Alla scoperta della più grande foresta d'Italia, una fucina di endemismi e biodiversità

Si tratta di un territorio antichissimo, le prime formazioni risalgono infatti al Cambriano, oltre 600 milioni di anni fa, e rappresenta forse la più vasta formazione di questo tipo in Europa. L’area rimasta pressochè incontaminata ospita varie specie di piante e animali.

Si tratta di un territorio antichissimo, le prime formazioni risalgono infatti al Cambriano, oltre 600 milioni di anni fa, e rappresenta forse la più vasta formazione di questo tipo in Europa.

La foresta più grande d’Italia si trova in Sardegna, più precisamente nell’area dove sorge il Parco Naturale del Sulcis, una foresta di 68,868 ettari che si estende nel Sud Ovest della Sardegna, e che comprende al suo interno, la Riserva Naturale di Monte Arcosu e ben sei foreste demaniali: Gutturu Mannu, Is Cannoneris, Monte Nieddu, Pixina Manna, Pantaleo, Tamara Tiriccu.

Si tratta di un territorio antichissimo, le prime formazioni risalgono infatti al Cambriano, oltre 600 milioni di anni fa, e rappresenta forse la più vasta formazione di questo tipo in Europa. L’area rimasta pressochè incontaminata ospita varie specie di piante e animali, su tutti quella maggiormente conosciuta è quella del famoso cervo sardo, sottospecie endemica sardo-corsa del cervo europeo.

Caratteristica della foresta

Distese di boschi di leccio, macchia mediterranea e conifere, la foresta può essere percorsa grazie ad un sistema di segnaletica esaustiva ai fini escursionistici. Oggi la foresta è costituita dalla tipica macchia mediterranea, con caratteristiche di bosco ceduo, dove prevale il leccio.

Anche se interrotta in vari punti, la formazione forestale raggiunge un'estensione tale da essere considerata la lecceta secondaria più vasta d'Europa. Il notevole numero di corsi d'acqua, tutti a regime torrentizio, favorisce lo sviluppo di questa vegetazione decisamente composita sotto l'aspetto paesaggistico.

Si tratta di uno dei paesaggi più suggestivi apprezzabili soprattutto con il trekking e con le escursioni a cavallo, presente in tutti i fondivalle. Fra le specie rappresentative di questa cenosi si annoverano la tamerice (nelle zone più basse), l'oleandro, l'ontano nero, l'agnocasto, il salice rosso, la vite selvatica.

Si tratta di uno dei paesaggi più suggestivi apprezzabili soprattutto con il trekking e con le escursioni a cavallo, presente in tutti i fondivalle.

Andando verso le quote più elevate troviamo pure i famosi cisti, la ginestra spinosa, l'euforbia arborea, l'olivastro. Nel settore meridionale è ampiamente diffuso il carrubo in forma sia arbustiva sia arborea.

La vegetazione arbustiva del sottobosco è rappresentata in particolare dalle liane spinose (Smilax aspera e Rubus ulmifolius) e dal pungitopo, mentre quella erbacea annovera diverse specie dalla fioritura suggestiva: il ciclamino, un notevole numero di specie di orchidee, margheritine, ranuncoli, anemoni, Crocus, viole. presenti nel sottobosco vero e proprio o nelle radure.

Nell’area, inoltre, si annoverano importanti endemismi, come la Genista corsica (sardo-corso), la Genista aetnensis (siculo-sardo), l'Helichrysum montelinasanum. Quest'ultimo, ritenuto per lungo tempo un endemismo esclusivo del monte Linas, è stato in realtà rinvenuto anche nei monti del Sulcis.

Una fauna ricca e variegata

Una foresta di queste dimensioni è abitata da una fauna ricca e variegata, con tantissime specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi. Fra i mammiferi la specie di maggior interesse è il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus, endemismo sardo). L'habitat naturale di questa specie era rappresentato dalle foreste che si estendevano sui rilievi montuosi della Sardegna meridionale.

L'areale originario si estendeva tuttavia in Corsica e in tutta la Sardegna. Specie minacciata d'estinzione, il cervo sardo trova nelle aree protette del Sulcis l'ambiente ideale per la sua sopravvivenza, costituendo la popolazione più numerosa. Negli anni ottanta la popolazione era stimata intorno ai 500 esemplari, ma nel 2005 è stata censita una popolazione di circa 1000 esemplari solo nella Riserva di monte Arcosu o Oasi del Cervo e della Luna e oltre 1500 nelle foreste di Pantaleo, Is Cannoneris, Gutturu Mannu e Monte Nieddu.

Tra gli ungulati è presente anche il daino (Dama dama). Questa specie si estinse in Sardegna negli anni 60, ma è stato reintrodotto dall'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna in diversi parchi. Popolazioni di Daino sono presenti nelle foreste di Pantaleo e Is Cannoneris e nella Riserva di monte Arcosu o Oasi del Cervo e della Luna.

Immancabile pure il cinghiale (Sus scrofa meridionalis), il terzo mammifero, in ordine d'importanza, presente nel parco e probabilmente costituisce una delle popolazioni più numerose dell'isola. Fra i mammiferi predatori va citata la presenza della volpe sarda, del gatto selvatico sardo, di alcuni mustelidi.

Oltre ai mammiferi molto nutrita è la rappresentanza degli uccelli, in modo particolare i rapaci, con la presenza dell'aquila reale (Aquila chrysaetos), l'aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), l'astore sardo (Accipiter gentilis arrigoni, endemismo sardo), il falco pellegrino (Falco peregrinus).

Fra i rettili è comunissimo il biacco (Coluber viridiflavus) e le altre specie si segnalano le bisce acquatiche, mentre fra gli anfibi troviamo interessanti endemismi, come l’esempio della raganella sarda (Hyla sarda).