Le 3 città italiane sotto i riflettori per la neve: previsti fino a 5 cm nei prossimi giorni

La finestra favorevole all'arrivo di fiocchi a bassa quota si collocherebbe verosimilmente tra la notte di venerdì e le prime ore di sabato. In seguito, con una ventilazione fredda ma più secca, il cielo tenderebbe ad aprirsi e il freddo ad intensificarsi.

La premessa è d'obbligo: data l'elevata incertezza previsionale, dovuta a diversi fattori, la stima della temperatura dell'aria in arrivo, la collocazione e la traiettoria esatta del minimo depressionario e di conseguenza anche la sua velocità e capacità di produrre precipitazioni consistenti, l'analisi della tendenza per i prossimi giorni, soprattutto per la quota neve, va intesa come una stima delle soluzioni possibili rispetto al quesito posto.

ECMWF e GFS: stessa idea, tempi diversi

Entrambi i modelli vedono la massa di aria artica in discesa e la ciclogenesi sul Mediterraneo Centrale. Secondo la visione di ECMWF, con transito del peggioramento più lento e umido, le precipitazioni si tratterrebbero più a lungo su Nord-Est e Tirreno, con quota neve un po’ più bassa sulle Alpi Orientali e sull'Appennino Emiliano-Romagnolo.

Neve, inverno.
Nei prossimi giorni la quota neve scenderà a quote molto basse su diverse regioni del Nord Italia, con possibili imbiancate in alcune città.

Se invece dovesse prevalere l’impostazione più rapida di GFS, la fase umida al Nord scivolerebbe via prima e le possibilità di nevicate a bassa quota si ridurrebbero. In altre parole, molto si giocherà sul filo del rasoio, su una differenza anche di poche ore e di pochi chilometri di traiettoria del minimo.

Quote che potrebbero scendere

Il limite pioggia/neve, se lo scenario freddo dovesse incastrarsi precisamente con la fase precipitativa, potrebbe portarsi intorno a 1000-1200 m sulle Alpi Occidentali, e solo occasionalmente tra 800 e 1000 m nelle valli più strette e chiuse.

Sulle Alpi e Prealpi Orientali si potrebbero verificare delle fioccate tra i 900 e i 1200 m, con episodi a 700-900 m sulle Prealpi Giulie e sulle vallate più esposte alla Tramontana. Sull’Appennino Settentrionale, invece, il limite tenderebbe a scendere intorno ai 1100-1400 m, con possibili sconfinamenti a quota 900-1100 m nelle fasi più fredde.

In Piemonte, con Libeccio persistente, si instaurerà la consueta ombra pluviometrica sottovento all’Appennino Ligure. Al contrario, con la successiva rotazione a N/NE, il Cuneese guadagnerebbe chance. Sull’Appennino Romagnolo la finestra nevosa sarà comunque breve, verosimilmente solo a fine evento.

Città “candidate”: quota e probabilità (stimate)

Per dare un’idea realistica, useremo i risultati degli ensemble (più simulazioni del modello, con scenari leggermente diversi) traducendoli in fasce semplici di probabilità (Alta/Media/Bassa), che potranno anche cambiare con i prossimi aggiornamenti, da cui la necessità di rielaborarle con i prossimi output dei modelli.

In tendenza, con una situazione molto simile a quella ipotizzata ora, Aosta risulterebbe tra le città italiane favorite, con Alta probabilità di vedere neve in città, specie nella notte su sabato, e con accumuli possibili se i rovesci dovessero insistere a lungo.

Quota neve in calo al Nord tra venerdì e sabato
Quota neve in calo al Nord tra venerdì e sabato

Cuneo potrebbe beneficiare dei "ritorni freddi" con la ventilazione settentrionale. La stima, in questo caso, collocherebbe la probabilità su Medio-Alta, con discreta possibilità di accumulo anche in centro e più elevata verso la pedemontana.

Torino rimarrebbe più in bilico. Infatti tra ombra precipitativa e finestra molto breve del peggioramento a carattere freddo, la stima scenderebbe a Medio-Bassa, con possibili fiocchi coreografici, ma accumuli poco probabili in pianura.

Nordest in gioco, ma meno favorito

In Trentino-Alto Adige le condizioni potrebbero risultare favorevoli. A Bolzano le possibilità si attesterebbero su una probabilità Media, con accumuli possibili se dovessero coincidere picco precipitativo e fase più fredda. Per Trento la probabilità sarebbe abbastanza simile, quindi Media, con chance crescenti tra le frazioni collinari e i fondovalle più chiusi.

Sulla pianura friulana (Udine) la probabilità resterebbe Medio-Bassa, tuttavia, con un ingresso finale di Tramontana-Bora, la colonna si raffredderebbe e la quota neve potrebbe scendere rapidamente, facendo aumentare le chance già a partire dalle alture più basse, dai 200-300 metri.

Emilia-Romagna e Marche: finestra breve in collina

In Emilia-Romagna la finestra favorevole potrebbe aprirsi tra la notte e il primo mattino di sabato. Sulla pedemontana occidentale modenese e bolognese, con le attuali proiezioni, la tendenza ci porta ad ipotizzare una probabilità piuttosto Bassa o Medio-Bassa per spolverate a 300-500 m.

Mentre sulla Romagna collinare (Forlivese-Cesenate) la stima salirebbe leggermente, anche fino a Media, sempre nella stessa fascia oraria, mentre in pianura, logicamente, la probabilità sarebbe decisamente più bassa.

L’Appennino Umbro-Marchigiano potrebbe vedere fiocchi o neve bagnata su Urbino e lungo la dorsale, tra i 400 e i 600 m, con probabilità Medio-Bassa. Su Perugia, allo stato attuale, la probabilità resterebbe molto bassa.