Verso un autunno con tanti fenomeni meteorologici estremi, l'Italia dovrà prepararsi a importanti eventi alluvionali

Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si apre la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Ecco quando l'Italia dovrà prepararsi ad affrontarli.

Temporale a supercella.
Con l'arrivo dell'autunno l'Italia si dovrà preparare ad affrontare l'arrivo di fenomeni meteorologici particolarmente estremi.

Con l’arrivo dell’autunno entra di scena quel lungo periodo di transizione che dall’estate ci accompagnerà all’inizio della stagione invernale. Come tutte le stagioni di transizioni l’autunno è un periodo molto complesso, sia dal punto di vista meteorologico e climatico.

Le notti sono più lunghe, le temperature iniziano a calare, soprattutto in montagna e sulle pianure e aree interne del centro-nord. L’atmosfera cambia volto pian piano, anche se la prima parte della stagione può vedere un prolungamento di condizioni tipicamente estive, fino a ottobre inoltrato, con ondate di calore tardive, a seguito di temporanee rimonte dell’anticiclone africano.

Va però detto che in molte località e aree costiere italiane l’autunno è la stagione più piovosa dell’anno, e quella dove si verificano i massimi apporti pluviometrici, a seguito di eventi meteorologici estremi, come nubifragi, alluvioni lampo, o precipitazioni di carattere torrenziale, apportate dal passaggio di profonde saccature o profonde circolazioni depressionarie, di origine extratropicale o subtropicale (vedi “medicanes”).

Come sarà l’inizio dell’autunno?

Secondo le previsioni sperimentali di ECMWF, l'European Center Medium Weather Forecast, la parte iniziale dell’autunno potrebbe vedere temperature sopra le medie stagionali su gran parte del nostro Paese, soprattutto sulle regioni del Sud, maggiormente interessate dalla risalita dell’anticiclone subtropicale.

Settembre 2025.
Secondo i dati del nostro modello di riferimento, basato sul centro di calcolo europeo ECMWF, il mese di settembre vedrà temperature sopra le medie in gran parte del Paese.

La parte finale di settembre e il mese di ottobre, sempre secondo l’analisi di ECMWF, vedrà una prevalenza di geopotenziali e valori di pressione al suolo superiori alle medie del periodo su buona parte dell’Europa e sull’area del Mediterraneo. Solo sulle regioni Settentrionali i valori di pressione e le anomalie positive di temperatura rientreranno su valori più tipici per il periodo.

Tutta colpa del riassetto della circolazione tropicale

La parte iniziale dell’autunno verrà influenzata da grandi quantitativi di calore latente, provenienti dai tropici, attraverso le tempeste tropicali e gli ex uragani che risalendo verso le medie latitudini trasportano enormi quantità di vapore acqueo aspirato precedentemente dai mari tropicali.

Questi flussi di calore, accumulandosi nella media troposfera, potranno favorire lo sviluppo di solidi promontori anticiclonici dinamici, garanti di lunghi periodi di stabilità e clima secco.

Ciò non toglie la possibilità di vedere il temporaneo passaggio di veloci saccature e perturbazioni atlantiche, capaci di originare severe ondate di maltempo sul Paese, con fenomeni anche estremi. Soprattutto sulle regioni del Nord e sui settori tirrenici peninsulari.

Questo tipo di assetto barico dovrebbe proseguire indisturbato, almeno fino alla metà del mese di ottobre. Dopo tale data si farà avanti un fisiologico deterioramento delle condizioni bariche, con un vortice polare sempre più incisivo sulla regione artica, pronto a rafforzare il flusso perturbato principale, abbassandolo fino al Mediterraneo.

Novembre 2025.
Secondo i dati del nostro modello di riferimento, basato sul centro di calcolo europeo ECMWF, novembre potrebbe vedere piogge più abbondanti delle medie sui nostri settori tirrenici.

In questo caso le grandi perturbazioni oceaniche riusciranno a raggiungere senza grossi problemi l’Italia, arrecando importanti ondate di maltempo, con precipitazioni importanti al Nord e sulle zone tirreniche. Ma un incremento della piovosità si vedrà pure al Sud e sulle Isole. Solo sulle coste adriatiche e sull’area ionica le piogge risulteranno inferiori alle medie stagionali, con probabili situazioni di deficit idrici all’estremo Sud.

Alto rischio fenomeni estremi ed eventi alluvionali

Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si apre la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Come accade spesso in questi mesi, soprattutto fra il mar Ligure, il Tirreno e i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia.

La formazione dei primi cicloni sul mar Ligure o sul mar di Corsica spesso produce una intensa ventilazione dai quadranti meridionali nei bassi strati, con formazione di “linee di confluenza” in mare che generano intensi “forcing” convettivi sui versanti sopravvento dell’Appennino.

Le forti correnti ascensionali che si sviluppano al traverso di queste “linee di confluenza venti”, lungo il settore caldo pre-frontale, salendo alle alte quote vengono, a loro volta vengono spazzate dai fortissimi venti presenti nell’alta troposfera, collegati al passaggio di un ramo del “getto polare”.

Fenomeni violenti.
Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si apre la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Come accade spesso in questi mesi, soprattutto fra il mar Ligure, il Tirreno e i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia.

Da qui si viene a creare una vasta area di “convezione inclinata” (slantwise convection), che favorisce la formazione di grossi sistemi convettivi a mesoscala che raggiungendo le catene montuose, come l’Appennino Ligure, possono sostare per intere ore, se non addirittura giorni, sulle medesime aree, causando precipitazioni di carattere torrenziale.

Nella parte finale dell’autunno i primi cicloni mediterranei

Sul finire dell’autunno, in particolare nel mese di novembre, le saccature atlantiche penetrando direttamente sul bacino centrale del Mediterraneo, accompagnate da forti avvezioni di vorticità positiva, agevoleranno lo sviluppo dei primi profondi cicloni mediterranei, sui mari che circondano l’Italia.

Generalmente queste sono le configurazioni più pericolose, capaci di produrre ondate di maltempo estreme, e addirittura veri e propri eventi alluvionali.

I cumulativi di 200-400 mm in 24 ore non sono così insoliti, con conseguenti eventi alluvionali e inondazioni. Inoltre le ciclogenesi secondarie mediterranee spesso sono accompagnate da intensi venti meridionali nei bassi strati, mentre in quota prevalgono intensi flussi dai quadranti sud-occidentali o occidentali che enfatizzano lo “shear” del vento lungo l’intera colonna atmosferica, favorendo lo sviluppo di “supercelle” (soggetti convettivi dotati di una propria rotazione) e tornado.