Emergenza buche stradali: colpa del meteo?

Il problema delle buche stradali sta interessando buona parte delle strade italiane, sia nelle città che nelle aree extraurbane. Colpa del meteo? Non proprio. Ecco qual è la radice del problema.

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La "pelle di coccodrillo" su una strada di Roma: è l'ultimo stadio prima della formazione delle buche (foto: Lorenzo Pasqualini)

Nelle ultime settimane si sente un gran parlare di buche stradali in Italia. Non solo a Roma, dove le strade erano già in pessime condizioni da tempo e dove il fenomeno è molto esteso, ma in tutto il paese, dal Nord al Sud, le segnalazioni di buche pericolose sul manto stradale si sono moltiplicate. Sulle reti sociali si moltiplicano le segnalazioni di buche pericolose, incidenti e copertoni rotti. Da Bologna a Firenze, da Grosseto a Napoli.

Ci sono stati problemi anche sulle autostrade, come sulla A1 fra Modena e Bologna, dove molti veicoli e camion si sono dovuti fermare a cambiare le ruote per la strada colabrodo. A Roma poi, oltre al problema delle buche c’è quello delle voragini, che si sono aperte in quantità nelle ultime settimane. L’ultima, pochi giorni fa nel quartiere Appio-Latino

Colpa del meteo?

Il maltempo è il grande accusato: le piogge, la neve delle ultime settimane, che è caduta anche in città dove non è molto frequente come Napoli, Roma, Firenze, ed il gelo, vengono additati come il principale responsabile di questo grave deterioro. 
Il problema però, è che il tempo brutto c’è sempre stato e l’acqua è da sempre un formidabile agente erosivo. Il problema è alla radice: come sono state fatte le strade, qual è la qualità del materiale di cui sono fatte, come sono state realizzate le fondamenta e quali le caratteristiche geologiche del terreno su cui poggiano. Tutti questi fattori sono importanti, e a seconda dei casi uno o l’altro sono più importanti.

Le fondamenta di una strada

Le cattive condizioni delle fondamenta della strada sono molto spesso la causa della formazione delle buche. L’acqua di pioggia ed il passaggio dei mezzi pesanti danno soltanto il colpo di grazia ad una infrastruttura che è andata deteriorandosi da tempo, in profondità. 

In certi casi perché le fondamenta sono vecchie e non c’è stata manutenzione, in altri perché i materiali usati per le fondamenta sono scadenti o alternati nel modo sbagliato, in altri ancora perché le trincee aperte per sostituire tubazioni in profondità, vengono riempite con materiale non adeguato, che poi si compatta facendo rompere l’asfalto in superficie. Prima con la formazione della cosiddetta “pelle di coccodrillo”, poi rompendosi fino a creare le temute buche.

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Quando si apre una buca sul manto stradale, molto spesso il problema è in profondità, nelle fondamenta (Foto: L.Pasqualini).

Insomma, il fondo stradale (che si spinge per diverse decine di centimetri sotto l'asfalto), è uno degli elementi più importanti da considerare nella salute di una strada. L’asfalto è solo la buccia, la parte più superficiale, e molto spesso la sua rottura è dovuta a ciò che succede più in profondità. Quando si forma la buca, siamo solo allo stadio finale di un deterioramento che viene da lontano. Per questo la sostituzione dell'asfalto delle strade, molto spesso sbandierata come “soluzione”, è solo una misura tampone per nascondere il problema sotto il tappeto e rinviare al futuro il vero problema. Per non parlare delle toppe di bitume, che vengono frettolosamente messe per coprire le buche.

Bisogna poi considerare anche la geologia dei terreni su cui poggiano le strade. I terreni argillosi da questo punto di vista, sono davvero pessimi per la manutenzione stradale, perché tendono ad espandersi con le piogge. Ci sono poi da considerare i fenomeni franosi, specie in aree collinari o montane dove predominano terreni argillosi. Infine anche il problema delle cavità sotterranee può rivestire a volte una certa importanza.