Clima, l'Italia non ospiterà la conferenza COP26

Spetterà al Regno Unito con cui il Bel Paese ha siglato un accordo di partenariato. In Italia si svolgeranno la pre-COP, l’evento preparativo, e la YouthCop, la Cop dei giovani

L’Italia non ospiterà la Cop26, la Conferenza Onu sul clima del 2020. L’onore andrà al Regno Unito. Il Bel Paese organizzerà la pre-COP, l’evento preparativo, e la YouthCop, la Cop dei giovani, in vista del vertice globale sui cambiamenti climatici. Lo ha annunciato in una nota stampa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

“Questa corsa verso la Cop26 un avvenimento fondante per il futuro del pianeta, non ha mai visto Italia e UK su fronti opposti ma al lavoro insieme per il bene del Pianeta”, ha dichiarato Costa. Ieri i due paesi hanno siglato un accordo di partenariato “per un’azione decisiva contro i cambiamenti climatici e per modificare il paradigma ambientale”. Italia e Gran Bretagna, ha proseguito, sono accomunate da una “ambizione ambientale molto elevata” e questo partenariato “è una bellissima notizia che ci inorgoglisce”.

Le indiscrezioni sul perché l'Italia non ospiterà la Cop26

La decisione non è stata ancora ufficializzata, anche se i negoziatori delle Nazioni Unite riuniti a Bonn, dove è in corso la conferenza sui cambiamenti climatici che coinvolgerà per 10 giorni circa 3 mila esperti, potrebbero rendere nota la decisione entro pochi giorni.

Secondo quando riportato dal media britannico BBC, molti paesi europei non avrebbero supportato la candidatura dell’Italia sia per l’incapacità imputata al Paese di riuscire a ospitare un evento di così ampia portata sia perché sinora la Lega, partito a capo del governo insieme al movimento 5 stelle, non ha fatto quasi nulla di concreto per promuovere e sostenere misure volte a contrastare il cambiamento climatico.

Botta e risposta sulla candidatura di Milano

Nemmeno un paio di settimane fa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala si era detto scettico sulla possibilità di portare nel capoluogo lombardo la conferenza mondiale sul clima del 2020, la più importante dopo la Cop21 di Parigi. “Non sono molto ottimista, mi sembra che Londra sia decisamente favorita - aveva affermato - Ci si può lavorare, ma bisogna capire qual è la convinzione del governo”.

Pronta la risposta del capo di dicastero: “È strano che il sindaco di Milano esprima perplessità sulla candidatura italiana alla Cop26. Come io stesso ho annunciato proprio in una visita al capoluogo lombardo non molto tempo fa”.

La candidatura dell’Italia alla Cop26 era stata formalizzata a marzo del 2019 quando era stata consegnata la lettera ufficiale in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. “Si decideranno gli obiettivi concreti che tutto il mondo dovrà rispettare al 2030. Sarà una Cop che vorrà dire moltissimo, e noi vogliamo essere gli attori principali di questo disegno”, evidenziava a marzo il ministro.