Meteo, l'avviso del meteorologo Massimiliano Santini: "nel fine settimana ci sarà un primo lieve calo termico al Nord"

I modelli matematici aggiornati mostrano una tenuta dell'Alta Pressione superiore alle attese. Ecco perché il freddo è rimandato e cosa succederà tra sabato e domenica.

Le ultime emissioni dei principali centri di calcolo mondiali, riducono la tendenza che auspicava un calo termico nel prossimo fine settimana per un cedimento strutturale dell'Alta Pressione. Infatti l'Anticiclone resterà solido, anche se inizierà comunque a "sgonfiarsi" a partire da nord.

Anticiclone in attenuazione al Nord

Le mappe sinottiche per il weekend confermano che il blocco di aria calda subtropicale subirà un'erosione. Perciò assisteremo a una flessione delle temperature, ma non essendo prevista un'irruzione di aria fredda, si tratterà "solo" di un riallineamento.

Passeremo dai valori eccezionali di questi giorni a valori più contenuti, pur restando ancora lievemente sopra le medie del periodo. I dati attuali non mostrano un'irruzione fredda, ma un'attenuazione del caldo, con un avvicinamento alle medie del periodo.

Zero Termico in lento calo

Il parametro cruciale per chi frequenta la montagna, è la quota dello zero termico sulle Alpi. Secondo le proiezioni odierne, la "caduta" è posticipata. Infatti, tra sabato 13 e domenica 14, lo zero termico scenderà di poco, dagli attuali 3200 metri verso una quota stimata tra i 2800 e i 3000 metri.

A 850 hPa (circa 1500m) i valori si attesteranno intorno ai +8°C / +10°C sul Nord Ovest. Mentre la media di dicembre dovrebbe essere prossima allo zero o leggermente negativa (-2°C). Saremo circa 10 gradi sopra la media.

Le alte temperature in quota di questi giorni hanno appesantito il manto nevoso rendendolo instabile.
Le alte temperature in quota di questi giorni hanno appesantito il manto nevoso rendendolo instabile.

Lunedì 15 dicembre inizierà una lenta e parziale attenuazione, ma non una vera e propria rottura. Lo zero termico potrebbe scendere leggermente, attestandosi sui 2600-2800 metri, ancora valori da tarda primavera. La temperatura a 850 hPa potrebbe diminuire in modo contenuto, con valori verso i +6°C / +8°C.

È un calo sufficiente a favorire un rigelo notturno più marcato del manto nevoso, ma non abbastanza per portare neve a bassa quota. Durante il giorno, sopra i 2000 metri, le temperature rimarranno verosimilmente nettamente positive, specie sui versanti esposti al sole.

    Nord Italia: tra nebbie e nubi basse

    Mentre in quota, in montagna, il calo sarà percepito come una "attenuazione del caldo", in Val Padana la situazione sarà governata ancora dall'inversione termica. I modelli ad alta risoluzione suggeriscono che il parziale indebolimento dell'alta pressione potrebbe non bastare a spazzare via del tutto la stabilità, il ristagno di aria fredda e gli inquinanti.

    Perciò avremo una probabile persistenza di nebbie o nubi basse, che manterranno il clima umido e freddo (inversione), con massime che faticheranno a salire. Al momento, le mappe delle precipitazioni rimangono asciutte per il weekend sul Nord-Ovest, mentre qualche fenomeno sporadico non è escluso sui confini del Triveneto, ma in un contesto prevalentemente ancora asciutto.

    Centro, Sud e Isole

    Sul resto della Penisola, la campana anticiclonica garantirà ancora stabilità. I modelli confermano sole prevalente e ventilazione debole. Qui le temperature massime, specie sulle due Isole Maggiori e sul versante tirrenico e sui rilievi, si manterranno su valori gradevoli, tipici dell'autunno piuttosto che di dicembre.

    Sulle pianure e sulle conche più interne le condizioni stabili favoriranno il ristagno dell'aria fredda nei bassi strati. Anche qui, perciò, la mancanza del vento e di conseguenza il mancato rimescolamento produrrà la formazione di foschie dense e nebbie diffuse che localmente potranno essere anche persistenti.

    Tendenza successiva

    Gli ensemble dei modelli, cioè l'insieme delle diverse simulazioni matematiche che può mostrarci l'affidabilità della previsione per capire quanto sia probabile lo scenario ipotizzato, suggeriscono di spostare l'attenzione alla prossima settimana, quando i segnali di un cambio di circolazione mostrati iniziano a divenire un po' più consistenti.

    Per ora, prudenza in montagna dove il caldo eccessivo finisce, ma dove il manto nevoso potrebbe restare ancora molto instabile.