Questo enigmatico minerale dà il nome alle Dolomiti, le montagne delle Alpi italiane famose nel mondo

Da decenni il "problema della dolomite" fa interrogare i geologi. Recentemente uno studio sembra aver gettato luce su come si forma il minerale che dà il nome alle celebri montagne delle Alpi italiane. Ecco alcune curiosità sull'enigmatica dolomite.

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L'affascinante muro delle Dolomiti, sulle Alpi italiane: queste montagne prendono il nome dal minerale dolomite che qui venne scoperto, dal geologo francese de Dolomieu.

Era il 1791 quando un geologo francese di nome Déodat de Dolomieu, dopo aver effettuato spedizioni e studi sulle Alpi, rivelò al mondo in un articolo scientifico la scoperta di un nuovo minerale.

In onore del geologo, quel minerale rinvenuto sulla catena alpina sarebbe stato chiamato 'dolomite', e la roccia che lo contiene si sarebbe chiamata 'dolomia'.

Molti decenni dopo, quel settore delle Alpi orientali italiane famoso in tutto il mondo, caratterizzato da scenografiche ed affascinanti montagne rocciose dalle forme molto particolari, proprio lo stesso luogo in cui de Dolomieu aveva trovato questi minerali, avrebbe preso il nome di "Dolomiti".

Cos'è la dolomite, il minerale che compone la roccia dolomia

Il minerale dolomite che dà il nome alle famose montagne dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, ha la seguente formula chimica: CaMg(CO3)2. Si tratta cioè un doppio carbonato di calcio e magnesio. Questo minerale si trova in percentuali superiori al 50% nelle rocce dolomie.

Le dolomie sono rocce carbonatiche molto simili ai calcari, ma si differenziano da questi ultimi per la presenza di magnesio. I calcari sono infatti caratterizzati da una abbondante presenza del minerale calcite, che ha come formula chimica Ca(CO3), simile alla dolomite ma senza la presenza di magnesio.

Calcari e dolomie sono rocce sedimentarie carbonatiche simili, che si differenziano per la presenza di due minerali diversi (anche se simili): i calcari hanno abbondanza di calcite, un carbonato di calcio, mentre le dolomie sono formate in alte percentuali da dolomite, un carbonato di calcio e magnesio.

Sulle Dolomiti italiane la dolomia abbonda, ma si tratta in realtà di un tipo di roccia carbonatica molto diffusa in tutto il pianeta.

La dolomite, un minerale "enigmatico"

Mentre da molto tempo sappiamo tantissimo sulla calcite, minerale che abbonda nelle aree carsiche (in particolare nelle grotte, dove si trova in stalattiti, stalagmiti ed altre concrezioni), e la cui formazione è riproducibile con semplici esperimenti di laboratorio, ci sono sempre stati molti dubbi sul processo di formazione della dolomite.

Negli ultimi due secoli infatti non è stato possibile ricreare in laboratorio la formazione di dolomite, ed in natura questo minerale si forma attualmente solo in alcune condizioni molto particolari.

Negli ultimi due secoli non è stato possibile ricreare in laboratorio la formazione di dolomite, ed in natura questo minerale si forma attualmente solo in alcune condizioni molto particolari. Questo è noto come il "problema della Dolomite".

Il "problema della dolomite", così conosciuto dai geologi, è reso enigmatico anche dal fatto che non si trovano oggi nel pianeta luoghi in cui la dolomite si stia formando in modo massiccio.

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Le Tre Cime di Lavaredo sono le cime più famose delle Dolomiti, in Italia.

Eppure lì dove il minerale è presente, come sulle celebri Dolomiti alpine, in Italia, i pacchi di roccia dolomia raggiungono spessori impressionanti ed indicano che il processo di formazione nel passato doveva essere massiccio.

Enigma risolto?

Per molto tempo i geologi hanno cercato la risposta a questo problema, cercando di capire come si forma la dolomite. Alla fine del 2023, la rivista scientifica Science ha pubblicato uno studio che sembra gettare luce su questo enigma dopo due secoli.

Un gruppo di ricerca composto da ricercatori dell'Università del Michigan in collaborazione con l'Università di Hokkaido in Giappone, potrebbe aver risolto questo problema identificando la necessità, per la formazione del minerale, di fluttuazioni cicliche tra condizioni sottosature e sovrassature.

Questa osservazione è coerente con il luogo in cui si osserva oggi la formazione della dolomite in natura, e cioè in ambienti costieri ed evaporativi, come le lagune.

La formazione di grandi masse di dolomite si spiegherebbe quindi soltanto con una sequenza di processi di dissoluzione e ricristallizzazione, in determinate condizioni chimico-fisiche, nel corso di tempi geologici (molto, moltissimo tempo).

Riferimenti allo studio:

Dissolution enables dolomite crystal growth near ambient conditions - https://www.science.org/doi/10.1126/science.adi3690

In italiano sulla rivista 'Le Scienze', per approfondire: https://www.lescienze.it/news/2023/11/29/news/dolomiti_impossibili_formazione_dolomia-14333112/