PLATO, il futuro cacciatore di esopianeti, riunisce a Catania la comunità astronomica internazionale

Si sta svolgendo a Catania il congresso internazionale ESP2024 finalizzato a fare il punto sulla scienza che potrà essere realizzata grazie alla missione spaziale PLATO dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.

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Congresso ESP2024 presso l'aula magna del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università degli Studi di Catania. Credit: Gaetano Scandariato

Dal 14 al 16 Maggio si sta svolgendo a Catania l'importante congresso internazionale ESP2024 presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università degli Studi di Catania. La comunità astronomica internazionale parla di PLATO, una missione spaziale di classe M finanziata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

PLATO il cacciatore di esopianeti

PLATO, che sta per PLanetary Transits and Oscillations, è un telescopio spaziale ottimizzato per la ricerca di pianeti rocciosi nella fascia di abitabilità. Si tratta della terza missione di classe M in seno al programma ESA cosmic vision.

Utilizzando il metodo dei transiti per la ricerca di esopianeti, questo satellite composto da una batteria di ben 26 camere, realizzerà un monitoraggio ininterrotto di oltre 250.000 stelle. Per i primi due anni della missione il telescopio punterà verso l’emisfero meridionale galattico e nei due successivi verso quello settentrionale.

Lo scopo scientifico primario della missione è rivelare la presenza di esopianeti, caratterizzandone proprietà quali massa, raggio, densità. Altro obiettivo è caratterizzare le proprietà delle stelle che li ospitano, specialmente l’età.

Il focus della missione sono i pianeti rocciosi - sia pianeti gemelli della Terra sia SuperTerre - all’interno della fascia di abitabilità attorno a stelle simili al Sole.

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Rappresentazione artistica del telescopio PLATO. Credit: ESA/ATG medialab

Combinando due approcci all’avanguardia: i transiti planetari e lo studio della struttura interna delle stelle mediante la sismologia stellare in combinazione con un programma di osservazione dedicato da Terra, PLATO fornirà parametri planetari accurati (compresa l'età) per un ampio campione di esopianeti consentendo di affrontare una varietà di questioni scientifiche: occorrenza dei pianeti, tendenze nella composizione, evoluzione dinamica, percorsi evolutivi favoriti, …”

Il lancio del satellite è previsto per la fine del 2026. Esso verrà posizionato nel punto lagrangiano L2, una posizione gravitazionalmente stabile, usata per altri satelliti come il telescopio spaziale James Webb, che permette al telescopio di ruotare attorno al Sole mantenendo la stessa posizione relativamente alla Terra.

Il meeting ESP2024

Lo scopo del congresso ESP2024 (Exoplanets Science Preparation) è passare in rassegna lo stato attuale dell'arte nel campo della scienza esoplanetaria ed esaminare la gamma di questioni scientifiche per cui i dati PLATO potrebbero rivelarsi utili.

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Lavori in corso al congresso ESP2024 sulla missione spaziale PLATO. Credit: Sergio Messina

I lavori del congresso sono stati aperti dal saluto del Professore Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania, del professore Stefano Romano, direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia che ospita il Congresso, del presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Roberto Ragazzoni e della direttrice della sede INAF di Catania dottoressa Isabella Pagano.

Al meeting stanno partecipando in presenza 150 scienziati da oltre 15 Nazioni più circa 100 scienziati che seguono da remoto i lavori del congresso.

Sicuramente considerevole il contributo italiano alla ricerca di esopianeti. Alla missione PLATO l’Italia sta contribuendo sia da un punto di vista scientifico, oggetto del congresso in corso, (circa 125 ricercatori prevalentemente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica INAF) sia tecnologico (altre 50 unità circa).

Ma il contributo italiano è presente anche in altre missioni di ricerca e caratterizzazione di esopianeti come la missione CHEOPS (circa 30 ricercatori) o la missione ARIEL.

Rilevante è poi l'attività svolta dal team italiano GAPS (acronimo di Global Architecture of Planetary System). GAPS è un progetto italiano nato nel 2011 cui partecipano circa 100 ricercatori.