La Terra si "apre": gli scienziati registrano per la prima volta la rottura di una placca tettonica sotto l'oceano
Per la prima volta gli scienziati hanno registrato la rottura di una placca tettonica sotto l'oceano al largo della costa del Canada, rivelando come si frammentano le zone di subduzione.

Per la prima volta nella storia, gli scienziati sono riusciti a registrare la frammentazione di una placca tettonica sotto il fondale oceanico. Il fenomeno è stato osservato al largo della costa dell’isola di Vancouver, in Canada, nella regione di Cascadia, dove le placche di Juan de Fuca ed Explorer si stanno separando sotto la placca nordamericana.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, offre una visione senza precedenti dell’inizio della fine di una zona di subduzione: un’area in cui una placca scivola sotto un’altra, generando vulcani e terremoti.
“Questa è la prima volta che abbiamo un’immagine chiara di una zona di subduzione al limite dell’estinzione”, ha affermato il geologo Brandon Shuck, della Louisiana State University (Stati Uniti), autore principale dello studio. Il team ha utilizzato una tecnologia all’avanguardia per mappare il processo e identificare le faglie profonde che rivelano la frattura in corso.
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Per documentare il fenomeno, i ricercatori hanno inviato onde sonore dalla nave Marcus G. Langseth verso il fondale marino. Gli echi sono stati catturati da un cavo di ascolto sottomarino lungo 15 chilometri, rivelando la complessa struttura sotto il fondo oceanico.
L’“ecografia” della Terra rivela faglie e crepe
Il metodo utilizzato, noto come riflessione sismica, funziona in modo simile a un’ecografia: le onde sonore penetrano nel sottosuolo e ritornano in superficie, permettendo di creare un’immagine dettagliata degli strati interni della crosta terrestre. Le immagini ottenute hanno mostrato faglie e crepe lunghe decine di chilometri, prova che la frammentazione delle placche è iniziata circa 4 milioni di anni fa.

Secondo gli esperti, questa osservazione conferma che la zona di subduzione di Cascadia sta vivendo un processo di frattura progressiva. Con ogni distacco, la superficie terrestre si rimodella. I nuovi margini creano aperture attraverso cui il mantello caldo può risalire, alimentando l’attività vulcanica.
“È una frattura progressiva, un episodio alla volta”, ha spiegato Shuck. “Questo coincide perfettamente con ciò che osserviamo nel registro geologico, dove le rocce vulcaniche mostrano età differenti che riflettono questo processo graduale”.
Impatto e rischi per il futuro
I ricercatori stanno studiando se i terremoti possano aggravare queste fratture o se le nuove faglie scoperte influenzino la propagazione delle rotture sismiche. Sebbene la scoperta non modifichi in modo significativo il rischio attuale per la regione di Cascadia, gli scienziati ritengono che una migliore comprensione di queste strutture aiuterà a perfezionare i modelli di previsione di terremoti e tsunami.
La regione di Cascadia rimane una delle più vulnerabili del pianeta a grandi terremoti e onde giganti. Secondo i ricercatori, comprendere in dettaglio come si stanno separando queste placche è fondamentale per capire la futura dinamica della Terra e anticipare gli effetti di queste forze colossali.
Riferimento della notizia
Brandon Shuck et al., Slab tearing and segmented subduction termination driven by transform tectonics. Sci. Adv. 11, eady8347 (2025). DOI: 10.1126/sciadv.ady8347