile nel suolo e nei corpi idrici superficiali.

Anche quando le piogge arrivano, l’acqua non sempre riesce a penetrare in profondità nelle falde acquifere, evaporando prima di poter ricaricare le riserve sotterranee.

Questo effetto è particolarmente evidente nelle aree occidentali, dove i terreni argillosi e le caratteristiche geologiche limitano l’infiltrazione dell’acqua. Inoltre, l’aumento della domanda idrica per l’agricoltura, pilastro dell’economia locale, e per uso domestico mette ulteriore pressione sulle risorse già scarse, aggravando il problema.

Strategie di lungo periodo per ridurre le conseguenze della siccità

Per trovare delle soluzioni di lungo periodo è importante realizzare un approccio integrato che tenga conto delle specificità territoriali e climatiche dell’isola.

Tra le possibili soluzioni si deve puntare molto sul miglioramento delle infrastrutture idriche per ridurre le perdite nella rete di distribuzione, la promozione di tecniche agricole a basso consumo idrico e una gestione più oculata delle risorse esistenti.

Inoltre, monitorare l’impatto delle temperature sull’evaporazione e investire nella riforestazione potrebbero aiutare a mitigare gli effetti della siccità a lungo termine, riuscendo a ridurre gli impatti, sempre più disastrosi, dei lunghi cicli siccitosi.