Un metodo controverso per raffreddare il pianeta: ecco come gli aerei potrebbero riflettere la luce solare
Gli scienziati esplorano da tempo l'idea di raffreddare la Terra riflettendo la luce solare nello spazio tramite l'iniezione di aerosol stratosferici. È emerso un nuovo metodo controverso per raffreddare il pianeta utilizzando gli aerei già esistenti.

L’iniezione di aerosol stratosferici (SAI, secondo l’acronimo inglese), è un metodo di intervento climatico che consiste nell’introdurre aerosol nella stratosfera per ridurre o fermare il riscaldamento globale.
Si presume spesso che, per ottenere un raffreddamento globale significativo, la SAI richieda una flotta di aerei ad alta quota appositamente progettati. In uno studio recente, gli scienziati mostrano che la SAI a bassa quota e alta latitudine è possibile con aeromobili esistenti.
Nelle zone extratropicali, dove la tropopausa è più bassa, l’iniezione stratosferica tramite grandi aerei già disponibili risulta plausibile. In un recente studio, i ricercatori hanno condotto 41 simulazioni brevi di iniezione di aerosol nella stratosfera utilizzando il modello climatico britannico UKESM, variando altitudine, latitudine e stagione.
I dettagli dell’esperimento
Ricercatori dell’University College di Londra (UCL), insieme a colleghi di Yale e dell’Università di Exeter, hanno scoperto che gli aerei commerciali esistenti potrebbero potenzialmente essere utilizzati per rilasciare aerosol a quote più basse sopra le regioni polari.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Earth’s Future, ha utilizzato simulazioni al computer per testare strategie di dispersione di biossido di zolfo, precursore delle particelle riflettenti.
Geo-engineers at the Advanced Research and Invention Agency (Aria) in the United Kingdom have allocated over $66 million to inject aerosolized particles into the stratosphere to reflect the vital light the sun provides to the Earth in a bid to hedge global warming. pic.twitter.com/eGbrA3ITMh
— Henrik ᛉ ᛏ ᛟ (@Henrik_Palmgren) 25 aprile 2025
Per ogni simulazione, sono stati diagnosticati la profondità ottica dell’aerosol e il forzante radiativo, stimando il raffreddamento globale derivante da un dispiegamento prolungato. Per altitudini fino a circa 14 km, l’iniezione alle alte latitudini massimizza l’efficienza del forzante globale. La variazione nella durata di vita degli aerosol è il principale fattore che influenza l’efficienza in funzione del luogo d’iniezione.
Un dispiegamento stagionale di SAI con iniezione a bassa quota (13 km) e alta latitudine (60° nord/sud) raggiunge il 35% dell’efficienza del forzante rispetto a una strategia a quota elevata (20 km) costante e subtropicale (30° nord/sud). Tuttavia, tale approccio comporterebbe una minore efficienza e, quindi, effetti collaterali più marcati per un determinato livello di raffreddamento. Inoltre, il raffreddamento sarebbe più concentrato ai poli, con minor efficacia ai tropici.
Questo approccio affronta minori barriere tecniche, in quanto è possibile utilizzare grandi aerei già disponibili. Ciò potrebbe implicare un aumento degli attori in grado di implementare la SAI, una possibile anticipazione della data di inizio e forse un maggiore rischio di utilizzo unilaterale.
Se l’altitudine di iniezione è inferiore a 14 km, la SAI alle alte latitudini risulta più efficiente per una dispersione annuale costante. Tuttavia, presenta svantaggi importanti rispetto a una strategia ad alta quota.
Svantaggi e possibili rischi
L’iniezione di aerosol stratosferici è una tecnica proposta per raffreddare il pianeta e mitigare gli impatti del cambiamento climatico tramite una coltre di particelle riflettenti nella parte alta dell’atmosfera, in grado di deviare parte della radiazione solare.
Anche se l’iniezione potrebbe effettivamente ridurre la temperatura globale, presenta numerosi rischi gravi e non sarebbe in grado di compensare completamente gli effetti del cambiamento climatico.
La maggior parte degli scenari prevede rilasci a 20 km di altitudine o più, oltre le capacità degli aerei commerciali esistenti, e richiederebbe lo sviluppo di aeromobili specifici progettati per questa funzione.
New study shows that cooling the planet via #SAI could be done using existing aircraft by targeting polar regions at ~13km altitude.
— Geoengineering Info (@geoengineering1) 29 aprile 2025
Though less efficient than tropical high-altitude injection, it may allow faster, cheaper deploymentbut with higher aerosol use & risks.1/10 pic.twitter.com/pd7gWiiVBy
Ciononostante, i risultati dello studio suggeriscono che la SAI potrebbe contribuire in modo rilevante al raffreddamento del pianeta anche impiegando solo aerei già esistenti, se utilizzata alle alte latitudini durante la primavera e l’estate.
Tuttavia, questa strategia polare a bassa quota presenta limiti. Le particelle rimarrebbero meno tempo nella stratosfera e, per ottenere lo stesso effetto, servirebbe una quantità tripla di biossido di zolfo, aumentando così rischi ambientali come le piogge acide.
Nonostante le criticità, i ricercatori considerano questo approccio una possibile opzione più rapida e a basso costo. Pur essendo meno efficiente rispetto all’iniezione ad alta quota nei tropici, potrebbe comunque ridurre la temperatura globale di circa 0,6 °C, un valore significativo.
Fonte della notizia:
Alistair Duffey, et al. "Low-Altitude High-Latitude Stratospheric Aerosol Injection Is Feasible With Existing Aircraft". Earth's Future, 28 aprile 2025.