Cambio di scenario per la seconda metà di febbraio, episodi di freddo e neve sull'Italia

Nella seconda decade di febbraio la circolazione atmosferica muterà in maniera significativa, mettendo così la parola fine al prolungato periodo anticiclonico di queste ultime settimane, su gran parte del vecchio continente.

Febbraio, inverno.
Dall'aggiornamento dei modelli matematici si prefigura un importante cambio di scenario fra la seconda e la terza decade di febbraio.

Ormai manca davvero poco alla fine dell’inverno meteorologico. La stagione finora è stata molto deludente, soprattutto per la mancanza di ondate di freddo ed eventi nevosi, fino a bassissima quota. Il tempo per recuperare è davvero poco, eppure nei prossimi giorni si assisterà ad un importante cambio di circolazione, prodotto da un progressivo indebolimento della struttura del vortice polare.

Difatti, come avevamo delineato pure nella tendenza di febbraio, nella seconda decade di febbraio la circolazione atmosferica muterà in maniera significativa, mettendo così la parola fine al prolungato periodo anticiclonico di queste ultime settimane, su gran parte del vecchio continente.

Cosa accadrà nella prossima settimana?

Anche dai principali modelli globali iniziano ad arrivare le prime importanti novità, con l’erosione totale dell’imponente promontorio anticiclonico di blocco che ormai dominava le condizioni meteorologiche europee da gennaio.

Anche dai principali modelli globali iniziano ad arrivare le prime importanti novità, con l’erosione totale dell’imponente promontorio anticiclonico di blocco che ormai dominava le condizioni meteorologiche europee da gennaio.

Tale cambiamento sarà supportato da un incremento dell’attività delle famose “onde di Rossby”, che dal Pacifico si propagano verso il Nord America, per dipanarsi sull’Atlantico settentrionale, raggiungendo l’Europa.

Queste ondulazioni, sempre più marcate, in uscita dal continente americano, favoriranno un abbassamento di latitudine del flusso perturbato principale, sull’area euro-atlantica, mentre al contempo i massimi dell’imponente anticiclone subtropicale si riposizioneranno sull’Atlantico, dove tornerà ad essere evidente una “anomalia positiva di geopotenziale”.

Febbraio
Secondo il modello meteored, basato sulle analisi di ECMWF, l'ultima parte di febbraio vedrà temperature di poco sopra le medie.

In poche parole, la maggiore dinamicità spingerà le piovose perturbazioni oceaniche e le fredde saccature di origine artica ad entrare anche sul Mediterraneo, favorendo un aumento della piovosità fra Spagna, Francia e Italia. L’Italia sarà direttamente coinvolta dal passaggio di queste perturbazioni, per quasi tutta la seconda decade di febbraio.

Avremo maggiori episodi perturbati, aumento della piovosità, soprattutto sulle coste tirreniche, e possibilità di burrasche, con mareggiate lungo le aree costiere.

Inoltre, il passaggio di varie saccature, supportate in quota dal ramo principale della corrente a getto polare, agevolerà pure lo sviluppo di depressioni extratropicali sui mari attorno la penisola, che produrranno diverse ondate di maltempo su buona parte del territorio nazionale.

Ondate di freddo nella terza decade?

Dagli ultimi aggiornamenti dei modelli sembrerebbe che le condizioni atmosferiche che domineranno la seconda decade persisteranno anche nella terza decade di febbraio. Il vortice polare rimarrà debole e disturbato, grazie anche agli apporti di calore dal passaggio delle “onde di Rossby”, lungo tutto l’emisfero boreale.

Questa condizione potrà favorire l’arrivo di ondate di freddo verso le basse latitudini del vecchio continente e sul Mediterraneo.

In sostanza non si potranno escludere episodi di freddo, anche importanti, nella parte terminale del mese di febbraio, con nevicate a bassa quota sui rilievi, e maltempo generalizzato su quasi tutte le nostre regioni.

Modello meteored
Le piogge, invece, risulteranno sopra le medie stagionali, soprattutto sulle coste del versante tirrenico.

Le incursioni di aria fredda sul Mediterraneo, inoltre, interagendo con le masse d’aria più umide e miti preesistenti sul basso Mediterraneo, potranno creare le condizioni ideali per lo sviluppo di profonde ciclogenesi sui mari italiani, con annesse importanti ondate di maltempo. Quantomeno si rivedranno le piogge in quelle aree del Paese colpite dalla siccità. Eccetto i settori adriatici e ionici, dove le precipitazioni risulteranno meno consistenti, vista la prevalenza di correnti dai quadranti occidentali.