Un metodo controverso per raffreddare il pianeta: ecco come gli aerei potrebbero riflettere la luce solare

Gli scienziati esplorano da tempo l'idea di raffreddare la Terra riflettendo la luce solare nello spazio tramite l'iniezione di aerosol stratosferici. È emerso un nuovo metodo controverso per raffreddare il pianeta utilizzando gli aerei già esistenti.

Gli scienziati pubblicano un nuovo metodo controverso per raffreddare il pianeta iniettando aerosol utilizzando aerei già esistenti.

L’iniezione di aerosol stratosferici (SAI, secondo l’acronimo inglese), è un metodo di intervento climatico che consiste nell’introdurre aerosol nella stratosfera per ridurre o fermare il riscaldamento globale.

Si presume spesso che, per ottenere un raffreddamento globale significativo, la SAI richieda una flotta di aerei ad alta quota appositamente progettati. In uno studio recente, gli scienziati mostrano che la SAI a bassa quota e alta latitudine è possibile con aeromobili esistenti.

Gli scienziati esplorano da tempo l’idea di raffreddare la Terra riflettendo la luce solare verso lo spazio.

Nelle zone extratropicali, dove la tropopausa è più bassa, l’iniezione stratosferica tramite grandi aerei già disponibili risulta plausibile. In un recente studio, i ricercatori hanno condotto 41 simulazioni brevi di iniezione di aerosol nella stratosfera utilizzando il modello climatico britannico UKESM, variando altitudine, latitudine e stagione.

I dettagli dell’esperimento

Ricercatori dell’University College di Londra (UCL), insieme a colleghi di Yale e dell’Università di Exeter, hanno scoperto che gli aerei commerciali esistenti potrebbero potenzialmente essere utilizzati per rilasciare aerosol a quote più basse sopra le regioni polari.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Earth’s Future, ha utilizzato simulazioni al computer per testare strategie di dispersione di biossido di zolfo, precursore delle particelle riflettenti.

Per ogni simulazione, sono stati diagnosticati la profondità ottica dell’aerosol e il forzante radiativo, stimando il raffreddamento globale derivante da un dispiegamento prolungato. Per altitudini fino a circa 14 km, l’iniezione alle alte latitudini massimizza l’efficienza del forzante globale. La variazione nella durata di vita degli aerosol è il principale fattore che influenza l’efficienza in funzione del luogo d’iniezione.

Secondo i risultati, iniettare particelle a 13 km di altitudine sopra i poli (quota raggiungibile da aerei cargo come il Boeing 777) potrebbe ancora contribuire a raffreddare il pianeta.

Un dispiegamento stagionale di SAI con iniezione a bassa quota (13 km) e alta latitudine (60° nord/sud) raggiunge il 35% dell’efficienza del forzante rispetto a una strategia a quota elevata (20 km) costante e subtropicale (30° nord/sud). Tuttavia, tale approccio comporterebbe una minore efficienza e, quindi, effetti collaterali più marcati per un determinato livello di raffreddamento. Inoltre, il raffreddamento sarebbe più concentrato ai poli, con minor efficacia ai tropici.

Questo approccio affronta minori barriere tecniche, in quanto è possibile utilizzare grandi aerei già disponibili. Ciò potrebbe implicare un aumento degli attori in grado di implementare la SAI, una possibile anticipazione della data di inizio e forse un maggiore rischio di utilizzo unilaterale.

La SAI stagionale a bassa quota e alta latitudine raggiunge il 35% dell’efficienza di una strategia subtropicale ad alta quota.

Se l’altitudine di iniezione è inferiore a 14 km, la SAI alle alte latitudini risulta più efficiente per una dispersione annuale costante. Tuttavia, presenta svantaggi importanti rispetto a una strategia ad alta quota.

Svantaggi e possibili rischi

L’iniezione di aerosol stratosferici è una tecnica proposta per raffreddare il pianeta e mitigare gli impatti del cambiamento climatico tramite una coltre di particelle riflettenti nella parte alta dell’atmosfera, in grado di deviare parte della radiazione solare.

Questa strategia a bassa quota richiederebbe una quantità tripla di aerosol rispetto alla SAI ad alta quota, aumentando i rischi di piogge acide.

Anche se l’iniezione potrebbe effettivamente ridurre la temperatura globale, presenta numerosi rischi gravi e non sarebbe in grado di compensare completamente gli effetti del cambiamento climatico.

La maggior parte degli scenari prevede rilasci a 20 km di altitudine o più, oltre le capacità degli aerei commerciali esistenti, e richiederebbe lo sviluppo di aeromobili specifici progettati per questa funzione.

Ciononostante, i risultati dello studio suggeriscono che la SAI potrebbe contribuire in modo rilevante al raffreddamento del pianeta anche impiegando solo aerei già esistenti, se utilizzata alle alte latitudini durante la primavera e l’estate.

Tuttavia, questa strategia polare a bassa quota presenta limiti. Le particelle rimarrebbero meno tempo nella stratosfera e, per ottenere lo stesso effetto, servirebbe una quantità tripla di biossido di zolfo, aumentando così rischi ambientali come le piogge acide.

Questa strategia a bassa quota richiederebbe tre volte più aerosol rispetto alla SAI ad alta quota, con un aumento dei rischi ambientali.

Nonostante le criticità, i ricercatori considerano questo approccio una possibile opzione più rapida e a basso costo. Pur essendo meno efficiente rispetto all’iniezione ad alta quota nei tropici, potrebbe comunque ridurre la temperatura globale di circa 0,6 °C, un valore significativo.

Fonte della notizia:

Alistair Duffey, et al. "Low-Altitude High-Latitude Stratospheric Aerosol Injection Is Feasible With Existing Aircraft". Earth's Future, 28 aprile 2025.