Il telescopio del Papa: la storia dell’incredibile osservatorio astronomico vaticano che fa scienza da 400 anni

La Santa Sede, per forte volontà dei Papi, gestisce da oltre 4 secoli un proprio osservatorio astronomico. È un’importante realtà internazionalmente riconosciuta che armonizza con i suoi astronomi, laici e religiosi, fede e scienza.

Papa Leone XIV
Papa Leone XIV osserva attraverso il telescopio principale dell'Osservatorio Vaticano a Castel Gandolfo, in Italia, insieme al padre gesuita e astronomo statunitense David A. Brown. Credit: CNS photo/Vatican Media

Tra i più antichi osservatori astronomici dell’età moderna, con oltre 4 secoli di storia, ve n’è uno che si distingue da tutti gli altri in quanto è ed è stato l’Osservatorio della Chiesa cattolica. E’ il Vatican Observatory, anche noto come Specola vaticana.

La storia dell’Osservatorio vaticano

Inizialmente con sede all’interno della città del Vaticano, tra il Collegio Romano e la Torre dei Venti, fu formalmente istituito nel 1891 da papa Leone XIII per farne un centro di moderno di ricerca scientifica. Per il crescente inquinamento luminoso della città di Roma, negli anni ‘30 fu spostato su disposizione del papa Pio XI nel Palazzo Apostolico a Castel Gandolfo, nell’area dei Castelli Romani.

Questa istituzione era stata voluta agli inizi da papa Gregorio XIII per permettere a Gesuiti astronomi e matematici gli studi necessari alla riforma del calendario. Nel 1582, infatti, si abbandonò il calendario Giuliano, il calendario introdotto da Giulio Cesare e risalente al 45 a.C, per passare al calendario gregoriano, che è quello attualmente in uso.

L’attività scientifica legata all’Osservatorio fu affidata ai Gesuiti. Tra questi ricordiamo uno dei direttori del Collegio, padre Angelo Secchi che per primo introdusse la classificazione delle stelle basate sulle caratteristiche dello spettro elettromagnetico, classificazione ancora oggi in uso, o menzioniamo la partecipazione al grande progetto fotografico della Carte du Ciel.

Il progetto della Carte du Ciel fu iniziato nel 1887 dal direttore dell'osservatorio di Parigi che realizzò potenziali nuove tecnologie di fotografia che rivoluzionarono il processo di realizzazione delle carte celesti. Egli ideò un progetto che avrebbe occupato 22.000 lastre fotografiche dell'intero cielo, ognuna di dimensioni 2°×2°, e stilò una lista di osservatori nel mondo, ad ognuno dei quali assegnò una sezione separata del cielo su cui lavorare. Alla Specola vaticana fu affidata la zona di cielo tra le declinazioni da +550 a +640 (unico altro Osservatorio italiano coinvolto fu quello di Catania cui fu affidata la mappatura dalle declinazioni +470 a + 540).

A distanza di oltre 4 secoli, l’attività della Specola vaticana continua ad avere ampio riconoscimento internazionale.

In essa lavorano studiosi sia laici che religiosi.

La sede in Arizona

Come per altri osservatori astronomici in Europa, anche la Specola vaticana ha fondato una sede osservativa fuori continente, il "Vatican Observatory Research Group" (VORG), esattamente in Arizona scelto per i cieli ancora meno soggetti all’inquinamento luminoso.

VATT
Il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT), in Arizona. Crediti: Vatican Observatory

Nel 1993 la Specola, in collaborazione con l'Osservatorio Steward, ha portato a termine la costruzione del Telescopio Vaticano a Tecnologia Avanzata (VATT), collocandolo sul Monte Graham (Arizona).

Il VATT è un telescopio con specchio primario da 1.83 m utilizzato per imaging e fotometria.

Negli ultimi 10 anni, sono quasi 600 gli articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali in cui compaiono autori affiliati alla Specola vaticana. In questi articoli vengono presentati i risultati di attività che rappresentano significativi contributi alla ricerca.

I campi di ricerca spaziano dalla cosmologia (modelli inflattivi, teoria del multiverso, gravità quantistica) alla planetologia (asteroidi, oggetti trans-nettuniani, esopianeti), dall’astronomia stellare (classificazione fotometrica, pulsar, stelle binarie) a quella galattica (formazione stellare nelle galassie ellittiche), studiando anche meteoriti e polveri interstellari, spesso in collaborazione internazionale e utilizzando il suo telescopio VATT in Arizona.

Fede e scienza

Sebbene ci siano pagine molto buie nella storia della Chiesa (si pensi all'Inquisizione e alla condanna di Galilei), questa ha sempre avuto un particolare interesse per la Scienza. Fu papa Leone XIII che per contrastare le persistenti accuse fatte alla Chiesa di essere contraria al progresso scientifico, nel documento Motu proprio "Ut Mysticam" del 1891, scrisse “sia a tutti chiaro che la Chiesa e i suoi Pastori non si oppongono alla vera e solida scienza, sia umana sia divina, ma che l’abbracciano, l’incoraggiano e la promuovono con tutto l’impegno possibile”.

Sono proprio tanti i religiosi, secolari o regolari che nella storia si sono distinti per il loro contributo alle scienze e a quelle astronomiche in particolare.

Non è un caso che la teoria del Big Bang sia stata proposta per la prima volta da Georges Lemaître, sacerdote e cosmologo belga. L’Osservatorio Vaticano ha sempre sostenuto una visione in cui scienza e fede non sono in conflitto, ma operano su piani diversi.

La scienza descrive il “come” dell’universo; la fede, per chi la professa, si interroga sul “perché”. In questa prospettiva, studiare il cosmo diventa un atto di meraviglia, non una minaccia.