Giornata internazionale della Donna: 4 donne in azione per salvare il pianeta

Le loro importanti azioni sono la prova che per combattere il cambiamento climatico e il crescente degrado ambientale è fondamentale contare sull'altra metà dell'umanità. La sostenibilità sulla Terra richiede una prospettiva femminile.

Riconoscere la leadership delle donne e la loro piena inclusione nei processi decisionali in materia ambientale sono passi fondamentali per garantire un futuro più equilibrato e rispettoso della natura. E non c'è occasione migliore dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna, per ricordarlo.

Perché minacce così rilevanti e urgenti come il cambiamento climatico o il degrado ambientale non possono essere affrontate efficacemente senza la partecipazione dell'altra metà dell'umanità.

4 donne che lottano per il nostro pianeta

Di fronte a queste sfide globali, le donne alla guida di importanti iniziative svolgono un ruolo fondamentale nei cambiamenti di cui il mondo ha bisogno per proteggere e preservare l'ambiente. Le quattro donne che mettiamo in risalto in questa occasione sono ottimi esempi di come la prospettiva femminile sia essenziale nella lotta per la sostenibilità del pianeta.

Emily Penn: lotta incessante contro l'inquinamento da plastica

Emily Penn (Galles, 37 anni) è un'attivista ed esploratrice britannica che ha dedicato la sua vita alla lotta contro l'inquinamento da plastica negli oceani. Laureata in Architettura presso l'Università di Cambridge, nel 2010 è diventata co-fondatrice dell'iniziativa eXXpedition insieme a Lucy Gilliam, dottoressa in Microbiologia Molecolare. Attraverso questo progetto, guida spedizioni scientifiche composte esclusivamente da donne per studiare l'impatto delle microplastiche sugli ecosistemi marini.

Emily Penn in un'immagine d'archivio dal suo sito web www.emilypenn.com

Il lavoro di Penn e del suo team è fondamentale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla presenza di rifiuti di plastica negli oceani e promuovere soluzioni sia a livello governativo che individuale.

Il suo approccio pratico ed educativo ha ispirato molte persone a ridurre l'uso della plastica e a riconsiderare le proprie esigenze di consumatori e la gestione dei rifiuti che generano.

Ad esempio, nel 2014 ha effettuato test su 35 sostanze chimiche tossiche vietate dalle Nazioni Unite. Ne trovò 29 nel sangue. Nel 2021, i suoi successi le sono valsi la British Empire Medal per i servizi resi alla conservazione. E nel 2022, Penn è stata nominata una delle "Donne che cambiano il mondo" dalla rivista People per il suo lavoro in difesa degli oceani.

Isatou Ceesay: il riciclo come motore di cambiamento e di empowerment femminile

L'imprenditrice e attivista Isatou Ceesay (Gambia, 53), proveniente da una famiglia di rifugiati provenienti dal Mali, è un esempio vivente di come il riciclaggio possa trasformare le comunità.

Isatou Ceesay (al centro) riceve il premio dell'Alleanza Internazionale per le Donne (TIAW). Foto: Women's Initiative - Gambia (WI)/Facebook

Conosciuta come la “Regina del riciclaggio”, Ceesay ha fondato il Gambia Women’s Recycling Movement nel 1997, attraverso il quale ha promosso il riutilizzo della plastica per creare prodotti sostenibili. La sua iniziativa non solo contribuisce a ridurre l'inquinamento, ma dà anche potere alle donne locali offrendo loro opportunità economiche.

Un esempio che ha fatto da modello in Africa e in altre parti del mondo, per dimostrare, tra l'altro, che la tutela dell'ambiente può andare di pari passo con lo sviluppo sociale ed economico.

Come riconoscimento del suo lavoro, nel 2012 Isatou Ceesay ha ricevuto il premio Women's International Alliance for Women (TIAW), un ente benefico mondiale dedicato all'emancipazione economica e al progresso delle donne in tutto il mondo.

Josefina Castellví: pioniera dell'esplorazione scientifica in Antartide

L'oceanografa e biologa Josefina Castellví (Spagna, 89 anni), pioniera nella ricerca sugli ecosistemi polari, è un'altra donna che, con la sua tenacia e il suo impegno, sta contribuendo a cambiare il mondo.

Josefina Castelleví, pioniera spagnola nello studio dell'Antartide. Foto: CSIC.

È stata la prima donna a dirigere una base scientifica in Antartide, un territorio chiave per lo studio dei cambiamenti climatici. Il suo lavoro è stato fondamentale per comprendere gli effetti del riscaldamento globale ai poli e le sue terribili conseguenze per il pianeta.

Grazie alla sua ricerca e alla sua perseveranza in un campo tradizionalmente dominato dagli uomini, Castellví ha agito come una vera pioniera, aprendo strade ed eliminando barriere per molte altre donne nei campi della scienza e dell'esplorazione.

La sua carriera gli è valsa numerosi riconoscimenti, tra cui la Gran Croce dell'Ordine Civile di Alfonso X e la Croce di San Giorgio della Generalitat di Catalogna.

Alicia Cahuiya: una vita dedicata alla difesa dell'Amazzonia

Nel cuore della foresta amazzonica, nella riserva dello Yasuní, l'indigena Alicia Cahuiya (Ecuador, 50 anni) guida un movimento in difesa del territorio ancestrale del popolo Waorani.

Alicia Cahuiya compare davanti alla Commissione interamericana per i diritti umani in Ecuador. Foto: Daniel Cima.

Questa coraggiosa donna è stata una figura indispensabile nella lotta contro lo sfruttamento petrolifero in Amazzonia. La sua voce è servita a spiegare che la distruzione della foresta mette a repentaglio non solo la sua comunità, ma l'equilibrio ambientale dell'intero pianeta.

Cahuiya, che ha partecipato a forum internazionali in cui si denunciavano gli impatti della deforestazione e dell'estrattivismo, ha svolto un ruolo essenziale nel sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle comunità indigene nella conservazione degli ecosistemi naturali. Per il suo lavoro, nel 2023 è stata inserita nella lista delle 100 donne più influenti dell'anno stilata dalla BBC.