Crescono in Italia gli avvistamenti del "fantasma dorato": questo misterioso animale sta colonizzando i boschi del Nord

Il moltiplicarsi degli avvistamenti di questo misterioso animale nei boschi e nelle montagne del Nord Italia indica che qualcosa sta cambiando nei nostri ecosistemi.

Esemplare di sciacallo dorato.
In Italia, lo sciacallo dorato è considerato una specie nuova. Storicamente assente dal territorio italiano fino agli anni '80, è arrivato naturalmente dai Balcani attraverso il Friuli-Venezia Giulia, sfruttando corridoi ecologici come il Carso triestino e le Alpi orientali.

Lo sciacallo dorato, nome scientifico Canis aureus, noto anche come sciacallo europeo, è un canide affascinante e misterioso. Originario delle steppe e delle savane dall'Europa sud-orientale all'Asia, questo animale sta colonizzando lentamente il Vecchio Continente, espandendosi pure in Italia.

Nonostante la sua crescente presenza, rimane un animale estremamente raro nel nostro Paese, con popolazioni limitate e avvistamenti sporadici. Ma negli ultimi mesi questi avvistamenti stanno crescendo di frequenza, con segnalazioni in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, e più di recente anche nelle Marche, a Sella S. Abbondio, e in Romagna, vicino a Cesena.

A proposito dello sciacallo dorato?

Lo sciacallo dorato è un predatore versatile, lungo circa 70-85 cm e con un peso tra i 6 e i 15 kg. Il suo pelo è corto e dorato, con orecchie grandi e una coda folta che lo distinguono da altri canidi.

È onnivoro: si nutre principalmente di piccoli mammiferi (come roditori e lepri), uccelli, anfibi, rettili, carogne e persino frutta e rifiuti umani, rendendolo altamente adattabile a ambienti vari, dalle pianure ai boschi collinari.

Notturno e schivo, vive in coppie o piccoli gruppi familiari e può percorrere decine di chilometri in cerca di cibo. In Europa, la sottospecie “Canis aureus moreoticus” è quella più comune, e la sua espansione è legata a cambiamenti climatici e habitat più favorevoli, come l'aumento di aree naturali.

Perché è raro in Italia?

In Italia, lo sciacallo dorato è considerato una specie nuova. Storicamente assente dal territorio italiano fino agli anni '80, è arrivato naturalmente dai Balcani attraverso il Friuli-Venezia Giulia, sfruttando corridoi ecologici come il Carso triestino e le Alpi orientali.

Prima del 1984, non esistevano registri affidabili, e per decenni è stato visto solo come un "vagabondo" occasionale, con avvistamenti isolati e nessuna riproduzione stabile.

Negli ultimi anni, causa anche il cambiamento climatico, e l'abbondanza di prede (cinghiali, roditori), questo animale si è diffuso pure sulle montagne italiane, colonizzando aree delle Alpi orientali e dell’Appennino.

Negli ultimi anni (2023-2025), gli avvistamenti si sono intensificati, confermando un'espansione naturale. In Trentino, dove la specie è arrivata intorno al 2009, i monitoraggi hanno rilevato un aumento esponenziale, con ben 4 nuclei riproduttivi confermati nel 2024.

Sciacallo dorato.
Notturno e schivo, vive in coppie o piccoli gruppi familiari e può percorrere decine di chilometri in cerca di cibo. In Europa, la sottospecie “Canis aureus moreoticus” è quella più comune, e la sua espansione è legata a cambiamenti climatici e habitat più favorevoli, come l'aumento di aree naturali.

Sull'Appennino, fra Romagna e Toscana, invece, gli avvistamenti sono più pionieristici, legati a individui giovani che esplorano nuovi territori, in vista di futuri insediamenti.

Questo animale in futuro farà parte della ricca fauna italiana?

Questi avvistamenti indicano che lo sciacallo sta trovando habitat adatti in zone boschive e umide, ma la sua densità rimane bassa (meno di 1 individuo per 100 km²). Il suo arrivo arricchisce la biodiversità, ergendo un freno all’incontrollata crescita di roditori in molte aree boschive del nostro territorio nazionale.

Progetti come il "Golden Jackal Project" in Austria e i monitoraggi trentini aiutano a tracciare la sua espansione, promuovendo coesistenza.

La sua rarità lo rende un tesoro da proteggere, e gli avvistamenti recenti tra Trentino e Appennino ci invitano a osservare con stupore questo "fantasma dorato" che cammina silenziosamente tra i nostri boschi. Per segnalazioni, contattate i centri faunistici locali, chissà, il prossimo potrebbe essere vicino a voi.