Forte maltempo al sud a nove anni dall'alluvione di Messina

Forte maltempo previsto per oggi nelle regioni del sud Italia, specie sul versante ionico. Proprio in questi giorni intanto, ricorre il nono anniversario della catastrofe di Messina.

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Forte maltempo al sud previsto per il 3 ottobre: possibili forti temporali

Ottobre è iniziato all'insegna del maltempo su buona parte dell'Italia, con precipitazioni intense e temporali su molte regioni. Oggi il maltempo si concentra sul sud Italia, dove sono attesi temporali anche forti per la presenza di un'area di bassa pressione sul Mediterraneo centrale. La Protezione Civile, d'intesa con le regioni coinvolte, ha diramato per la giornata del 3 ottobre una allerta arancione in Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Si tratta di un'allerta di grado elevato, per la possibilità che persistano precipitazione localmente anche molto abbondanti, quindi con accumuli pluviometrici dell'ordine di diverse decine di millimetri in poche ore. Le precipitazioni potranno essere accompagnate da forte vento e frequente attività elettrica.

Un paese con elevato rischio idrogeologico

Importante in queste occasioni ricordare ancora una volta l'elevato rischio idrogeologico presente sul nostro territorio. L'elevata cementificazione e la conformazione del territorio fanno sì che molte aree del nostro paese siano esposte al pericolo di inondazioni, alluvioni lampo, frane.

Proprio mentre il sud si prepara a questa nuova ondata di maltempo, che segue di pochi giorni l'allerta per il passaggio al largo delle coste ioniche del ciclone mediterraneo (Medicane), si compie in questi giorni il nono anniversario della grande alluvione del 2009 nella provincia di Messina.

1°ottobre 2009: l'alluvione di Messina

Fra l'1 ed il 2 ottobre del 2009, a seguito di piogge molto intense con centinaia di mm caduti al suolo, una piccola area della Sicilia nord-orientale immediatamente a sud di Messina veniva devastata da frane ed inondazioni. Si verificarono colate rapide di fango che invasero parte dei centri abitati e causarono il crollo di diversi edifici. Il risultato fu un disastro di enormi proporzioni: 37 morti, quasi cento feriti, 6 dispersi e gravi danni nei centri di Scaletta Marina, nel comune di Scaletta Zanclea, Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore e Pezzolo.

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I binari e la stazione ferroviaria di Giampilieri (Messina) invasi dal fango (Wikimedia Commons)

Ancora una volta il disastro avveniva in un'area dove era già noto l'elevato rischio idrogeologico, per via della natura montuosa del territorio e per la presenza di abitazioni fin dentro gli alvei dei corsi d'acqua, e comunque in zone dove le inondazioni e le frane si verificano con una certa frequenza. Dopo il disastro di Sarno e Quindici, dopo la strage di Soverato, si dovevano nuovamente piangere i morti dell'ennesima strage nel fango. Evitabile con un piano di messa in sicurezza del territorio coraggioso, con la mappatura geologica al dettaglio del territorio, e con molte altre misure strutturali e non, che però non hanno mai trovato l'adeguata attenzione dei diversi governi.