Il Sole anche di notte grazie a specchi satellitari: l'incredibile e criticato progetto di una startup americana
Il Sole anche di notte! Non è una promessa da campagna elettorale ma un progetto già in fase avanzata da parte di una startup americana.

Intercettare la luce del Sole con una costellazione di specchi a bordo di satelliti e rifletterla giù sulla Terra per avere luce solare disponibile anche lì dove è notte. Questo è il progetto (fanta)scientifico già avviato da una startup americana.
Di notte, quando il Sole si nasconde dietro l’orizzonte per cui i suoi raggi luminosi non ci raggiungono, è possibile veder brillare in cielo i satelliti artificiali. Questi brillano non di luce propria (non possiedono né lampadine né fari) ma poiché alla loro altitudine vengono illuminati direttamente dal Sole e ne riflettono la luce.
In cosa consiste questo progetto
La luce riflessa da un satellite dipende dalla forma del satellite, dalle sue dimensioni, dalla posizione rispetto alla Terra e al Sole ed è generalmente così poca che noi vediamo solo un puntino brillante. Però, se il satellite venisse sostituito con uno specchio grande ed opportunamente inclinato da riflettere la luce verso Terra, e più precisamente verso lì dove è notte, sarebbe come un vero faro (tipo l’occhio di bue che si usa nei teatri) puntato che potrebbe illuminare a giorno anche una superficie di chilometri quadrati.
Quello appena descritto non è fantascienza ma il progetto di una startp americana, la Reflect Orbital, un progetto per cui è già stata presentata domanda di licenza governativa alla Federal Communications Commission. L'azienda si è già aggiudicata un contratto per 1.25 milioni di dollari.
Un'idea non recente, del secolo scorso
L’idea alla base del progetto è tutt’altro che recente. Risale agli anni '20 del secolo scorso da parte del fisico tedesco Hermann Oberth. Fu lui a mettere a punto un sistema per portare in orbita uno specchio da usarsi per far convergere la luce solare, ad esempio, in aree fredde della Terra o per sostituire l'illuminazione artificiale.

Una variante del progetto, presa in considerazione durante la seconda guerra mondiale, fu chiamata “Sun gun” (letteralmente Pistola solare). In analogia agli specchi ustori di Archimede, si lavorò alla possibilità di usare questi specchi orbitanti per "arrostire" zone circoscritte della superficie terrestre.
Quali i prossimi passi
Sulla base dei programmi della startup americana, nell’aprile del 2026 verrà lanciato il primo satellite dimostrativo, chiamato Earendil-1. Una volta in orbita, questo satellite dispiegherà uno specchio di circa 18 metri quadrati, il quale rifletterà la luce solare giù verso Terra.
Se tutto dovesse andare secondo previsione, al primo satellite dimostrativo seguiranno centinaia di altri satelliti che, dispiegando ciascuno il proprio specchio, forniranno luce solare lì dove è buio.
Non si tratta di un’idea stravagante. Infatti, la Reflect Orbital ha già ricevuto oltre 250.000 richieste per questo servizio.
La luce a richiesta servirà ad alimentare i pannelli fotoelettrici che al momento funzionano solo di giorno e che invece potrebbero produrre energia elettrica 24 ore su 24, o fornire luce per migliorare certe colture agricole o per l’illuminazione urbana,..
Effetti collaterali...per l'astronomia
Questa notizia ha fatto sobbalzare non poche persone, ad iniziare proprio dagli astronomi.
Questi dovranno fronteggiare le conseguenze della miriade di satelliti artificiali per le telecomunicazioni della costellazione Starlink della SpaceX, o il Kuiper System di Amazon, che a partire dai prossimi anni produrranno con il loro moto orbitale strisce luminose a rovinare le immagini astronomiche. A ciò ora si aggiunge anche l’inquinamento luminoso, non solo quello terrestre ma anche quello proveniente stavolta direttamente dal cielo.
L'azienda rassicura che scopo della missione dimostrativa del prossimo aprile sarà anche quella di operare i necessari aggiustamenti per ridurre l’impatto non desiderato di questi specchi volanti e che comunque a regime il sistema dovrebbe riflettere la luce su aree non più grandi di 5 km quadrati e per periodi limitati di tempo.
Staremo a vedere!