Quando l'Italia potrebbe risentire degli effetti del riscaldamento stratosferico improvviso? Rischio di freddo estremo

Una goccia fredda in discesa dal Nord Europa e il vortice polare in crisi promettono un avvio di dicembre molto movimentato: tra piogge intense, neve e possibili ondate di freddo, vediamo cosa può succedere sull’Italia nei prossimi giorni.

L’Italia arriva a fine novembre già immersa in un clima molto più invernale che autunnale, con temperature sotto media e prime nevicate sulle nostre montagne. Nelle prossime ore il tempo concederà una breve tregua, ma i modelli stanno inquadrando un nuovo, possibile scossone: una goccia fredda in discesa dal Nord Europa, pronta a isolarsi sul Mediterraneo nei primi giorni di dicembre e a rilanciare piogge, nubifragi e neve fino a quote relativamente basse.

Sul “palcoscenico” più ampio, intanto, il vortice polare stratosferico appare in forte difficoltà: un riscaldamento anomalo a circa 30 km di quota sta indebolendo i venti che ruotano intorno al Polo, configurazione tipica di un riscaldamento stratosferico improvviso (SSW). È uno di quei segnali da tenere d’occhio, perché nelle settimane successive può favorire discese di aria gelida verso le medie latitudini.

Da giovedì 4 dicembre: goccia fredda nel Mediterraneo e rischio nubifragi

Gli ultimi aggiornamenti dei modelli mostrano una vasta area depressionaria sul Nord Atlantico, colma di aria polare, in progressiva discesa verso l’Europa occidentale. Da questa struttura dovrebbe staccarsi un nocciolo di aria molto fredda in quota, destinato a isolarsi tra Baleari, Sardegna e Mar Ligure: la classica goccia fredda che vediamo nelle mappe di anomalie di temperatura e di nuvolosità/piogge.

Il minimo depressionario punta la nostra Penisola: primi segnali del peggioramento di metà settimana
Il minimo depressionario punta la nostra Penisola: primi segnali del peggioramento di metà settimana

La posizione esatta del minimo sarà determinante, ma lo scenario più probabile, allo stato attuale, vede:

  • Nord-Est e Alpi orientali: rischio di precipitazioni abbondanti, con neve dai 600–700 metri in su, localmente anche più in basso nelle valli interne.

  • Versante tirrenico del Centro-Sud (Toscana, Lazio, Campania, Calabria tirrenica): rovesci e temporali a tratti intensi, con possibili nubifragi e criticità idrogeologiche, specie dove i terreni sono già saturi.

  • Sicilia e Sardegna: coinvolte a più riprese da piogge forti e temporali, con venti burrascosi e mari molto agitati.

Si tratta di una configurazione molto instabile e poco prevedibile nei dettagli: piccoli spostamenti della goccia fredda possono cambiare radicalmente le zone più colpite.

Neve e freddo estremo: cosa può succedere dopo il riscaldamento stratosferico

Il riscaldamento stratosferico in corso indica che i venti in alta atmosfera stanno rallentando e, in alcuni scenari, potrebbero addirittura invertirsi: quando accade, le onde di disturbo scendono verso la troposfera e aumentano la possibilità di irruzioni fredde alle medie latitudini.

Nel breve termine, la goccia fredda di inizio dicembre potrà riportare neve abbondante sulle Alpi, in particolare sui settori orientali, e nevicate anche sull’Appennino, inizialmente oltre 1000–1300 metri ma con possibili cali di quota nei momenti di precipitazione più intensa.

Neve a bassa quota.
La neve potrebbe ritornare fino a quote molto basse nei prossimi giorni.

Se le masse d’aria più fredde riusciranno a penetrare meglio dalla Porta della Bora o dalla Valle del Rodano, non si esclude qualche episodio di neve a bassa quota al Nord-Ovest e nelle valli interne del Centro.

Nel medio termine (seconda decade di dicembre) lo scenario resta aperto: alcuni modelli suggeriscono nuove discese fredde verso l’Europa, altri una fase più anticiclonica. La presenza di uno SSW precoce, però, ci dice che l’inverno 2025/26 potrebbe essere tutt’altro che monotono, con possibili colpi di scena anche sul Mediterraneo.