L'albero più grande del pianeta è anche uno degli organismi viventi più antichi della Terra
Ecco un indizio: la specie occupa un'area equivalente a 60 campi da calcio ed è sopravvissuta all'era glaciale. Un nuovo studio genetico conferma anche che detiene il record di sopravvivenza.

Per decenni, un peculiare bosco di pioppi nel Fishlake National Forest, nel centro-sud dello Utah, ha attirato l’attenzione dei ricercatori. Riconosciuto per la prima volta negli anni ’70 come un esemplare unico e gigantesco, la storia di Pando (che in latino significa "mi estendo") è stata studiata da allora con l’obiettivo di determinarne l’età, la sua composizione genetica e le minacce che deve affrontare.
Diversi studi hanno stimato che la sua esistenza risalirebbe a circa novemila anni fa, o dodicimila al massimo. Prima di quel periodo, sarebbe stato improbabile che sopravvivesse alle temperature estremamente basse della regione, allora ricoperta dai ghiacciai.
La sua discendenza è di per sé sorprendente, ma ciò che colpisce davvero è la sua scala e complessità.
Conosciuto popolarmente come una foresta, questo esemplare è in realtà un unico pioppo tremulo (Populus tremuloides) con circa 47.000 fusti interconnessi da un sistema radicale comune. Si estende per 43 ettari, nella foresta di Fishlake, occupando una superficie equivalente a quasi 60 campi da calcio.
Pando è tecnicamente un albero triploide, il che significa che le sue cellule contengono tre copie di ciascun cromosoma, invece di due. Per questo la specie non può riprodursi sessualmente né mescolare il proprio DNA con quello di altri alberi. Invece, crea cloni di sé stessa.
Sequenziando 500 campioni di DNA, i ricercatori del Georgia Institute of Technology di Atlanta e dell’Università dello Utah hanno anche potuto tracciare schemi di variazione genetica in tutto l’albero, ottenendo indizi preziosi su come si sia adattato ed evoluto durante la sua vita.
Sebbene il processo di clonazione produca discendenti geneticamente identici, la specie può accumulare mutazioni genetiche man mano che le sue cellule si dividono. Queste variazioni offrono informazioni su come la pianta sia evoluta a partire dalla sua prima piantina.
Quattromila mutazioni genetiche in una specie che si clona da sé
Per analizzare questi cambiamenti, i ricercatori hanno raccolto campioni di radici, corteccia, foglie e rami dell’intero clone Pando e anche di altri pioppi non imparentati, a scopo comparativo.
Estraendo il DNA dai campioni, sono riusciti a sequenziare e analizzare una sottosezione specifica del genoma. Dopo aver eliminato le varianti provenienti da altre specie, gli scienziati hanno isolato quasi quattromila mutazioni genetiche sorte nel corso di millenni di clonazione ripetuta del pioppo.
Oltre allo studio genetico, l’età dell’esemplare è stata determinata anche tramite sedimenti raccolti nel lago, dove sono state trovate tracce del suo polline risalenti a oltre 60.000 anni fa.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, è importante anche per comprendere i processi evolutivi e adattativi negli organismi clonali longevi, in particolare come le piante possano evolvere per preservare l’integrità genetica dei loro tessuti embrionali.
Pando non è unico, e sebbene sia più piccolo, esistono altre colonie di questa specie non solo nello Utah, ma anche in Colorado e Alberta, in Canada. Tuttavia è nel Fishlake National Forest che questo esemplare raggiunge il suo massimo splendore.
Il peso di Pando in termini di balene ed elefanti è…
Non si sa se esista un altro essere vivente più pesante di Pando, almeno sulla superficie terrestre. Con 6.000 tonnellate, è tre volte più pesante del più grande albero del pianeta, la sequoia gigante della California conosciuta come General Sherman. In effetti, il pioppo tremulo ha una massa approssimativamente equivalente a 35 balene blu o 1.000 elefanti.
Non sorprende che sia una vera celebrità. È apparso su un francobollo nel 2006 e, otto anni dopo, è stato riconosciuto come l’albero ufficiale dello Stato dello Utah. La sua capacità di rigenerarsi, sostituendo ogni tronco morto con un nuovo germoglio, gli ha permesso di sopravvivere praticamente intatto fino ad oggi. Tuttavia, negli ultimi decenni è diventato sempre più minacciato.
Le sue piantine sono state divorate da bestiame e cervi, impedendone lo sviluppo. Il sovrapascolo e la scomparsa dei predatori come lupi, orsi e puma hanno alterato l’ecosistema, mettendo a rischio questa specie estremamente rara.
Sono dunque urgentemente necessarie misure di protezione per garantire che Pando possa continuare a vivere per molte altre generazioni come l’albero più grande del mondo e uno degli organismi viventi più antichi mai esistiti.
Riferimenti della notizia
M. Pineau, Karen E. Mock, Jesse Morris, Vachel Kraklow, Andrea Brunelle, Aurore Pageot, William C. Ratcliff, Zachariah Gompert. Mosaic of somatic mutations in one of Earth’s largest organisms, Pando. bioRxiv - The preprint server for Biology