Le scarsissime riserve invernali di neve fanno temere una grave crisi idrica in Italia la prossima estate

La copertura nevosa di questo inverno in Italia è inferiore rispetto ai valori medi di circa il 60%. Le scarse nevicate e il precoce aumento di temperatura hanno ridotto la riserva di acqua ghiacciata su Alpi e Appennini. Ciò suscita serie preoccupazioni per una crisi idrica diffusa nella prossima estate.

Copertura nevosa
Sempre più scarsa la copertura nevosa sul territorio italiano. Credit: CIMA

La neve che durante l’inverno si accumula sulle Alpi e sugli Appennini rappresenta un’importante riserva idrica. Infatti, il graduale scioglimento, che a partire dalla primavera prosegue in estate, alimenta in modo significativo fiumi e falde sotterranee, garantendo il proseguimento, anche nei mesi estivi, di numerose attività, a partire da quelle agricole.

Tuttavia, anche questa componente del sistema climatico terrestre sta risentendo del riscaldamento globale. Le coperture nevose di anno in anno stanno riducendosi e sciogliendosi anticipatamente, così da non poter fornire una sufficiente riserva idrica per i mesi estivi.

Come si misura la quantità di manto nevoso

Lo Snow Water Equivalent (SWE) è l’unità di misura internazionale utilizzata per misurare l’entità di manto nevoso. Questa unità di misura specifica lo spessore dello strato di acqua (espresso in millimetri) corrispondente che si otterrebbe dalla fusione del manto nevoso.

Snow Water Equivalent
Rappresentazione del concetto di Snow Water Equivalent, cioè l'equivalente in acqua della neve sciolta. Credits: Avalanche.org

L’utilità di questa misura consiste nello stimare le riserve d'acqua “congelate” nel manto nevoso o ghiacciato accumulatesi durante la stagione invernale e successivamente disponibili come riserva idrica per le successive stagioni, l’estate in particolare.

Maggiore è lo Snow Water Equivalent maggiore è la corrispondente riserva idrica.

Lo Snow Water Equivalent viene misurato con una combinazione di misure “in situ”, quindi con dispositivi posizionati a terra e che misurano lo spessore dello strato nevoso, sia dallo spazio con satelliti che operano alle lunghezze d’onda delle microonde e le cui misure sono calibrate con dati da terra.

La riserva di acqua viene calcolata separatamente per le diverse aree geografiche, per le Alpi, gli Appennini, ma anche globalmente per tutta la penisola.

Lo SWE cambia durante il corso dell’anno ed oscilla tra valori minimi in estate (quando la copertura nevosa è minima) e valori massimi a fine inverno quando la copertura nevosa raggiunge il valore massimo.

Che lo SWE cambi stagionalmente è assolutamente naturale e nulla ha a che fare con il cambiamento climatico. Ciò che è invece direttamente legato al cambiamento climatico è che di anno in anno il valore di SWE diventi sempre minore.

La copertura nevosa sempre più scarsa.

Le osservazioni mostrano come con il passare degli anni la riserva idrica “congelata” nel manto nevoso stia gradualmente diminuendo. Ad ogni successivo inverno diminuisce la copertura nevosa e si anticipa il suo scioglimento, di conseguenza, diminuisce la disponibilità idrica per le successive estati.

Snow Water Equivalent
Le linee arancione e azzurra mostrano il livello medio di riserva di acqua ghiacciata in Italia agli inizi del 2024 e nel 2023, rispettivamente, confrontati con il valore medio (linea grigia) del periodo 2011-2022. Credit: CIMA

La scarsezza sempre maggiore di neve ha un impatto critico sui fiumi che dallo scioglimento primaverile delle nevi si alimentano. Ricordiamo, ad esempio, il fiume Po tra quelli la cui portata dipende dalla copertura nevosa alpina. Ma, su piccola scala, anche la copertura nevosa dell’Etna ha le sue conseguenze nel rifornimento delle riserve idriche delle aree limitrofe, prima di tutte la piana di Catania, un’area ad alta produzione agricola.

Scrive il dottor Francesco Avanzi del CIMA:” Il fiume Simeto, il principale della Sicilia Orientale, registra un deficit SWE del -61%, perché dopo le prime nevicate di gennaio, l’innalzamento delle temperature ha portato ad uno scioglimento anticipato delle nevi”.

Il CIMA Centro Internazionale per il Monitoraggio Ambientale è un'organizzazione di ricerca che si occupa dello studio, della previsione e della prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici come inondazioni, incendi boschivi, siccità e perdita di biodiversità terrestre e marina.

I numeri forniti dalla fondazione CIMA sono drammatici. Nel mese di Febbraio si registra un deficit del -64% sul territorio nazionale, con valori del -63% per le Alpi, -61% per il Po, -52% per l’Adige, -34% per il Tevere.

Deficit
Deficit nella copertura nevosa alpina nella prima settimana di febbraio. Il diffuso colore giallo indica le zone in cui la copertura nevosa significativamente inferiore alla media del periodo. Credits: Copernucus Emergency management System

Questi deficit sono conseguenza della ridotta precipitazione nevosa durante i precedenti mesi invernali e delle temperature ben sopra la media stagionale che hanno anticipato lo scioglimento delle stesse coperture nevose.

La graduale riduzione dello Snow Water Equivalent, insieme agli altri indicatori climatici, mostra quanto numerosi siano gli aspetti del sistema climatico terrestre, e a seguire della nostra vita e delle nostre attività produttive, che risentono (e risentiranno sempre più) del riscaldamento globale.