Che succede quando due uragani si avvicinano troppo tra loro? Alla scoperta dell'effetto Fujiwhara
Si tratta di un fenomeno molto raro che capita solo quando due cicloni tropicali si avvicinano un po' troppo, influenzandosi a vicenda, e producendo importanti cambiamenti di traiettoria di questi sistemi.

L’effetto Fujiwhara è un fenomeno meteorologico che si verifica quando due cicloni tropicali (o uragani) si avvicinano a una distanza critica, interagendo tra loro in modo da influenzare reciprocamente i loro movimenti e, in alcuni casi, la loro struttura.
Questo effetto, descritto per la prima volta dal meteorologo giapponese Sakuhei Fujiwhara nel 1921, è di grande interesse per la comunità scientifica e operativa in meteorologia, poiché può complicare le previsioni dei percorsi e dell’intensità degli uragani, con implicazioni significative per la sicurezza e la gestione delle emergenze.
Cos’è l’effetto Fujiwhara?
L’effetto Fujiwhara si verifica quando due cicloni tropicali si trovano a una distanza sufficientemente ravvicinata (tipicamente inferiore a 1400 km) da iniziare a interagire gravitazionalmente e dinamicamente attraverso i loro campi di vento.
Secondo la letteratura scientifica questo fenomeno è governato dalla dinamica dei vortici in un fluido rotante, come l’atmosfera terrestre.
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— INNOVATIVEwx (@Innovative_wx) September 26, 2025
It's entirely possible that we will get to witness a RARE & AWESOME phenomenon known as the Fujiwhara Effect - This occurs when 2 hurricanes get close enough together and spin around a common center! Video on this will be posted later!#fujiwhara pic.twitter.com/FQzyh4iyJK
I cicloni tropicali, essendo strutture vorticose a bassa pressione, generano un flusso d’aria circolare che può influenzare il movimento di un altro ciclone nelle vicinanze.
Il comportamento risultante dipende principalmente da tre fattori. Più i cicloni sono vicini, maggiore è l’interazione. Cicloni tropicali di dimensioni simili tendono a orbitare attorno a un punto comune, mentre un ciclone più grande può dominare uno più piccolo.
Le dinamiche dietro a questo incredibile fenomeno
L’effetto Fujiwhara si manifesta attraverso un’interazione dinamica tra i campi di vento dei due cicloni. Quando due cicloni tropicali si avvicinano, i loro flussi d’aria circolari (che in genere ruotano in senso antiorario nell’emisfero nord e orario nell’emisfero sud) iniziano a influenzarsi reciprocamente.
Quando i cicloni sono a una distanza compresa tra 1000 e 1400 km, i loro campi di vento iniziano a perturbarsi a vicenda, modificando leggermente le traiettorie.
La formazione dell’effetto Fujiwhara è favorita da condizioni specifiche, come la presenza di più cicloni tropicali attivi nello stesso bacino oceanico, come l’Atlantico occidentale o il Pacifico nord-occidentale, dove la formazione di uragani è più comune. Ad esempio, il Pacifico nord-occidentale, con la sua alta frequenza di tifoni, è una regione dove l’effetto Fujiwhara si verifica più spesso.
Cosa Accade ai cicloni tropicali coinvolti?
L’esito dell’effetto Fujiwhara dipende dalla distanza, dalla dimensione e dall’intensità dei cicloni coinvolti. Secondo la letteratura scientifica, si possono osservare diversi scenari.

Se i due cicloni hanno dimensioni e intensità simili, possono orbitare attorno a un punto comune per un certo periodo senza fondersi, per poi separarsi seguendo traiettorie modificate. Questo è il caso più comune.
Anche senza fusione, l’interazione può deviare uno o entrambi i cicloni da traiettorie previste, spingendoli verso nuove direzioni. Questo è particolarmente critico per le previsioni a medio-lungo termine.
Mentre in rari casi l’interazione può portare all’indebolimento di uno o entrambi i cicloni, specialmente se si verifica uno scontro tra i loro campi di vento che disturba la struttura interna dei vortici.
Alcuni esempi di effetto Fujiwhara
Sono diversi i casi e gli esempi di effetto Fujiwhara fra Atlantico e Pacifico. Un esempio storico dell’effetto Fujiwhara si è verificato nel 1995, quando i tifoni Oscar e Pat, nel Pacifico nord-occidentale, hanno interagito, modificando le loro traiettorie e causando difficoltà nelle previsioni (Lander & Holland, 1993).
Un altro caso, molto più recente, è stato osservato nel 2017, quando gli uragani Irma e Jose nell’Atlantico hanno mostrato segni di interazione, anche se non hanno raggiunto una fusione completa.