Esperti in allerta per la Terra: sette limiti planetari già superati, oceani sempre più acidi. Cosa rischiamo?

Sette confini planetari su nove sono già stati superati. Oltre al clima, segnali di allarme anche da biodiversità, acqua e suolo e ora si aggiunge l’acidificazione degli oceani. Il sistema Terra è fuori equilibrio, con rischi a cascata per la nostra società.

L'acidificazione degli oceani compromette la biodiversità marina e minaccia di sbiancamento (coral bleanching) le barriere coralline. Questo problema si somma ad altre minacce per i mari, come l'abbandono di rifiuti, lo sversamento di sostanze inquinanti e la plastica e microplastiche.

Il clima è solo una delle tanti crisi ambientali in corso. Biodiversità, rifiuti, buco nell’ozono ma anche aspetti meno noti e percepibili come l’acidificazione degli oceani o l’impoverimento dei suoli sono alcuni dei temi che preoccupano gli ambientalisti e su cui lavorano gli scienziati.

Secondo alcuni questi non sono in realtà problemi ma sintomi, di un problema più grande e legato al modello di sviluppo di cui infine tutti in qualche modo facciamo parte ricevendone, almeno a breve termine, alcuni benefici che ci fanno mettere in secondo piano gli effetti collaterali.

Da diversi anni un gruppo di scienziati elabora il Planetary Health Check, un vero e proprio check up ambientale sviluppato dai ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e dallo Stockholm Resilience Centre.

Definizione dei confini planetari

I "confini planetari" sono un concetto ideato e proposto nel 2009, per identificare i punti critici di diversi settori ambientali oltre i quali le attività umane potrebbero subire conseguenze catastrofiche non solo per il pianeta ma anche per la società.

Restando dentro ai “limiti” valutati con criteri scientifici l’umanità può operare in modo sostenibile, in un ambiente sano e stabile, adatto alla vita umana.

I Nove Limiti Planetari limiti planetari considerati attualmente sono: Cambiamento climatico, Perdita di integrità della biosfera, Modifiche ai cicli biogeochimici, Cambiamento d'uso del suolo, Inquinamento da nuove entità chimiche, Ciclo dell'acqua dolce, Acidificazione degli oceani, Riduzione dello strato di ozono stratosferico, Aerosol atmosferici.

Il superamento dei limiti di sicurezza aumenta il rischio di cambiamenti ambientali drastici e irreversibili, con impatti a cascata sull’uomo e sull’economia. Furono stabiliti per la prima volta nel 2009 da un team di scienziati guidati da Johan Rockström, ecologo e ricercatore svedese ora direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research.

Dal 2023 al 2025: cosa è cambiato

L’ultimo report era uscito nel 2023 e la situazione non era certo buona. Erano sei i limiti planetari superati, in particolare erano oltre il limite di sicurezza cambiamenti climatici, integrità della biosfera e biodiversità, uso del suolo, acqua dolce, flussi biogeochimici e le “entità nuove”.

Con questo termine si includo i nuovi problemi emergenti, come la radioattività, plastica-micro plastica e altri inquinanti e gli organismi geneticamente modificati (OGM).

Restavano sotto il confine planetario o in fase non nota l’acidificazione degli oceani e gli aerosol atmosferici, mentre grazie al protocollo di Montreal del 1987 l’ozono stratosferico sembra ormai aver evitato di superare i limiti. Su acidificazione degli oceani e aerosol però, si diceva nel 2023, il limite stava per essere superato.

Il rapporto del 2025 ne da conferma: anche l’acidificazione degli oceani entra fra i confini violati. Allo stato attuale dunque 7 limiti planetari su 9 sono stati superati, restano “in sicurezza” solo ozono e aerosol.

Focus acidificazione degli oceani

Il Planetary Health Check del 2025 oltre a confermare il superamento delle sei entità fuori controllo già dal 2023 o anche ben prima, vi aggiunge un settimo elemento: l’acidificazione degli oceani, per la prima volta anch’essa fuori controllo.

Dall’era preindustriale ad oggi, il pH superficiale degli oceani è diminuito di circa 0,1 unità. Sembra poco, ma il pH è una misura logaritmica e 0.1 unità corrispondono in pratica ad un aumento del 30-40% dell'acidità. Gli ecosistemi marini sono così oltre i limiti di sicurezza, e già ne stanno già risentendo. I coralli delle medie latitudini, le barriere coralline tropicali e la fauna marina artica sono i più a rischio.

L’aggiornamento dei confini planetari del 2025 aggiunge anche l’acidificazione degli oceani fra i 7 i indicatori che sono oltre il limite di sicurezza. Immagine cortesia "Azote per Stockholm Resilience Centre, basato sull'analisi di Sakschewski e Caesar et al. 2025"

"Questa crescente acidificazione deriva principalmente dalle emissioni di combustibili fossili e, insieme al riscaldamento degli oceani e alla deossigenazione, colpisce tutto, dalla pesca costiera all'oceano aperto. Le conseguenze si ripercuotono sulla biodiversità, sulla sicurezza alimentare, sulla stabilità climatica globale e sul benessere umano", ha commentato Albert Norström , coautore del rapporto.

Dall’allarme all’azione: i confini planetari tradotti in pratica

Il concetto dei confini planetari, nato come strumento scientifico, sta gradualmente diventando un riferimento per amministratori di grandi città, aziende con visione green e anche per la finanza.

Dal modello a ciambella adottato da Amsterdam alle strategie nazionali di paesi come Nuova Zelanda e Costa Rica, e pur fra limiti e discussioni politiche anche in Europa, il quadro dei confini planetari ispira le azioni a più livelli. Anche nel mondo aziendale, le aziende stanno iniziando a sperimentare obiettivi basati sulla scienza per la natura sia al loro interno che delle loro catene di fornitura.

Abbiamo urgente bisogno di meccanismi di responsabilità più forti, in modo che gli impegni di governi e aziende si traducano in riduzioni misurabili entro i limiti planetari. Anche l'equità deve essere al centro ", afferma Tiina Häyhä dello Stockholm Resilience Centre.

La sfida è passare da iniziative frammentate a un approccio integrato, che unisca clima, biodiversità e inquinamento in un’unica visione coerente di sostenibilità.

Riferimento notizia:

Planetary Boundaries Science (PBScience). 2025. Planetary Health Check 2025. Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), Potsdam, Germany. https://planetaryhealthcheck.org