Crisi climatica: il monito da Teheran, potrebbe essere la prima metropoli abbandonata per siccità
Teheran potrebbe essere solo la prima di una lunga serie. A causa di una prolungata e irreversibile siccità, i vertici del governo iraniano si ritrovano costretti a pianificare il trasferimento della capitale.

Quello che pensavamo potesse essere scenografia da film di fantascienza, potrebbe presto concretizzarsi proprio in Iran. Una intera metropoli deve essere trasferita altrove poiché la siccità sta rendendo la regione inabitabile.
La crisi idrica che colpisce la regione di Teheran, compresa la stessa capitale, sta raggiungendo il punto di non ritorno. Lo stesso presidente Masoud Pezeshkian afferma che a causa della scarsezza di acqua la capitale non è più in grado di sostenere ulteriore aumento né di popolazione né di abitazioni.
Il presidente Pezeshkian parla come persona assolutamente consapevole di come sia l’uomo causa del proprio disastro, di come lo sfruttamento del pianeta stia dando un benessere immediato ma un’ipoteca insostenibile per il vicino futuro.
In una recente conferenza pubblica egli stesso ha esortato funzionari, accademici, esperti e specialisti a elaborare piani e ad adottare misure per prevenire un ulteriore degrado ambientale.
Come la crisi climatica si manifesta
Il cambiamento climatico sta progredendo a “macchia di leopardo” cioè in modo estremamente disomogeneo sia nello spazio che nell'intensità dei fenomeni. Intendiamo che ci sono regioni più colpite accanto a regioni meno colpite. Ci sono regioni del pianeta in cui il clima si estremizza in una direzione, ad esempio siccità, accanto a regioni in cui si estremizza nella direzione opposta, inondazioni.
Anche la distribuzione temporale degli eventi meteorologici è particolarmente disomogenea, con regioni in cui piovono solo pochi mm di pioggia durante più mesi consecutivi e poi in poche ore cade la pioggia di un intero anno.
In alcune regioni ciò avviene più frequentemente, in altre meno frequentemente.
Regioni che diventano desertiche o regioni che si inondano troppo frequentemente sono entrambe non idonee all’abitabilità.
Impatti climatici sull’Iran
In generale, in Iran, gli impatti del cambiamento climatico si fanno sentire pesantemente sulle risorse idriche, poiché il consumo idrico in molte zone è fornito dalle falde acquifere, il che ha portato a un drastico calo del livello e a carenze idriche negli ultimi anni.

Con una piovosità media annua di circa 246 mm, l'Iran non è mai stato un paese piovoso. Le ricerche mostrano una riduzione del volume delle precipitazioni e una ancor maggiore riduzione della neve, che nelle vicine montagne garantiva un’alimentazione continuativa delle falde acquifere, a causa dell'inquinamento atmosferico e delle temperature più elevate.
Alle grandi migrazioni di popolazioni dovute alle guerre, per cui popolazioni sono state costrette a fuggire lasciando i propri territori martoriati dalla guerra, nella speranza di poter garantire un futuro migliore a figli e nipoti, ora si aggiungono le migrazioni climatiche.
Popolazioni saranno costrette a lasciare il proprio territorio diventato ormai sterile o sempre più spesso sconvolto dalle alluvioni. Si stima che in Iran circa il 70% della popolazione potrebbe dover affrontare la migrazione se lo sfruttamento delle acque superficiali dovesse continuare.
Per il presidente Pezeshkian, il destino di Teheran è ormai segnato. Nel suo discorso, senza mezzi termini afferma che sebbene il governo non disponga di fondi sufficienti per portare avanti il piano di ricollocamento della capitale Teheran, la necessità permane. "Non abbiamo più scelta; è una necessità", ha affermato.