L'effetto Albedo, il potere riflettente della neve fresca

Alla scoperta dell'affascinante fenomeno dell'Albedo e della sua importanza sul clima terrestre. Che cos'è? Come agisce sul clima? Ecco qui una spiegazione.

Il potere riflettente della neve fresca appena caduta sulle fredde foreste boreali del nord Europa

Con il termine “Albedo” s’intende la frazione di luce o, più in generale, di radiazione incidente che è riflessa in tutte le direzioni. Essa indica dunque il “potere riflettente” di una superficie. L’esatto valore della frazione dipende, per lo stesso materiale, dalla lunghezza d’onda della radiazione considerata. Se la parola “Albedo” viene usata senza ulteriori specificazioni, si intende riguardare la luce visibile.

Si può misurare l'effetto Albedo?

Il valore della frazione di luce riflessa dipende, per uno stesso materiale, dalla lunghezza d’onda della radiazione considerata. L’Albedo massima è 1 (100%), quando tutta la luce incidente viene riflessa. L’Albedo minima è 0, quando nessuna frazione della luce viene riflessa.

In termini di luce visibile, il primo caso è quello di un oggetto perfettamente bianco, come per esempio la neve fresca, appena caduta e depositata sul terreno. Nel secondo caso l'esempio è quello di un oggetto perfettamente nero.

L'Albedo e la neve fresca

Non per caso il maggiore effetto Albedo osservato sulla Terra è proprio quello prodotto dalla neve fresca, circa 0,9, il cui colore bianco brillante gli permette di possedere un altissimo “potere riflettente” quando il manto nevoso è piuttosto spesso e uniforme, subito dopo una nevicata.

Proprio con l’arrivo dell’inverno e delle prime nevicate sulle aree continentali si sente spesso parlare del cosiddetto effetto “Albedo”, ben noto agli amanti del freddo e della neve. In sostanza la neve fresca, quella caduta di recente, avendo un colore bianco “brillante” è dotata di un forte “potere riflettente”.

Essa riesce a riflettere quasi del tutto la luce che gli viene scaricata addosso dal sole. Difatti in presenza di un manto nevoso piuttosto compatto e uniforme la luce solare viene quasi del tutto riflessa verso l’alto, comportandone anche la sua rapida dispersione verso l’atmosfera sovrastante.

La neve fresca essendo dotata di un colore bianco brillante ha un forte potere riflettente

Le conseguenze dell'Albedo sulle temperature

All’alto “potere riflettente” nei confronti dei raggi solari le temperature, nello strato d’aria prossimo al manto nevoso, tendono ad abbassarsi, anche su valori ben al di sotto dei +0°C in pieno giorno.

Va pero' specificato che gli effetti dell'Albedo sulle temperature si producono solo in pieno giorno. Questo perché la neve di suo è un corpo che presenta delle temperature molto basse, ben al di sotto degli zero gradi, ed è in grado di emettere radiazione infrarossa ad una certa frequenza verso l’alto.

Inoltre il manto nevoso, di suo, isolando il terreno dallo strato d’aria sovrastante contribuisce a raffreddare notevolmente quest’ultimo, soprattutto in presenza di giornate calme e serene, con scarsa ventilazione e aria secca a quote un po’ più alte, determinando dei bruschi cali termici degli strati di aria sovrastanti.

Proprio come quelli che si registrano sulle vaste aree continentali dell’Eurasia o del nord America, quando si avvicina la stagione invernale, con il graduale accorciamento delle ore di sole.

Importanza del fenomeno sul clima terrestre

Va anche precisato che l'effetto Albedo, quando inizia a prodursi di giorno, subito dopo l'avvento delle prime abbondanti nevicate, può aiutare a formare quello strato di aria molto fredda, in superficie, che poi spiana la strada alle forti inversioni termiche che solitamente avvengono sulle pianure dell’Europa, o anche sulla nostra pianura Padana, nei mesi invernali (dicembre, gennaio, febbraio).

Spesso accompagnate dallo sviluppo di densi banchi di nebbia d’irraggiamento che causano drastiche riduzioni di visibilità, anche in pieno giorno. Una caratteristica dell’inverno nelle pianure del nord Italia.

Le diversità di Albedo dei suoli innevati

Le aree innevate non hanno sempre gli stessi valori di Albedo. Ad esempio l'Albedo della Tundra artica canadese e siberiana sono molto diversi dall'Albedo di un ghiacciaio alpino, in fase di ritirata.

Questo perché quest'ultimi possono risentire dell’accumulo di particolato, che nei mesi estivi può rendere più scura la superficie del ghiacciaio. Per questo motivo l'Albedo di un ghiacciaio alpino può essere inferiore rispetto a quello registrato sulla Tundra artica canadese.

Inoltre anche le nubi hanno un loro effetto Albedo, ancora in fase di studio. Alcune nubi, come ad esempio i cirri o i cirrocumuli, presenti oltre gli 8 km di altezza, essendo costituite da piccolissimi aghi di ghiaccio, presentano valori di Albedo molto alti, fino ai 0,8 - 0,9.