COP25, emergono i primi contrasti

Clamoroso al vertice ONU sul clima, l’Arabia Saudita richiede un Rapporto Speciale IPCC sui dubbi della scienza. Di cosa si sta parlando a Madrid? Ecco le ultime novità.

La cerimonia di apertura di COP 25, con la presidente Carolina Smith che ha sottolineato l'importanza della scienza (foto: Luca Lombroso)

Entrano nel vivo i negoziati alla 25° Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Fin dalla cerimonia inaugurale, è stato più volte sottolineato il ruolo della scienza. La presidentessa di COP 25, Carolina Smith (Ministra dell’Ambiente del Cile) nel suo discorso in plenaria ha detto che la scienza è fondamentale per le soluzioni del cambiamento climatico. Il negoziato deve tenere necessariamente conto della scienza, per la necessità e urgenza di agire, per rendere più ambiziosi gli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima e per le soluzioni, che altrettanto devono tenere conto della miglior scienza disponibile.

Malgrado questi moniti però, a Madrid sembrano emergere i primi contrasti

I negoziati in corso

In questa prima settimana, gruppi di lavoro tematici e organi sussidiari della Conferenza delle Parti svolgono il lavoro preparatorio di preparazione e discussione dei vari documenti che dovranno poi essere approvati al termine delle due settimane di negoziati. In questa COP non saranno prese decisioni di tagli veri e propri delle emissioni serra, ma sarà preparato il quadro regolamentare necessario poi, nel prossimo anno, per rivedere gli impegni nazionali di riduzione.

Impegni che così come sono stati presentati ala COP 21 di Parigi sono ampiamente insufficienti e condurrebbero il mondo verso un riscaldamento catastrofico di oltre 3°C rispetto all’era preindustriale. Insomma, si parla più di questioni tecniche e burocratiche che sostanziali. Aspetti comunque importanti, fra i quali questioni relative alla finanza e al comitato permanente per la finanza (SCF), il finanziamento a lungo termine del clima, il fondo per l’adattamento e i piani nazionali di adattamento.

Il tema più importante in discussione è l’applicazione dell’art.6 dell’Accordo di Parigi sul clima, che riguarda i meccanismi di mercato e non di mercato delle quote di carbonio. Ancor prima che esca una bozza di testo, nei meeting informali sono già emersi vari contrasti fra gli Stati, soprattutto su questioni di contabilità della CO2. In pratica, occorre stabilire, per esempio, chi conteggia le riduzioni emissioni quando un paese industrializzato aiuta un paese in via di sviluppo.

I primi contrasti: l’Arabia dubita della scienza del clima

Un colpo di scena è avvenuto durante una discussione informale e preparatoria in tema di ricerca e osservazioni sistematiche. A preparare questo tema è il SBSTA, organo sussidiario tecnico scientifico della conferenza delle parti.

Nella presentazione dello stato del clima 2019 l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha più volte sottolineato, oltre alle evidenze scientifiche, la mancanza di dati e di stazioni meteorologiche in alcune zone del globo, come l’Africa, il sud America e altre zone del pianeta.

Nel corso della discussione, alcuni delegati fra cui Tanzania, Fiji, e India hanno sottolineato la necessità di sostenere l'osservazione sistematica continua, specialmente nei paesi in via di sviluppo e negli oceani.

Clamoroso l’intervento del delegato dell’Arabia Saudita, che ha detto che in realtà la scienza non è chiara e ha avanzato la richiesta di un nuovo special Report dell’IPCC sul GAP della scienza del clima. La facilitatrice della discussione ha rigettato la richiesta, in quanto la discussione riguardava, appunto, le osservazioni sistematiche.

Certo però questa potrebbe essere la premessa di contrasti nei prossimi giorni, e un altro segnale è la cancellazione di un incontro partecipato con la società civile e i portatori di interesse con la presidenza della COP. Previsto inizialmente per mercoledì pomeriggio, l’incontro è stato cancellato a causa di “conflitti imprevisti e non disponibilità dei partecipanti chiave.

E Greta Thunberg?

La giovane attivista svedese, che tanto ha contribuito ad aumentare la sensibilità dei giovani e della società civile, è arrivata martedì a Lisbona dagli Stati Uniti con il catamarano ecologico La Vagabonde. La traversata non è stata facile, a causa di varie tempeste in corso nell’oceano Atlantico e Greta, in un tweet, ha detto che sta riprendendo contatto col mondo.

Probabile il suo arrivo a Madrid per la grande manifestazione prevista venerdì e quindi qui alla COP25. La speranza è che la pressione della società civile serva a far prevalere lil bene comune del pianeta rispetto agli interessi dei singoli stati