Nuovo studio: il Sistema Solare viaggia nello Spazio a 1200 km/s, il triplo della velocità finora stimata
Un nuovo studio, usando grandi mappe del cielo in onde radio, ha trovato uno squilibrio nel numero di galassie viste “davanti” e “dietro”, rispetto alla direzione del moto, molto più forte del previsto, stimando una velocità vicina ai 1.200 km/s.

Il nuovo studio, guidato da Lukas Böhme, usa un’idea diversa: invece di misurare la temperatura del fondo cosmico (il residuo di radiazione del Big Bang) come riferimento, conta le galassie che emettono in onde radio nelle varie direzioni del cielo. Se ci muoviamo, ci si aspetta di contare un po’ più di galassie “davanti” (nella direzione di marcia) e un po’ meno “dietro”, da dove proveniamo.
Gli autori hanno combinato grandi mappe del cielo in radio (come NVSS, RACS e LOFAR) e, soprattutto, hanno “pulito” i dati. Molte galassie radio, infatti, non sono un puntino singolo, ma sono formate da diverse parti (nucleo, getti, lobi) e contarli “male” potrebbe falsare la statistica.
Che cosa esce dai nuovi calcoli, in parole semplici?
Se la nostra velocità fosse circa 370 km/s, lo squilibrio “davanti/dietro” dovrebbe essere piccolo. Nei dati, invece, lo squilibrio risulta quasi quattro volte più grande del previsto.

Di conseguenza la velocità che torna dai nuovi calcoli è intorno a 1.200 km/s. Gli autori sottolineano anche che il segnale supera la soglia statistica delle 5 sigma: in pratica, è molto improbabile che si tratti solo un risultato casuale dei risultati.
Perché è interessante (e delicato)?
Se il risultato verrà confermato, vorrebbe dire che, su scale enormi, la distribuzione delle galassie non è perfettamente uniforme (almeno per le popolazioni sondate in radio), oppure che un pezzo del nostro quadro teorico sull’Universo va aggiornato: per esempio il legame tra la misura “classica” del CMB (Cosmic Microwave Background), la radiazione cosmica di fondo, e quella basata sul conteggio delle galassie, o il modo in cui le galassie radio evolvono nel tempo.
Perché serve prudenza?
Anche in passato alcune grandi mappe radio avevano trovato uno squilibrio più grande dell’atteso. Si è discusso a lungo se la colpa fosse di eventuali effetti strumentali o di come erano stati costruiti i cataloghi (unire i “pezzi” di una stessa galassia, copertura del cielo nell’Emisfero Sud, calibrazioni dei flussi, ecc.). Il nuovo lavoro affronta meglio questi problemi e trova nuovamente un eccesso, ma con una statistica più robusta. Tuttavia il verdetto definitivo arriverà solo con conferme indipendenti.

Che cosa succederà adesso?
Nei prossimi anni avremo mappe del cielo più ampie e precise: il radiotelescopio SKA “Square Kilometre Array” , un enorme radiotelescopio formato da decine di migliaia di antenne sparse nei due continenti), e le grandi survey ottiche/IR, con mappe più estese, forniranno molti più dati e calibrazioni migliori.
Con questo materiale capiremo se lo squilibrio resterà (segno che l’Universo, su larghissime scale, è un po’ più “irregolare” di quanto non pensassimo) oppure se si ridimensionerà (segno che stavamo sovrastimando l’effetto per limiti tecnici nel conteggio delle galassie radio).