L'importanza degli alberi di olivo per la tenuta dei delicati ecosistemi del Mediterraneo

A differenza di altre forme di attività agricola, che determinano solitamente un impoverimento degli habitat, gli oliveti condotti con metodi tradizionali rappresentano un ambiente semi-naturale e svolgono un’importante funzione ecologica.

olivo
Oltre a fornire l’elemento principe della dieta mediterranea, l’olio, e ad avere un elevato valore culturale, gli olivi hanno un’eccezionale e, forse, poco nota, valenza ambientale

Sono senza ombra di dubbio la pianta simbolo dell’area mediterranea. Gli alberi di olivo sono tra i più antichi alberi da frutto coltivati e rivestono un ruolo di primo piano nella vita e nell’economia di diversi paesi.

Oltre a fornire l’elemento principe della dieta mediterranea, l’olio, e ad avere un elevato valore culturale, gli olivi hanno un’eccezionale e, forse, poco nota, valenza ambientale.

Perché sono così importanti per gli ecosistemi?

Gli olivi offrono indispensabili servizi ecosistemici, sono in grado, ad esempio, di contrastare gli effetti dell’erosione eolica, idrica e conseguenti alla perdita di sostanza organica del suolo.

Gli oliveti più antichi e coltivati con metodi a basso impatto ambientale, presentano caratteristiche simili a macchie e foreste e, allo stesso modo, svolgono un ruolo strategico nel limitare la perdita di suolo arginando la desertificazione.

Gli oliveti secolari sono una sorta di punto d’incontro tra un ambiente selvatico e un’area adibita a coltivazione intensiva, costituiscono dunque aree a livelli di naturalità intermedia che fungono da cuscinetto in zone agricole sempre più antropizzate, rappresentando un prezioso rifugio per la biodiversità. In particolare per diverse specie di uccelli, sia stanziali che migratori.

Rifugio di biodiversità

Tra le chiome degli olivi, i loro tronchi nodosi e ricchi di cavità e le loro imponenti radici, trovano rifugio e sostentamento una grande varietà di specie animali. A differenza di altre forme di attività agricola, che determinano solitamente un impoverimento degli habitat, gli oliveti condotti con metodi tradizionali rappresentano un ambiente semi-naturale e svolgono un’importante funzione ecologica.

oliveti
Gli antichi oliveti rappresentano un vero e proprio serbatoio di biodiversità per le specie animali e vegetali.

Gli antichi oliveti rappresentano un vero e proprio serbatoio di biodiversità per le specie animali e vegetali. Dalle piantagioni di olivo dipende, addirittura, la sopravvivenza di alcune specie endemiche di piante, minacciate dai cambiamenti nell’uso del territorio e dall’abbandono delle aree rurali.

Gli olivi ospitano numerose specie animali, a cominciare da una ricca fauna di artropodi. L’abbondanza di insetti e la varietà vegetale attirano un gran numero di uccelli, ne sono state rilevate oltre trenta specie, sia svernanti che nidificanti. Fra queste quelle più comuni sono: verdoni, cardellini, gufi, upupe, cinciallegre, colombacci e persino poiane.

L’oliveto è inoltre frequentato, specie nei mesi invernali, da un cospicuo numero di mammiferi, tra cui il riccio, la volpe, la faina e il pipistrello nano. Ma sotto gli alberi di olivo trovano rifugio pure diverse specie di rettili, fra cui lucertole, gechi.

La vita che popola gli oliveti

Il gran numero di animali selvatici che nidifica, sverna e si nutre tra gli olivi, si spiega con gli antenati di questi antichi alberi. L’olivo infatti non è altro che la forma innestata dell’olivo selvatico, elemento fondamentale della vegetazione sempreverde, uno dei principali tipi di ecosistemi mediterranei.

La flora dell’ecosistema oliveto presenta una eccezionale somiglianza con la flora degli ecosistemi di tipo mediterraneo, assicurando le condizioni per l’esistenza di una moltitudine di habitat per gli animali.

Il merito, però, è anche della sapienza umana che ha dato vita agli oliveti secolari, cercando di creare un equilibrio tra l’ambiente e le colture al fine di ridurre al minimo la necessità di interventi umani e di innalzare il livello di biodiversità.

Gli storici oliveti secolari

In Europa esistono antichi esseri viventi che hanno assistito imperturbabili alla nascita e al declino di numerose civiltà, sono gli olivi millenari. L’Italia ospita numerosi olivi monumentali, che godono cioè di un’età plurisecolare e determinate misure del tronco e dell’altezza.

oliveto
Gli oliveti secolari sono una sorta di punto d’incontro tra un ambiente selvatico e un’area adibita a coltivazione intensiva

Uno dei luoghi migliori per ammirare alcuni di questi patriarchi è la Puglia, dove la coltivazione dell’olivo risale a 3000 anni fa. Qui, tra Ostuni, Monopoli, Fasano e Carovigno, sorge la Piana degli olivi secolari, l’area a maggior concentrazione di ulivi secolari, tra cui molti millenari.

L’olivo più antico d’Italia, chiamato il Patriarca o S’Ozzastru (cioè, l’Olivastro), si trova però in Sardegna, nel comune di Luras, ha oltre quattromila anni e presenta misure eccezionali. Il tronco è di quasi dodici metri, mentre il diametro della chioma ne misura ventuno.

Nel Lazio si trova l’ulivo di Palombara Sabina, appartenente all’antica varietà Salus alba, con un’età stimata di tremila anni e una circonferenza superiore ai dodici metri. Ulivi millenari si stagliano inconfondibili anche in Toscana, Sicilia e in Umbria, mentre in Veneto è possibile trovarsi al cospetto di piante secolari, come quelle presenti nella tenuta Villa Are, nella collina delle Torricelle.