Il telescopio del Papa: la storia dell’incredibile osservatorio astronomico vaticano che fa scienza da 400 anni
La Santa Sede, per forte volontà dei Papi, gestisce da oltre 4 secoli un proprio osservatorio astronomico. È un’importante realtà internazionalmente riconosciuta che armonizza con i suoi astronomi, laici e religiosi, fede e scienza.

Tra i più antichi osservatori astronomici dell’età moderna, con oltre 4 secoli di storia, ve n’è uno che si distingue da tutti gli altri in quanto è ed è stato l’Osservatorio della Chiesa cattolica. E’ il Vatican Observatory, anche noto come Specola vaticana.
La storia dell’Osservatorio vaticano
Inizialmente con sede all’interno della città del Vaticano, tra il Collegio Romano e la Torre dei Venti, fu formalmente istituito nel 1891 da papa Leone XIII per farne un centro di moderno di ricerca scientifica. Per il crescente inquinamento luminoso della città di Roma, negli anni ‘30 fu spostato su disposizione del papa Pio XI nel Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo, nell’area dei Castelli Romani.
Questa istituzione era stata voluta agli inizi da papa Gregorio XIII per permettere a Gesuiti astronomi e matematici gli studi necessari alla riforma del calendario. Nel 1582, infatti, si abbandonò il calendario Giuliano, il calendario introdotto da Giulio Cesare e risalente al 45 a.C, per passare al calendario gregoriano, che è quello attualmente in uso.
L’attività scientifica legata all’Osservatorio fu affidata ai Gesuiti. Tra questi ricordiamo uno dei direttori del Collegio, padre Angelo Secchi che per primo introdusse la classificazione delle stelle basate sulle caratteristiche dello spettro elettromagnetico, classificazione ancora oggi in uso, o menzioniamo la partecipazione al grande progetto fotografico della Carte du Ciel.
A distanza di oltre 4 secoli, l’attività della Specola vaticana continua ad avere ampio riconoscimento internazionale.
In essa lavorano studiosi sia laici che religiosi.
La sede in Arizona
Come per altri osservatori astronomici in Europa, anche la Specola vaticana ha fondato una sede osservativa fuori continente, il "Vatican Observatory Research Group" (VORG), esattamente in Arizona scelto per i cieli ancora meno soggetti all’inquinamento luminoso.

Nel 1993 la Specola, in collaborazione con l'Osservatorio Steward, ha portato a termine la costruzione del Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata (VATT), collocandolo sul Monte Graham (Arizona).
Negli ultimi 10 anni, sono quasi 600 gli articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali in cui compaiono autori affiliati alla Specola vaticana. In questi articoli vengono presentati i risultati di attività che rappresentano significativi contributi alla ricerca.
I campi di ricerca spaziano dalla cosmologia (modelli inflattivi, teoria del multiverso, gravità quantistica) alla planetologia (asteroidi, oggetti trans-nettuniani, esopianeti), dall’astronomia stellare (classificazione fotometrica, pulsar, stelle binarie) a quella galattica (formazione stellare nelle galassie ellittiche), studiando anche meteoriti e polveri interstellari, spesso in collaborazione internazionale e utilizzando il suo telescopio VATT in Arizona.
Fede e scienza
Sebbene ci siano pagine molto buie nella storia della Chiesa (si pensi all'Inquisizione e alla condanna di Galilei), questa ha sempre avuto un particolare interesse per la Scienza. Fu papa Leone XIII che per contrastare le persistenti accuse fatte alla Chiesa di essere contraria al progresso scientifico, nel documento Motu proprio "Ut Mysticam" del 1891, scrisse “sia a tutti chiaro che la Chiesa e i suoi Pastori non si oppongono alla vera e solida scienza, sia umana sia divina, ma che l’abbracciano, l’incoraggiano e la promuovono con tutto l’impegno possibile”.
Sono proprio tanti i religiosi, secolari o regolari che nella storia si sono distinti per il loro contributo alle scienze e a quelle astronomiche in particolare.
Non è un caso che la teoria del Big Bang sia stata proposta per la prima volta da Georges Lemaître, sacerdote e cosmologo belga. L’Osservatorio Vaticano ha sempre sostenuto una visione in cui scienza e fede non sono in conflitto, ma operano su piani diversi.
La scienza descrive il “come” dell’universo; la fede, per chi la professa, si interroga sul “perché”. In questa prospettiva, studiare il cosmo diventa un atto di meraviglia, non una minaccia.