Quanto tempo potrebbe durare un conflitto nucleare su scala globale?
Ecco in quanto tempo potrebbe durare un conflitto nucleare globale prima che la Terra diventi un luogo inospitale per l'essere umano.

Quello di un conflitto nucleare rappresenta uno degli scenari più catastrofici immaginabili per l’umanità. Secondo un’analisi pubblicata dal Corriere della Sera (basata su studi scientifici e simulazioni), un conflitto nucleare globale potrebbe svilupparsi in uno spazio temporale molto ristretto, portando a milioni di morti immediate e a conseguenze a lungo termine devastanti per il pianeta e la civiltà.
Questo articolo esplora in dettaglio cosa accadrebbe in caso di guerra nucleare, analizzando le fasi di un ipotetico conflitto, le conseguenze immediate e a lungo termine dal punto di vista scientifico, e il potenziale impatto sull’ecosistema globale.
Il tempo necessario per lanciare un attacco nucleare
Secondo alcune simulazioni una guerra nucleare tra superpotenze, come Stati Uniti e Russia, potrebbe iniziare con un’escalation rapida e culminare in un attacco su larga scala in meno di un’ora.
Un attacco nucleare verrebbe rilevato dai sistemi di allarme precoce (satelliti, radar) entro pochi secondi. I leader politici avrebbero pochissimo tempo per valutare la situazione e decidere una risposta, spesso sotto pressione estrema. La possibilità di errori umani o fraintendimenti è alta, come dimostrato da incidenti storici, vedi il falso allarme sovietico del 1983.
In questa fase i missili balistici intercontinentali, con testate multiple, attraverserebbero l’atmosfera in circa 20-30 minuti. Durante questa fase, i missili raggiungerebbero lo spazio e rilascerebbero le loro testate, dirette verso obiettivi strategici, come basi militari, città, infrastrutture critiche.

Dopo circa 30-45 minuti le testate nucleari esploderebbero sugli obiettivi, causando distruzione immediata. Una singola testata moderna (con potenza di 100-800 kilotoni, rispetto ai 15 kilotoni di Hiroshima) può radere al suolo un’area di decine di chilometri quadrati. In 45-60 minuti, il mondo potrebbe subire un numero di esplosioni nucleari sufficiente a uccidere decine di milioni di persone e a distruggere gran parte delle infrastrutture globali.
Le conseguenze immediate di una guerra nucleare
Subito dopo le prime esplosioni il problema più grosso è rappresentato dalle radiazioni. Queste diffondendosi in atmosfera causano i danni più gravi, colpendo duramente il sistema nervoso, il midollo osseo e gli organi interni. Le vittime esposte a dosi elevate muoiono entro giorni o settimane.
Inoltre, in caso di esplosioni nucleari in atmosfera, si verrebbero a generare forti impulsi elettromagnetici, meglio noti come Impulso Elettromagnetico (EMP), capaci di distruggere i sistemi elettronici non schermati (computer, reti elettriche, comunicazioni).

In una guerra nucleare su larga scala, intere nazioni, se non continenti, potrebbero rimanere senza elettricità, comunicazioni o trasporti, amplificando il caos nelle società moderne dipendenti dalla tecnologia.
Conseguenze a lungo termine
Dopo l’attacco nucleare anche i luoghi, lontani migliaio di chilometri dall’epicentro del conflitto nucleare, cominceranno a risentire degli effetti a lungo termine di queste esplosioni.
Le esplosioni nucleari generano incendi su vasta scala, che rilasciano enormi quantità di fuliggine e cenere nell’atmosfera. Questa fuliggine può raggiungere la stratosfera, bloccando la luce solare per anni.
Secondo uno studio del 2019 pubblicato su Science Advances, un conflitto nucleare tra Stati Uniti e Russia potrebbe iniettare 150 milioni di tonnellate di fuliggine nell’atmosfera, causando un calo delle temperature globali di -7-10°C per diversi anni.
Questo raffreddamento improvviso distruggerebbe i raccolti agricoli, portando a una carestia globale. Si stima che miliardi di persone potrebbero morire di fame nei decenni successivi.
Distruzione dell’ozono stratosferico
Le esplosioni nucleari rilasciano ossidi di azoto che distruggono lo strato di ozono, aumentando l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV-B). Un aumento dei raggi UV danneggerebbe le colture, gli ecosistemi marini (in particolare il fitoplancton, base della catena alimentare oceanica) e causerebbe un incremento di tumori della pelle negli esseri umani.

Insomma, anche questa conseguenza diretta di un conflitto nucleare su larga scala, causerebbe un ulteriore incremento dell’indice di mortalità fra gli esseri umani. Inoltre i sopravvissuti affronterebbero traumi psicologici estremi, con un aumento di disturbi da stress post-traumatico, depressione e suicidi.
Anche un conflitto limitato avrebbe gli stessi effetti?
Anche un conflitto nucleare “limitato”, tipo uno scontro tra India e Pakistan, con l’uso di 100-200 testate, avrebbe conseguenze globali. Secondo uno studio del 2020 pubblicato su Nature Food, un conflitto regionale potrebbe rilasciare in atmosfera 5-47 milioni di tonnellate di fuliggine, causando un calo delle temperature di -1-5°C.
Ciò causerebbe una riduzione dell’attività agricola globale di circa il 10-40%, con carestie che colpirebbero centinaia di milioni di persone, soprattutto nei Paesi dipendenti dalle importazioni alimentari.
Questi studi dimostrano non solo che in caso di conflitto nucleare non esisterebbe un vincitore e un vinto, ma anche che una guerra nucleare globale rappresenterebbe la prima causa di estinzione dell’essere umano.
Fonte dell’articolo
Corriere della Sera, In caso di guerra nucleare quanto durerebbe? Appena 45 minuti, ma sarebbe un’apocalisse da milioni di morti. 8 luglio 2025.