Alla scoperta del fenomeno della sessa, responsabile dell'acqua alta su Venezia

Il fenomeno delle sesse è particolarmente importante nell’analisi di particolari fenomeni di marea, come l’acqua alta nell’Adriatico settentrionale.

Nell’alto Adriatico spesso le onde di sessa si sovrappongono al massimo di marea astronomico, determinando il fenomeno dell’acqua alta su Venezia.

La sessa non è altro che una grande oscillazione longitudinale delle acque di un bacino (lago o mare interno) prodotto dal passaggio di una intensa perturbazione. In pratica la sessa altro non è che un fenomeno analogo allo “Storm Surge”, ossia un anomalo innalzamento del livello medio delle acque oceaniche indotto dal brusco calo della pressione barometrica e dalla contemporanea azione di forti venti di tempesta, diretti verso la costa, che accompagna il passaggio di un intenso ciclone tropicale o una profondissima area depressionaria extratropicale.

Tale fenomeno l’abbiamo sulle coste del New Jersey nell’ottobre del 2012, in particolare sulla costa di Atlantic City, durante il “landfall” del profondissimo ciclone sub-tropicale “Sandy”, la cui pressione centrale aveva raggiunto i 940 hPa, un valore estremamente basso per la costa nord-orientale degli USA.

Nell’alto Adriatico è molto noto, poiché quando soffiano forti venti di scirocco o bora accompagna l’ingresso dell’acqua alta sulla laguna di Venezia.

Ma come si origina la “sessa”?

Le onde di sessa consistono in moti oscillatori che si originano in conseguenza di improvvisi abbassamenti della pressione atmosferica. Nei laghi a causa di un forte squilibrio barico o di un forte vento si manifesta un innalzamento del livello delle acque su di una riva, quella esposta al vento, ed un abbassamento sulla riva apposta sottovento.

Una volta cessata l’azione perturbatrice del vento, con il graduale rialzo della pressione atmosferica, la massa d’acqua subisce una serie di oscillazioni stazionarie che in genere hanno una durata di alcune ore.

Il fenomeno della sessa si verifica anche su alcuni mari chiusi come le coste della Sicilia occidentale dove, in particolari condizioni, quando soffiano intensi venti occidentali, le oscillazioni possono raggiungere altezze considerevoli, anche di alcuni metri. Qui il fenomeno è chiamato “marrobbio“.

Il fenomeno delle sesse è particolarmente importante nell’analisi di particolari fenomeni di marea, come l’acqua alta nell’Adriatico settentrionale.

Anche nei grandi specchi lacustri del nord Italia (lago di Garda, Maggiore, d’Iseo, ecc.) la sessa è un fenomeno molto noto quando soffiano forti venti trasversali con forti squilibri barici tra le rive opposte. Nell’alto Adriatico spesso le onde di sessa si sovrappongono al massimo di marea astronomico, determinando il fenomeno dell’acqua alta su Venezia.

Il fenomeno delle sesse è particolarmente importante nell’analisi di particolari fenomeni di marea, come l’acqua alta nell’Adriatico settentrionale. In casi particolari di ampie escursioni di marea, onde di “sessa” e venti di scirocco, nel nord Adriatico si possono determinare notevoli innalzamenti del livello del mare sotto costa, come avvenne durante la terribile alluvione del 1966.

Lo storico evento del 4 novembre 1966

Proprio il 4 Novembre del 1966, per colpa di una delle più violente sciroccate dell’ultimo secolo che si sono “canalizzate” sull’intero Adriatico, l’acqua alta su Venezia raggiunse il record storico assoluto di ben 194 cm, inondando l’intera città.

Il fortissimo scirocco, oltre a creare grandi ondate, fino a 5,0 metri, sollevò l’acqua di quasi 2 metri dentro la laguna. Si tratta del record di massima altezza dell’acqua alta.

Tale innalzamento delle acque indotto dallo scirocco, molte volte, si va a sommare ai picchi massimi della marea astronomica (nelle fasi di luna nuova e luna vecchia), che sull’alto Adriatico, per ragioni morfologiche, sono più elevati che negli altri bacini del Mediterraneo.

Specie durante il periodo autunnale, l’inverno e l’inizio della primavera, la marea astronomica, risentendo delle varie fasi lunari, accentuandosi nei periodi di novilunio e plenilunio, sommandosi all’azione dei forti venti di scirocco che salgono tutto l’Adriatico, può riuscire a frenare il reflusso delle acque dell’intero bacino, intensificando ulteriormente i loro effetti quando risultino estesi all’intera lunghezza dell’Adriatico.

Più sarà intenso ed esteso (ampio “Fetch”) il flusso sciroccale che dal Canale d’Otranto si spinge fino alle coste venete e friulane, maggiori saranno le probabilità di assistere ad un sostenuto innalzamento della marea sulla città lagunare.