La NOAA dichiara che nel Pacifico sono presenti le condizioni di La Niña: ecco cosa aspettarsi
La NOAA ha ufficialmente dichiarato le condizioni de La Niña questo giovedì 9. Meteored avverte che �� necessario prestare attenzione nel segnalare queste informazioni.

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti ha emesso nella mattina di giovedì 9 un avviso La Niña, una comunicazione ufficiale che indica che le condizioni tipiche del fenomeno La Niña sono presenti nel Pacifico tropicale e si prevede che persistano nei prossimi mesi.
Tuttavia, parte della comunità scientifica non concorda sul fatto che tali condizioni siano effettivamente presenti o che dureranno per il periodo necessario a caratterizzare il fenomeno. Di seguito, vediamo cosa dice il bollettino della NOAA, i criteri utilizzati per identificarlo e perché è necessario mantenere cautela prima di diffondere questa informazione.
Cosa dice l’avviso La Niña della NOAA?
L’avviso emesso oggi, giovedì 9, dal Climate Prediction Center della NOAA dichiara ufficialmente lo stato di La Niña. Secondo il testo:
Esistono condizioni di La Niña e si prevede che persistano tra dicembre 2025 e febbraio 2026, con una probabile transizione verso la neutralità tra gennaio e marzo 2026.
La NOAA indica che le anomalie negative della temperatura superficiale del mare (TSM) si sono estese nel Pacifico centrale e orientale, e che l’indice Niño-3.4 ha raggiunto -0,5 °C la scorsa settimana.

Il rapporto menziona anche anomalie negative sotto la superficie fino a 200 metri, venti orientali più forti e una convezione intensificata sull’Indonesia, segnali tipici della fase fredda dell’ENSO. Tuttavia, la stessa NOAA sottolinea che il fenomeno attuale dovrebbe restare debole, con effetti limitati sul clima globale.
Come dichiara la NOAA un evento di La Niña?
I criteri del CPC-NOAA per identificare un evento di La Niña includono:
- La temperatura superficiale del mare nella regione Niño-3.4 deve essere almeno 0,5 °C più fredda della media climatologica;
- L’anomalia della temperatura superficiale del mare (TSM) di -0,5 °C o inferiore deve persistere o essere prevista per più periodi consecutivi sovrapposti di tre mesi (ad esempio ottobre-novembre-dicembre, novembre-dicembre-gennaio, dicembre-gennaio-febbraio);
- Si deve osservare un rafforzamento dei venti alisei da est nel Pacifico tropicale.
Inoltre, è necessario che esista un accoppiamento tra oceano e atmosfera, cioè una risposta coerente dei modelli di vento e pioggia al raffreddamento del Pacifico.
Tuttavia, il sistema di allerta La Niña ed El Niño si basa non solo sull’analisi di dati di temperatura e pressione e sull’interazione tra oceano e atmosfera, ma anche sulla modellizzazione e previsione climatica, il che introduce una notevole incertezza. Il diagramma seguente riassume il processo utilizzato dal CPC-NOAA.

Se la risposta è sì, si passa alla valutazione dell’atmosfera, dove è necessario verificare se vi siano indizi di un rafforzamento della circolazione di Walker (come la soppressione delle piogge nel Pacifico centrale e un aumento delle precipitazioni sull’Indonesia), per caratterizzare La Niña.
Un annuncio anticipato? Serve cautela...
Nonostante l’avviso ufficiale, gli esperti di Meteored ritengono che la situazione attuale nel Pacifico equatoriale non rifletta ancora un vero fenomeno di La Niña.
I punti chiave per considerare l’avviso della NOAA come prematuro sono:
- Le anomalie di TSM inferiori a -0,5 °C sono molto recenti e non persistono nemmeno da quattro settimane consecutive;
- La media delle previsioni (“ensemble”) dei modelli dinamici indica anomalie deboli, vicine alla soglia di -0,5 °C, con un ritorno alla neutralità a partire da dicembre;
- I modelli statistici quasi non raggiungono la soglia richiesta;
- È la prima volta da marzo che uno degli “ensemble” raggiunge i valori soglia di La Niña; tra marzo e agosto, sia i modelli dinamici che quelli statistici avevano mantenuto le previsioni nella neutralità, riflettendo l’incertezza del pronostico.

Nel gennaio 2025 la NOAA aveva dichiarato la formazione dell’ultimo evento di La Niña, ma aveva poi fatto marcia indietro ad aprile per la mancanza di persistenza del raffreddamento.
Anche se la situazione attuale è diversa da quella dell’anno scorso — con il Dipolo dell’Oceano Indiano che favorisce il raffreddamento delle acque nella regione ENSO — una valutazione critica delle condizioni osservate nel Pacifico e dell’evoluzione delle previsioni dei modelli mostra che è ancora troppo presto per confermare la presenza di La Niña.
Meteored ritiene che avverrà un raffreddamento del Pacifico, che potrebbe anche avere una risposta atmosferica e influenzare il clima del Sud America durante l’estate, ma sarà una condizione di raffreddamento entro la neutralità, senza persistenza per cinque mesi.
Riferimento della notizia
EL NIÑO/SOUTHERN OSCILLATION (ENSO) DIAGNOSTIC DISCUSSION, pubblicato il 9 ottobre 2025.