Dopo oltre mezzo secolo l'avvoltoio degli Egizi torna a nidificare in Sicilia fra lo stupore degli scienziati

Il ritorno di questo avvoltoio sul territorio siciliano rappresenta una ottima notizia per la biodiversità dell'Isola. Un evento che ha stupito pure gli stessi scienziati.

Capovaccaio in volo.
Il capovaccaio è un rapace del Mediterraneo di piccole dimensioni, riconoscibile per il piumaggio bianco con punte nere e il volto privo di penne, color giallo acceso. È l’avvoltoio più piccolo presente in Europa.

Dopo oltre 50 anni in Sicilia è tornato a nidificare una rara specie di avvoltoio che contribuirà ad arricchire la biodiversità dell’Isola. Nelle scorse settimane, all’interno del Parco delle Madonie, è stato avvistato un capovaccaio (Neophron percnopterus), noto come avvoltoio degli Egizi.

Da queste parti l’ultimo avvistamento risale a più di 50 anni fa. Ma la cosa ancora più incredibile è la prova della sua nidificazione sul territorio isolano. Si tratta di un evento di portata straordinaria, che lascia ben sperare per il futuro.

Uno degli avvoltoi più importanti del Mediterraneo

Il capovaccaio è un rapace del Mediterraneo di piccole dimensioni, riconoscibile per il piumaggio bianco con punte nere e il volto privo di penne, color giallo acceso. È l’avvoltoio più piccolo presente in Europa, e la sua dieta si basa principalmente su carcasse animali, svolgendo un ruolo ecologico fondamentale come spazzino naturale.

Questo uccello è chiamato anche avvoltoio degli Egizi, poiché la sua sagoma compariva nei geroglifici ed era associata alla Dea Iside, simbolo di protezione e maternità.

Il primo nido in Sicilia sulle Madonie

Fra il giugno e il luglio scorso è stato individuato un primo nido di capovaccaio nel territorio delle Madonie, all’interno di una zona protetta dove è stata anche confermata la nascita di un pulcino sano.

La presenza di un piccolo conferma che la nidificazione del capovaccaio è andata a buon fine. Si tratta di un risultato importante, frutto di interventi mirati come l’attivazione di un carnaio a Isnello, una struttura dove vengono depositate carcasse di cinghiali e daini per garantire il nutrimento a grifoni e altri avvoltoi in Sicilia.

Perché è una specie a rischio?

Un tempo il capovaccaio in Sicilia era presente in maniera diffusa. Le cronache ornitologiche del secolo scorso parlavano di decine di coppie sparse tra la Calabria, la Sardegna e soprattutto sull’entroterra siciliano.

Oggi, però, si contano appena cinque coppie nidificanti in tutto il Sud Italia. Il drastico calo è stato causato da diversi fattori, fra cui la cementificazione del territorio, l’uso di veleni contro la fauna selvatica e il bracconaggio, che ha contribuito al suo declino.

Capovaccaio.
Questo uccello è chiamato anche avvoltoio degli Egizi, poiché la sua sagoma compariva nei geroglifici ed era associata alla Dea Iside, simbolo di protezione e maternità.

Negli ultimi decenni i capovaccai si erano rifugiati soprattutto nelle campagne più interne del trapanese e dell’agrigentino, dove riuscivano ancora a trovare carcasse di animali tra i pascoli.

Il ritorno sulle alte vette delle Madonie rappresenta un segnale di speranza per il futuro. Un passo in avanti per la preservazione della biodiversità dell’intera Isola.

I rischi per la conservazione della specie

Nonostante il successo, gli esperti avvertono che la ricomparsa del capovaccaio non può essere vista come un traguardo, ma come un punto di partenza. Le strategie di conservazione degli avvoltoi devono proseguire, rafforzate dal supporto di istituzioni, cittadini e comunità scientifica.

Il mantenimento del carnaio di Isnello, l’educazione ambientale e il controllo delle minacce antropiche saranno essenziali per permettere a questo straordinario rapace di espandersi sul resto del territorio siciliano, proprio come avveniva in passato.

Il ritorno dell’avvoltoio degli Egizi nelle Madonie non è solo una grande vittoria per la scienza e per la natura, ma soprattutto un’occasione per riflettere su quanto l’equilibrio ecologico sia delicato e interconnesso.