Meteo: dal 9 ottobre ritorna il blocco europeo, aumenta il rischio di eventi estremi in Italia

Questa nuova fase potrebbe aumentare l'incertezza sull'Italia, aprendo a scenari meteorologici più dinamici, e con effetti diversificati da regione a regione. Sale anche il rischio di eventi meteo estremi.

L’autunno meteorologico in Italia si appresta a entrare in una fase di grande dinamicità. Tanto che, dopo la rimonta anticiclonica attesa a inizio della prossima settimana, verso la parte finale della prossima settimana assisteremo al ritorno di una configurazione barica nota come “blocco europeo”.

A partire dal 9 ottobre, un promontorio anticiclonico di origine subtropicale si espanderà verso l’Europa occidentale, ergendo una sorta di barriera alle perturbazioni atlantiche e creando un contesto di stallo atmosferico.

Il ritorno del blocco atmosferico

Questo fenomeno, definito come “blocco atlantico” o “blocco scandinavo” a seconda della sua estensione, non è una novità, ma si tratta di una struttura ad alta pressione dinamica che rallenta la corrente a getto polare, intrappolando le onde di Rossby.

Secondo le proiezioni del modello europeo ECMWF, aggiornate al 2 ottobre, questa configurazione potrebbe persistere almeno fino al 12-13 ottobre, con un indebolimento graduale nel weekend successivo.

Blocco atmosferico.
Il blocco si forma quando un’alta pressione subtropicale si protende meridionalmente, spesso in combinazione con un anticiclone azzorriano o scandinavo, bloccando il flusso zonale delle perturbazioni atlantiche.

Ma per l’Italia, la posizione geografica al crocevia tra influenze atlantiche, mediterranee e continentali, trasforma questo blocco in una fonte di totale incertezza.

Generalmente, quando si sviluppano queste condizioni bariche, il nostro Paese si trova ai confini fra un imponente anticiclone che blocca, mandando alla deriva sul Mediterraneo, le perturbazioni atlantiche, le quali rimanendo incastrate per vari giorni possono produrre intense fasi di maltempo.

Cos’è il blocco europeo e perché riporta l’incertezza in Italia?

Il blocco si forma quando un’alta pressione subtropicale si protende meridionalmente, spesso in combinazione con un anticiclone azzorriano o scandinavo, bloccando il flusso zonale delle perturbazioni atlantiche.

In pratica, le masse d’aria non scorrono più da ovest verso est, ma si accumulano, creando sacche depressionarie isolate o “gocce fredde” che possono stazionare sul Mediterraneo, causando situazioni meteorologiche estreme.

Autunno.
L'autunno potrebbe prendere il suo volto più classico, fatto da fasi miti e soleggiate a periodi più freddi e perturbati, con diversi episodi di maltempo e piogge abbondanti.

Per l’autunno 2025, influenzato dall’emergere di La Niña, questo scenario si complica ulteriormente. La Niña raffredda le acque del Pacifico equatoriale, favorendo un flusso atlantico più disteso e instabile sul Mediterraneo centrale, con un surplus di precipitazioni stimato tra il 20% e il 50% sopra la media climatologica (1991-2020).

Quali potrebbero essere gli effetti sul tempo in Italia?

Gli impatti del blocco sull’Italia saranno diversi, con fasi soleggiate e stabili, molto brevi, alternate a improvvise ondate di maltempo, molto intense, accompagnate da ondate di freddo precoci.

Dal punto di vista pluviometrico, il blocco favorirà un regime con piogge diffuse ma non uniformi. Le proiezioni stagionali del nostro modello di riferimento, basato sui dati di ECMWF, per il periodo 13-20 ottobre evidenziano precipitazioni in media o superiori al Nord, mentre sotto media altrove, ma con locali surplus idrici dovuti a forti eventi temporaleschi.

L’influenza di La Niña amplifica il rischio di nubifragi e alluvioni lampo, specialmente sulle aree costiere, dove il mare ancora caldo (anomalie positive fino a +2°C sul Tirreno) alimenta fenomeni intensi. Lo sviluppo di ciclogenesi sui mari italiani produrrà pure venti burrascosi da nord (fino a 90 km/h) completeranno il quadro, con raffiche sulle coste adriatiche e tirreniche meridionali.

Non mancheranno i risvolti positivi. Difatti il blocco potrebbe limitare l’arrivo di ondate di calore residue, favorendo un autunno più “classico” e preparando il terreno per nevicate precoci in quota (prime spolverate oltre i 1500-1800 m sulle Alpi dal 10 ottobre).

Tuttavia, l’incertezza domina, un lieve indebolimento del promontorio tra l’11 e il 12 potrebbe aprire a nuova variabilità, con un 40% di probabilità di un secondo impulso freddo dal Nord Europa.