Il grande blackout che lasciò al buio l'Italia: a Roma spense la Notte Bianca, ecco cosa accadde

Nel settembre del 2003 un grande blackout iniziato di notte lasciò al buio l'Italia, fino alla mattina dopo. A Roma, centinaia di migliaia di persone rimasero bloccate durante la notte bianca, che si teneva per la prima volta.

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Nel 2003, un impressionante blackout lasciò al buio l'Italia per molte ore.

Il 28 settembre del 2003, alle 3.30 di notte, si verificava in Italia il più grande black-out del sistema elettrico della sua storia, un evento a cui è subito corsa la memoria degli italiani nella giornata di ieri, 28 aprile, quando si è verificata la sospensione dell'elettricità in Spagna e Portogallo.

Una impressionante sospensione dell’energia elettrica che coinvolse tutto il paese fatta eccezione della Sardegna, e che durò fino alla mattina dopo.

I trasporti ferroviari si bloccarono, si bloccarono le metropolitane ed i tram, si spensero i semafori ed i lampioni. Anche gli ospedali rimasero al buio, ma per fortuna i gruppi elettrogeni di emergenza entrarono in funzione scongiurando conseguenze drammatiche per i pazienti collegati alle macchine.

59 milioni di italiani vennero interessati dal blackout, che ebbe un impatto meno grave solo perché il 28 settembre era domenica, ed interessò l'Italia quindi nella notte tra sabato e domenica. Il black-out lasciò l’intera penisola italiana al buio, da Nord a Sud, e la notizia fece il giro del mondo.

Fecero il giro del mondo le foto di Roma con i suoi monumenti al buio, dalla cupola di San Pietro al Colosseo.

Le conseguenze del maxi-blackout a Roma, dove era in corso la notte bianca

A Roma il black-out ebbe conseguenze particolarmente impressionanti perché proprio quella notte si teneva la prima notte bianca della città, sulla scia di quella organizzata l’anno prima a Parigi.

Quando il sistema elettrico saltò, alle 3 e mezzo della notte, nelle vie della città – era peraltro un sabato sera – si trovavano ancora centinaia di migliaia di persone. Molti negozi erano aperti, così come i musei e le metropolitane, e migliaia di persone rimasero intrappolate nei tunnel della metro, obbligate a salire in superficie a piedi e con l’uso di torce.

L’altro aspetto emergenziale fu quello degli ascensori bloccati e dei treni rimasti fermi là dove si trovavano. Circa trentamila passeggeri rimasero per ore bloccati sui treni.

Alla stazione Termini venne allestita una tendopoli della Protezione Civile.

Il Presidente della Repubblica di allora, Carlo Azeglio Ciampi, che la mattina del 28 settembre presenziò a Napoli alle commemorazioni delle Quattro Giornate in una Sala dei Baroni illuminata da un gruppo elettrogeno disse: “mi ricorda la Napoli del dopoguerra, ove trascorsi i primi giorni del giugno 1944”.

La corrente tornò gradualmente nella giornata del 28 settembre: dapprima il Nord, poi il Centro (a Roma la corrente iniziò a tornare intorno alle 13) ed infine il Sud, dove venne riallacciata in serata.

La caduta di un albero sulle linee dell'alta tensione

Il maxi black-out venne scatenato dalla caduta di un albero finito su un traliccio della linea svizzera ad altissima tensione Lavorgo-Mettlen, alle 3.01 di mattina.

Quella caduta creò un effetto domino, che si riflesse rapidamente su tutta la rete italiana. In quel momento l’Italia stava importando dall’estero il 25% del carico totale.

Il black-out del 2003 mise in evidenza le fragilità del sistema elettrico italiano, troppo dipendente dall’estero, in un paese dove il consumo di energia era cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, anche a seguito della grande ondata di calore dell'estate 2003.