Alla scoperta degli stratocumuli, le affascinanti nubi che dominano il cielo nelle fredde giornata autunnali e invernali

Queste nuvole spesso accompagnano le fredde e uggiose giornate autunnali e invernali, colorando il cielo durante l'alba e il tramonto. In alcuni casi si possono abbassare fino al suolo.

Stratocumuli.
Gli stratocumuli si formano in presenza di uno strato di inversione termica che limita il movimento verticale dell’aria. Questo “tappo” atmosferico comprime le nubi, facendole espandere orizzontalmente in uno strato.

Con l’arrivo del primo freddo autunnale questo tipo di nube diventa protagonista delle giornate di fine anno. Stiamo parlando degli stratocumuli, caratterizzati da un aspetto grigio, esteso e ondulato, con forme tondeggianti che ricordano un mosaico celeste.

Anche se appartengono alla categoria di nubi stratificate sono molto basse. Spesso le troviamo fra i 500 e i 1500 metri di altezza. Ma in qualche caso, come capita spesso sulla Pianura Padana, la loro base si può abbassare fino al suolo.

Si presentano come strati estesi di nuvole grigie o biancastre, spesso interrotte da schiarite, con un aspetto a “ciottoli” dovuto alla loro struttura tondeggiante. Non sono generalmente associate a precipitazioni intense, ma possono produrre pioviggini, piogge leggere o nevischio, specialmente in inverno, quando il termometro scende sotto lo zero.

Perché sono tipici dell’autunno e dell’inverno?

Gli stratocumuli sono frequenti in autunno e inverno a causa delle condizioni atmosferiche tipiche di queste stagioni. Durante i mesi più freddi, l’atmosfera tende a essere più fredda e stabile, con temperature più basse in superficie a causa del forte irraggiamento notturno che origina il fenomeno dell’inversione termica.

L’aria umida si raffredda, spesso a causa del contatto con una superficie fredda (come il terreno in autunno o inverno) o per l’arrivo di un fronte freddo. Quando l’aria raggiunge il punto di rugiada, il vapore acqueo si condensa formando minuscole goccioline d’acqua o cristalli di ghiaccio.

Gli stratocumuli si formano in presenza di uno strato di inversione termica che limita il movimento verticale dell’aria. Questo “tappo” atmosferico comprime le nubi, facendole espandere orizzontalmente in uno strato.

Inoltre, sia il vento in quota che le turbolenze presenti sopra lo strato d’inversione termica, tendono a frammentare lo strato nuvoloso, creando le tipiche “palline” o “rotoli” che caratterizzano gli stratocumuli.

La loro tipica forma tondeggiante deriva dal fatto che l’inversione termica impedisce loro di svilupparsi verticalmente, conferendo un aspetto piatto ma ondulato, con bordi arrotondati che ricordano un tappeto di ciottoli.

Quando in autunno e inverno l’umidità rimane incastrata nei bassi strati

Fra l’autunno e l’inverno capita che dopo il passaggio di una intensa perturbazione, che ha portato piogge abbondanti, la spinta da ovest di un promontorio anticiclonico favorisce la stabilizzazione dell'atmosfera che tende ad asciugarsi dall’alto verso il basso.

Durante questa fase, a causa anche delle subsidenze atmosferiche, può capitare che l’umidità, lasciata in eredità dalla perturbazione, rimanga intrappolata negli strati più bassi dell’atmosfera (quelli più vicini al suolo).

Stratocumuli, nuvole.
Si presentano come strati estesi di nuvole grigie o biancastre, spesso interrotte da schiarite, con un aspetto a “ciottoli” dovuto alla loro struttura tondeggiante. Non sono generalmente associate a precipitazioni intense, ma possono produrre pioviggini, piogge leggere o nevischio, specialmente in inverno, quando il termometro scende sotto lo zero.

Il ristagno di questa massa d’aria umida, mentre alle quote più alte circola aria più secca, favorisce lo sviluppo di questo tappetto nuvoloso, che può coprire intere regioni, per diversi giorni, con cieli molto nuvolosi o coperti, malgrado l’alta pressione.

I fenomeni ottici legati a queste nubi

Gli stratocumuli sono un elemento distintivo dei cieli autunnali e invernali, spesso associati a giornate grigie ma non necessariamente piovose. Osservarli può essere un modo per apprezzare la complessità della meteorologia e la bellezza delle stagioni più fredde.

Possono essere formati da minuscole goccioline d’acqua o piccoli cristalli di ghiaccio. In quest’ultimo caso si possono verificare spettacolari fenomeni iridescenze, specie nelle giornate più fredde invernali. La presenza di virghe o cristalli di ghiaccio, lungo le loro basi, può originare anche fenomeni di aloni solari e lunari.