La NASA trova segni di vita passata su Marte: ecco la prova più solida trovata da Perseverance
Perseverance ha individuato segnali chiave nel cratere Jezero di Marte, che rappresentano l'indicazione più forte finora di una possibile passata vita microbica sul Pianeta Rosso.

Un piccolo cilindro di roccia marziana potrebbe riscrivere la nostra storia cosmica. Perseverance ha recuperato nel cratere Jezero, su Marte, un campione con segnali chimici e testurali che, nel complesso, innalzano l’asticella nella ricerca di vita passata. Non si tratta di una conferma, ma certamente di un salto qualitativo.
La scoperta proviene da una roccia sedimentaria perforata in un antico canale. Gli strumenti del rover hanno registrato laminazioni sottili, micro-noduli e punti scuri, oltre a composti organici e minerali associati a reazioni di ossido-riduzione a bassa temperatura. È la combinazione, non una singola traccia, a suscitare interesse.
Che cosa ha trovato Perseverance
Il campione presenta tessiture ordinate, tipiche di ambienti tranquilli con acqua stabile. Queste strutture, visibili su scala millimetrica, si conservano bene in argilliti e limo depositati lentamente, dove il sedimento agisce come una capsula del tempo geologica.
After a year of scientific scrutiny, a rock sample collected by the Perseverance rover has been confirmed to contain a potential biosignature. The sample is the best candidate so far to provide evidence of ancient microbial life on Mars. https://t.co/0BAO1dhMG8 pic.twitter.com/JsOXgrNDmY
— NASA Mars (@NASAMars) September 10, 2025
Accanto alle tessiture, compaiono associazioni di ferro, fosforo e zolfo coerenti con chimica dolce in presenza d’acqua. Sulla Terra, scenari simili ospitano gradienti sfruttabili dalla vita microbica. Su Marte, questa coincidenza rende la roccia un obiettivo prioritario.
Un lago milioni di anni fa
Jezero fu un lago milioni di anni fa. I suoi delta concentrano sedimenti fini e materia organica che, se presente, potrebbe essere rimasta intrappolata e protetta dall’erosione. Per questo tipo di rocce sono candidate ideali alla ricerca di firme sottili di processi biologici.

Il canale dove è stato prelevato il campione incatena indizi coerenti: acqua passata, sedimenti fini, mineralogia compatibile e composti organici persistenti. Quando il contesto ambientale e la geochimica raccontano la stessa storia, il caso diventa molto più solido.
Segnali non definitivi
Quasi ogni indizio ha una spiegazione abiotica possibile. Processi puramente geologici possono precipitare minerali, riorganizzare texture e generare composti organici semplici senza intervento biologico. Separare le due strade richiede prove che oggi vanno oltre le capacità di un rover.
Per passare da “possibile biosignatura” a “evidenza”, saranno necessari frazionamenti isotopici di alta precisione, identificazione di molecole complesse e mappature cristallografiche su scala micrometrica. Queste tecniche risiedono in laboratori terrestri e richiedono campioni fisici.
Il ritorno dei campioni, fondamentale
Perseverance sta costruendo una “biblioteca” di testimoni sigillati. Il piano prevede che una futura missione li raccolga e li riporti sulla Terra. Qui potranno essere applicate spettrometria di massa, microscopia elettronica, tomografia e chimica organica avanzata con sensibilità incomparabile.
Il risultato avvalora la strategia di esplorare delta e argilliti sottili. Conferma che la ricerca di vita marziana non dipende da una singola misurazione spettacolare, ma dall’assemblare fascicoli integrati dove geologia, geochimica e texture raccontino la stessa storia senza punti oscuri.

Indirizza anche le decisioni operative: priorizzare unità con texture ripetibili, mineralogia coerente e segnali organici duraturi. Questa priorità aiuterà a scegliere quali tubi viaggeranno per primi quando il ritorno dei campioni sarà tecnicamente e finanziariamente possibile.
Marte conserva memoria di acqua, sedimenti e chimica attiva. A Jezero, questi pezzi cominciano ad armonizzarsi come mai prima. Manca il verdetto finale, che arriverà solo quando i campioni saranno a casa e l’arsenale analitico completo sarà sul tavolo.