Qbo negativa e La Niña disturberanno il vortice polare a dicembre: verso una partenza col botto dell'inverno?

Il mese di dicembre sarà caratterizzato da un vortice polare che sarà molto debole. Sul Nord Europa si potrebbero sviluppare grossi blocchi anticiclonici capaci di catapultare il freddo sino al Mediterraneo.
L’inverno meteorologico si avvicina sempre più, a piccoli passi, e fra i meteo-appassionati, e non solo, cresce la voglia di conoscere qualche dettaglio in più sulla futura stagione invernale.
Dopo un inizio in cui il vortice polare si presentava intenso, e ben strutturato, nei prossimi giorni assisteremo ad un progressivo indebolimento, specialmente in troposfera. Questa sua instabilità è ben evidenziata anche dal tipico assetto di tipo “displacement” che inizierà a presentare sopra il mar Glaciale Artico.
Vortice polare fuori asse
In questo caso il vortice polare si presenta leggermente fuori sede rispetto la sua posizione geografica ordinaria, con il proprio asse principale “coricato” in direzione della Siberia. La colpa è delle onde di Rossby, soprattutto quelle presenti nel Pacifico, che rompendosi lungo le alte latitudini continuano a trasferire ingenti quantità di calore fino alla stratosfera polare.
Il particolare assetto della figura del vortice polare troposferico, con la sua struttura principale distesa verso la Siberia centro-orientale, è all’origine del vasto raffreddamento che negli ultimi giorni ha interessato gran parte della Siberia, dove i termometri hanno oltrepassato la soglia dei -40°C, ad iniziare dalla Repubblica di Jacuzia.

Complice anche la notevole estensione dei terreni innevati, dettata proprio dalla persistenza del “lobo siberiano” (quello più attivo) sulla Siberia centro-orientale, che ormai si è spinta fino alla Manciuria, al nord della Mongolia e del Kazakistan.
Verso un vortice polare molto instabile a dicembre
Nel frattempo analizzando i vari indici teleconnettivi, oltre al fenomeno della Niña, già in azione sul Pacifico, si iniziano a vedere importanti segnali che ci suggeriscono non solo che il vortice polare si stia indebolendo, ma che sul lungo periodo rimarrà alquanto instabile, almeno nella parte iniziale dell’inverno 2025/2026.
Tale indice mette in evidenza l’oscillazione dei venti zonali equatoriali a livello stratosferico che variano alternativamente la loro direzione, spirando sia da Est (“Easterlies“) per provenire successivamente da Ovest (Westerlies), secondo un periodo che in media dura circa 28-29 mesi.
Dalla letteratura scientifica si è visto che la QBO negativa può riuscire ad inibire il flusso perturbato zonale delle medie latitudini, rallentando e ondulando il ramo principale del “getto polare”, agevolando di conseguenza l’avvento degli scambi meridiani che vanno a disturbare il vortice polare, costringendolo a scivolare di latitudine, con importanti ondate di freddo dirette verso l’area temperata, tra nord America, Europa ed Asia.
Inoltre questi immensi anticicloni sono capaci di trasferire grandi quantità di calore verso la stratosfera polare. Queste condizioni possono anche causare eventi di major stratwarming, con ripercussioni su larga scala, lungo l’intero emisfero boreale.
Un dicembre molto dinamico?
Tale tipo di pattern climatico può deporre a favore anche di prolungati scambi meridiani e flussi anti-zonali, grazie a possenti blocchi anticiclonici che si formeranno sulla Groenlandia e sull’area Russo-Scandinava.
In pratica tali anticicloni di blocco ergeranno un muro nei confronti delle umide e temperate correnti atlantiche che escono dal nord degli USA e dal Canada, favorendo pattern barici più congeniali per l’avvento di importanti ondate di gelo fino al cuore del vecchio continente.

Quando la “QBO” passa da negativa a positiva (cosa che non dovrebbe avvenire nel prossimo inverno) si ottiene un sensibile approfondimento del vortice polare in sede artica, con l’aria gelida polare confinata alle alte latitudini, che a sua volta determina un notevole rafforzamento del flusso zonale lungo le latitudini medio-alte.
In questa fase il ramo principale del “getto polare” raggiunge le massime intensità, risultando molto ben stirato lungo l’intero emisfero.
Possibili eventi nevosi a bassa quota?
Quindi in sostanza in questo mese di dicembre che verrà si potranno aprire scenari freddi, in grado di regalarci anche qualche sorpresa nevosa a bassa quota, se non fino al piano sulle regioni del Nord.
Sulle regioni del Centro-Sud, invece, queste irruzioni fredde potrebbero aumentare le probabilità di sviluppo di cicloni extratropicale, anche profondi, in grado di determinare importanti ondate di maltempo, oltre a un sensibile incremento della piovosità. Di certo una buona notizia per le aree ancora duramente colpite dalla siccità.