Video: Il super tifone Halong tocca terra sull'isola giapponese di Hachijojima con venti distruttivi e piogge estreme

Con raffiche di vento che hanno superato i 250 km/h e precipitazioni superiori a 280 mm in sei ore, questo evento meteorologico estremo ha innescato allarmi per inondazioni, onde enormi e frane che stanno mettendo a dura prova la resistenza umana e tecnica.
Nelle prime ore del 9 ottobre, il temuto supertifone Halong ha colpito con forza l’isola di Hachijojima, nell’arcipelago vulcanico di Izu (Giappone), situato nel Mar delle Filippine e a meno di 300 chilometri da Tokyo.
Per questo motivo, le autorità giapponesi hanno emesso allerte di massimo livello e ordinato l’evacuazione delle aree costiere e delle zone vulnerabili, oltre a un monitoraggio capillare dell’isola a causa del rischio di inondazioni, mareggiate e frane.
Dati che superano i record locali
Secondo i rapporti dell’Agenzia Meteorologica del Giappone (JMA), il tifone ha raggiunto raffiche di vento superiori ai 250 km/h nel suo passaggio sulla regione.
In sole sei ore, sull’isola sono caduti 284,5 mm di pioggia, il volume più alto mai registrato per quel lasso di tempo da quando, nel 2003, sono iniziati i rilevamenti.
Imágenes espectaculares del Tifón Halong!
— Stormyalert (@Stormyalert) 8 ottobre 2025
Así se ve este ciclón desde la ISS.
Aunque no ha llegado a tener intensidades de categoría 5, su ojo fue precioso y simétrico.#Halong #Typoon #Cyclone pic.twitter.com/UkeKgPUw4I
L’intensità del tifone ha generato anche un moto ondoso devastante, con onde alte fino a 10 metri nelle zone costiere, mettendo a rischio infrastrutture marittime e abitazioni prossime al mare.
Preoccupazione per le aree rurali
Il ventiduesimo tifone della stagione del Pacifico ha inoltre moltiplicato il rischio di frane e smottamenti.

Le piogge torrenziali hanno saturato il terreno, creando condizioni favorevoli a scivolamenti di fango sui versanti montuosi dell’isola.
Il rischio è particolarmente elevato nelle aree rurali, dove le infrastrutture sono più fragili, i piani di emergenza sono limitati e mancano sistemi di allerta precoce.
I cicloni più attivi del pianeta
Testimoni del passaggio di Halong su questa storica isola giapponese — utilizzata durante il periodo Edo come luogo di esilio per condannati e dissidenti politici — hanno documentato scene impressionanti di venti uraganati, piogge torrenziali e onde che si abbattevano sulla costa.
Il tifone Halong rientra nella stagione dei cicloni del Pacifico occidentale 2025, considerata la più attiva del pianeta, con una media annuale di 25-30 tempeste con nome.
El tifón Halong impacta Japón con intensas lluvias y vientos de hasta 234 km/h, lo que ha generado advertencias de emergencia por riesgo de inundaciones y deslizamientos en las islas Izu, al sur de Tokio.
— Noticiero El Salvador (@NoticieroSLV) 9 ottobre 2025
La Agencia Meteorológica de Japón instó a evacuar varias zonas ante las pic.twitter.com/xFRQc9bpoo
A differenza dell’Atlantico, dove la stagione ufficiale va da giugno a novembre, nel Pacifico occidentale i tifoni possono formarsi durante tutto l’anno, anche se la maggiore attività si concentra tra luglio e ottobre.
Il Giappone e le sue isole periferiche sono particolarmente vulnerabili per la loro posizione lungo la rotta naturale di molti sistemi tropicali che si originano nel Mar delle Filippine, la cui potenza distruttiva è strettamente legata alle temperature eccezionalmente calde dell’oceano.