L'aereo più grande del mondo svolgerà una missione che non ha nulla a che vedere con il trasporto di passeggeri o merci
Progettato per risolvere un problema inaspettato nella transizione energetica, questo velivolo, lungo oltre 100 metri, promette di aprire nuove vie verso luoghi in cui l'accesso via terra è impossibile.

In tempi in cui l’emergenza climatica richiede creatività e infrastrutture, un’azienda statunitense propone una soluzione monumentale e dirompente: un aereo che non trasporterà passeggeri né merci, ma le pale delle turbine eoliche nei luoghi dove è quasi impossibile arrivare via terra.
Il colossale aereo si chiama WindRunner e le sue caratteristiche sono impressionanti: 108 metri di lunghezza, 24 metri di altezza e una capacità di carico di 72 tonnellate, con un volume interno 12 volte superiore a quello di un Boeing 747. Potrà atterrare su piste corte e non asfaltate, elemento chiave per raggiungere i luoghi remoti dove di solito vengono costruiti i parchi eolici.

L’energia eolica è una delle fonti rinnovabili più promettenti, ma il suo sviluppo su terraferma è ostacolato da un limite logistico: le pale delle turbine più efficienti – lunghe, sottili, progettate per catturare più vento anche a bassa velocità – non possono viaggiare lungo le rotte convenzionali. Tunnel, ponti e curve impongono un limite di circa 70 metri. Oltre, semplicemente non passano.
In mare aperto questo limite non c’è. Per questo le turbine offshore sono cresciute più rapidamente e hanno dimensioni maggiori. Ma la loro installazione è più costosa e complessa. E se fosse possibile montarle anche a terra?

È la domanda che si è posto Mark Lundstrom, fondatore di Radia. Inizialmente furono valutate alternative come droni da carico, dirigibili e sistemi modulari terrestri. Ma tutte sono state scartate per l’elevato costo, i limiti tecnici o la scarsa fattibilità su larga scala.
Il WindRunner avrà un’apertura alare di circa 80 metri, ed è stato progettato con ali alte e un carrello di atterraggio rinforzato per operare anche in aeroporti non convenzionali.
WindRunner is huge! It has 12x the payload volume of a Boeing 747-400F, a 20-foot longer wingspan, and is 127 feet longer. While the 747 needs a 9,500-foot runway, WindRunner only needs about 6,000 feet at a wind farm to deliver the largest turbines almost anywhere. pic.twitter.com/vW7CqXzUOO
— Radia, Inc. (@radiaenergy) August 20, 2024
Anche se le pale superano i 100 metri di lunghezza, il trasporto fino a un aeroporto non presenta particolari problemi, perché di solito si tratta di distanze contenute. Ma quando occorre spostare i componenti per centinaia o migliaia di chilometri, la complessità cresce e ostacoli come ponti, curve strette e gallerie rendono il viaggio impossibile.
GigaWind: l’altra faccia dell’innovazione
Radia sta già collaborando con partner come Aernnova, Leonardo e AFuzion allo sviluppo di questo velivolo, il cui primo volo è atteso prima del 2029.
Secondo uno studio citato dall’azienda, una flotta operativa di WindRunner permetterebbe di installare negli Stati Uniti una capacità aggiuntiva di 216 gigawatt entro il 2050, sufficiente a coprire fino al 40% della domanda elettrica del Paese.
La stessa analisi prevede una riduzione del 16% dei costi dell’energia e una diminuzione significativa delle emissioni: fino a 760 milioni di tonnellate metriche di CO² in meno all’anno.

“La sfida non è tecnologica, ma logistica,” ha spiegato Lundstrom in un’intervista recente. “Sappiamo già come costruire queste turbine. Quello che mancava era un modo per trasportarle.”
Per quanto possa sembrare contraddittorio usare aerei per favorire la transizione energetica, Radia assicura che ogni volo del WindRunner compenserà abbondantemente le proprie emissioni. La logica è semplice: permettendo l’uso di turbine più grandi, si produrrà più energia rinnovabile e si ridurrà il ricorso a fonti fossili più inquinanti.
Se manterrà la sua promessa, il WindRunner non sarà solo l’aereo più grande del mondo. Sarà anche un elemento chiave per liberare il vero potenziale dell’energia eolica su terraferma.