Gli Stati Uniti ritardano il loro ritorno sulla Luna fino al 2028 e rallentano il programma Artemis
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che la priorità per il suo paese in ambito spaziale è quella di rimandare il prima possibili gli astronauti americani sulla Luna.

Probabilmente a seguito degli screzi tra Elon Musk, fondatore della compagnia aerospaziale SpaceX, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il programma spaziale degli USA ha subito qualche modifica.
Infatti fino a non troppo tempo fa gli Stati Uniti erano fortemente intenzionati ad essere la prima nazione ad inviare esseri umani sul vicino Marte, ora invece qualcosa è cambiato e il loro obiettivo principale è diventato la Luna.
Proprio di recente infatti Trump ha ufficialmente dichiarato di voler rimandare gli astronauti della NASA sulla Luna il prima possibile, mettendo ovviamente in secondo piano eventuali missioni marziane che quindi verranno posticipate a data da definirsi.
Trump parla chiaro: fondamentale tornare sulla Luna
Ma il presidente americano non si è limitato a questo, ha infatti affermato che il ritorno dei suoi astronauti sulla Luna, che avverrà nell’ambito del programma Artemis della NASA, è previsto entro il 2028.
Più precisamente sarà la missione Artemis 3 a suggellare il ritorno dell’uomo sulla Luna, la quale attualmente è prevista per la metà del 2027 ma il calendario è già stato ripetutamente rinviato, infatti inizialmente il lancio era stato programmato nel corso del 2025, anno ormai concluso.
Sembrerebbe che i continui rinvii della missione siano dovuti a ritardi nello sviluppo del lander lunare, al momento ancora non terminato, il che rende ancora più incerta l’effettiva data di lancio della missione.

Il programma della missione è quello di effettuare un allunaggio con equipaggio nella regione polare meridionale del nostro satellite. Due astronauti quindi permarranno sulla superficie lunare per circa una settimana, mentre altri due membri dell’equipaggio rimarranno a bordo della navicella.
La missione sarà la prima a portare una donna sul nostro satellite e i due astronauti che scenderanno in superficie svolgeranno fino a quattro passeggiate.
Oltre a questo ovviamente verranno svolti ulteriori studi sulla Luna tramite una serie di osservazioni scientifiche e il campionamento del ghiaccio d’acqua.
Insomma la missione ha degli obiettivi precisi e decisamente importanti e in questo modo gli Stati Uniti affermerebbero la loro leadership nello spazio, getterebbero le basi per lo sviluppo economico lunare, e preparerebbero in maniera meticolosa il successivo viaggio verso Marte.
Infine, sempre secondo le dichiarazioni del presidente Trump, nell’immediato futuro, ovvero nei prossimi anni, l’agenzia spaziale statunitense (ossia la NASA) spera di installare sul nostro satellite gli elementi iniziali di un avamposto lunare permanente entro il 2030.
In programma la creazione di un avamposto lunare
Tra questi elementi c’è anche il dispiegamento di reattori nucleari sia sulla superficie della Luna che in orbita.
Queste dichiarazioni mettono ovviamente una gran pressione sia sulla NASA che sul settore spaziale privato che deve quindi riuscire a rispettare le tempistiche attualmente in programma.
Se qualcuno di voi si stesse chiedendo il motivo di questa “fretta”, sappiate che obiettivi simili, ovvero di inviare un equipaggio sulla Luna e stabilirvi una base entro il 2030, sono stati proclamati anche da un’altra grande potenza: la Cina.
Per Trump sembrerebbe quindi prioritario al momento affermare a gran voce la superiorità americana in ambito spaziale.