ECMWF tiene accesa la fiammella per vedere la neve a bassa quota fra Natale e Capodanno: ecco le regioni più interessate

Gli ultimi scenari proposti dal Centro di Calcolo europeo ripropongono il possibile arrivo del freddo sul Paese fra Natale e Capodanno, aprendo a scenari invernali interessanti per la parte finale dell'anno.

Le festività natalizie sono alle porte e, come da tradizione, gli italiani volgono lo sguardo sul tempo previsto per il periodo più magico dell'anno. Dopo un inizio dicembre fin qui dominato da un robusto anticiclone e temperature al di sopra della media, la circolazione atmosferica vedrà importanti cambiamenti.

I nuovi scenari probabilistici delineati dai cluster ensemble del modello ECMWF, che ci regalano visioni intriganti ma ancora incerte. Parliamo della possibile apertura di alcuni corridoi freddi, specialmente tra Natale e Capodanno, con probabilità in lieve ascesa per irruzioni fredde da est o nord-est.

I nuovi scenari proposti dal centro di calcolo europeo

I cluster ECMWF con i loro 50 membri ensemble, dipingono un quadro di transizione graduale per la metà del mese. Dal 16 al 18 dicembre, l'anticiclone subisce un cedimento parziale, lasciando spazio a una saccatura atlantica che porta perturbazioni miti da ovest.

Piogge diffuse al Nordovest, Liguria e versanti tirrenici, ma con zero termico elevato tra i 1500 e i 2000 metri, la neve si limita alle quote alte delle Alpi. Mentre sull’Appennino le nevicate saranno relegate solo alle quote più elevate.

Neve a bassa quota.
Tra il 21 e il 25 dicembre, una profonda ondulazione atlantica, in seno al getto polare, posiziona l'Italia sul bordo mite della saccatura, con piogge insistenti su ovest e tirreni. Lo zero termico oscilla tra 1500 e 2000 metri, permettendo nevicate localmente fino a 1000-1200 metri sulle Alpi.

Dal 18 al 20 dicembre, la saccatura persiste, con correnti sudoccidentali che mantengono l'aria mite e instabile. Precipitazioni moderate su Piemonte, Lombardia e Toscana, quota neve intorno ai 1300-1600 metri sulle Alpi occidentali e 1800 metri in Appennino.

Verso Natale la corrente a getto polare inizia ad ondularsi

Tra il 21 e il 25 dicembre, una profonda ondulazione atlantica, in seno al getto polare, posiziona l'Italia sul bordo mite della saccatura, con piogge insistenti su ovest e tirreni. Lo zero termico oscilla tra 1500 e 2000 metri, permettendo nevicate localmente fino a 1000-1200 metri sulle Alpi. I cluster si dividono, circa il 60% mantiene il regime mite, mentre un 20-30% intravede un primo indebolimento dell'anticiclone, con afflussi più freschi da nord.

La Vigilia e il Natale (24-25 dicembre) rappresentano il cuore dell'incertezza. I run più recenti di ECMWF evidenziano una probabilità del 38% per un anticiclone di blocco sulla Scandinavia che potrebbe deviare l’aria fredda verso il Mediterraneo.

In questo scenario secondario, l'aria artica potrebbe filtrare dalla Porta del Rodano o da est, abbassando il zero termico a 800-1000 metri e aprendo spiragli per neve in pianura al Nord, specialmente nelle aree pedemontane, e più difficilmente in pianura.

Per fine anno lo spiraglio di qualche evento nevoso fino al piano?

Se Natale appare ancora elusivo per un vero bianco in pianura, Capodanno potrebbe riservare sorprese più decise. Gli ultimi cluster ECMWF proiettano un'evoluzione dinamica per il 27-31 dicembre, con l'indice MJO che favorisce un "colpo di scena" verso correnti fredde fino al Mediterraneo.

Neve a bassa quota.
Uno scenario in ascesa (probabilità intorno al 40-50%) vede un afflusso freddo artico spingere verso scenari che potrebbero riportare la neve, fino a basse quote, su Alpi, Appennini e, potenzialmente, fino in pianura.

Uno scenario in ascesa (probabilità intorno al 40-50%) vede un afflusso freddo artico spingere verso scenari che potrebbero riportare la neve, fino a basse quote, su Alpi, Appennini e, potenzialmente, fino in pianura, ma sulle regioni del Nord e aree pedemontane.

Ma solo potenzialmente, e con tutti gli incastri del caso, che al momento non si possono prevedere, o analizzare, fuori dai calcoli probabilistici del lungo termine. Mentre sulle regioni meridionali prevarranno scenari decisamente più miti, ma al tempo stesso pure più piovosi.