Alla scoperta del fantasma dei boschi, il gatto selvatico europeo

L’incremento di alcune popolazioni selvatiche con conseguente ricolonizzazione naturale dell'areale storico della specie in alcune regioni, ha probabilmente facilitato l'interazione riproduttiva tra i gatti selvatici e quelli domestici, aumentando così il rischio di introgressione genica.

Molto particolare la diffusione sul territorio nazionale. Secondo gli ultimi studi in Italia vivono ben quattro differenti popolazioni di gatto selvatico europeo, differenziate da Nord a Sud.

Il gatto selvatico europeo, nome scientifico Felis silvestris silvestris, è una sottospecie continentale presente in un vasto areale comprendente la Scozia, l’Europa centrale e i Balcani. Presente anche in Italia, con una popolazione stimata in circa 700 – 800 individui, vive sulle Alpi Giulie ed in alcune valli delle Alpi Carniche, sulle Alpi occidentali, sull’Appennino centrale, sull’Appennino calabro, nel Gargano, nel Vulture. Ma diversi esemplari vivono pure nei boschi delle aree più interne della Sardegna e della Sicilia.

Molto particolare la diffusione sul territorio nazionale. Secondo gli ultimi studi in Italia vivono ben quattro differenti popolazioni di gatto selvatico europeo, geneticamente differenziate, che, probabilmente, hanno avuto origine a seguito delle alterazioni causate dai cambiamenti climatici del passato, dagli eventi evolutivi storici e dalle recenti pressioni antropogeniche, e che possono essere considerate delle "unità di conservazione significative", rilevanti per la conservazione della specie stessa.

L’ibridazione con il gatto domestico

L’incremento di alcune popolazioni selvatiche con conseguente ricolonizzazione naturale dell'areale storico della specie in alcune regioni (come per esempio lungo la dorsale appenninica settentrionale), in concomitanza con l’ampia diffusione della popolazione di gatti randagi o rinselvatichiti, ha probabilmente facilitato l'interazione riproduttiva tra i gatti selvatici e quelli domestici, aumentando così il rischio di introgressione genica.

Pertanto, per sviluppare adeguati piani di conservazione della specie ed allocare correttamente le risorse per la loro realizzazione, diventa fondamentale aggiornare costantemente la distribuzione della specie su tutto il territorio italiano, approfondire la conoscenza sullo stato sanitario delle popolazioni selvatiche, rilevare in maniera accurata gli esemplari ibridi e quantificare del tasso di introgressione nelle popolazioni ibridate.

L’incremento di alcune popolazioni selvatiche con conseguente ricolonizzazione naturale dell'areale storico della specie in alcune regioni, in concomitanza con l’ampia diffusione della popolazione di gatti randagi o rinselvatichiti, ha probabilmente facilitato l'interazione riproduttiva tra i gatti selvatici e quelli domestici, aumentando così il rischio di introgressione genica.

In Sardegna e in Sicilia vivono delle popolazioni, quasi del tutto ibridate con il gatto domestico. Sebbene quello che comunemente chiamiamo gatto domestico discenda dal gatto selvatico africano, il gatto siciliano, discende invece da quello europeo.

Eppure, soprattutto il siculo, è a sua volta differente e la spiegazione sta nel fatto che la Sicilia è appunto un’isola e il gatto selvatico (come anche altre specie siciliane) si è adattato a questo ambiente con il risultato di avere un patrimonio genetico unico, nettamente distinto rispetto alle altre popolazioni di gatti selvatici presenti in Italia.

Perché viene chiamato il fantasma dei boschi?

Si tratta di uno degli animali selvatici più schivi presenti in natura, alle nostre latitudini. Infatti il gatto selvatico è molto difficile da incontrare nel suo habitat naturale. Le basse densità e la piccola taglia, nonché la predilezione per zone boscate e cespugliate, aree rocciose e versanti poco accessibili all’uomo, lo rendono un vero e proprio fantasma dei boschi.

Finora le poche foto e i video che lo ritraggono nel suo ambiente naturale sono stati realizzati grazie all’ausilio di foto trappole, ubicate in luoghi poco battuti dall’uomo. Per il suo carattere molto schivo e riservato il gatto selvatico è un animale molto difficile da poter osservare.

Ecco perché sono stati davvero pochissimi i fortunati ad averlo visto camminare fra i boschi, in determinati orari di giornata. Il gatto selvatico ha una dieta ampia e variegata, caratterizzata da uccelli, rettili, anfibi, piccoli mammiferi e insetti, ma a seconda delle risorse disponibili, esso può specializzarsi e predare in maniera sistematica un singolo tipo di prede.