Un secondo in meno: lo scioglimento delle calotte polari sta rallentando la velocità di rotazione del pianeta

Una nuova ricerca suggerisce che lo scioglimento del ghiaccio antartico ha conseguenze sulla velocità di rotazione planetaria e che è necessario discutere su come regolare l’ora standard “UTC”.

orologio fuso orario
Come bisognerà impostare l'ora in futuro?

Nell’era digitale, dove la precisione temporale è cruciale per il funzionamento di internet, delle telecomunicazioni e dei mercati finanziari, la crisi climatica ci presenta una sfida davvero inaspettata: lo scioglimento dei poli sta rallentando la rotazione del pianeta e influenzando il Tempo Coordinato Universale (UTC), il riferimento temporale globale.

Lo studio del dottor Duncan Carr Agnew dell'Università della California, San Diego, pubblicato su Nature, ha scoperto che lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e in Antartide ha accelerato la riduzione della velocità angolare della Terra. Ciò significa che il pianeta impiega un po’ più tempo per ruotare sul proprio asse, interrompendo il ritmo naturale del tempo noto come UT 1.

UT 1, noto anche come Tempo Universale 1, è un tempo standard basato sulla rotazione terrestre. Fondamentalmente, registra quanto tempo impiega la Terra per completare una rotazione completa rispetto alle stelle distanti.

L'UTC, base della sincronizzazione globale, si basa sulla precisione degli orologi atomici (TAI), ma viene adattato alla velocità di rotazione terrestre (UT1) inserendo quando necessario i "secondi intercalari". Questi secondi extra, aggiunti alla fine di una giornata di giugno o dicembre, consentono la coincidenza del tempo atomico e terrestre.

L'impatto meno immaginato porta nuovi problemi

Tuttavia, lo scioglimento dei poli sta cambiando le regole del gioco. La perdita di massa ai poli e la sua ridistribuzione verso l'equatore sta rallentando la rotazione terrestre, ritardando la necessità del secondo intercalare.

Per regolare entrambi gli orologi è stato necessario, a più riprese, a partire dal 1972, aggiungere un secondo intercalare, cioè far durare un determinato minuto 61 secondi.

Agnew stima che, a causa di questo effetto, il secondo intercalare negativo, originariamente previsto per il 2026, potrebbe essere ritardato fino al 2029. Sebbene un secondo possa sembrare un cambiamento insignificante, nel mondo digitalizzato di oggi, dove le reti e i sistemi finanziari dipendono da una sincronizzazione molto precisa, un secondo in più o meno può avere conseguenze importanti.

disgelo, antartide
La fusione dei ghiacci ridistribuisce la massa del pianeta in modo diverso

“Se deciso, sarebbe la prima volta nella storia che verrebbe applicato un secondo intercalare negativo, quindi sarà difficile garantire che tutti i computer interconnessi del mondo possano rimanere sincronizzati”, spiegano gli esperti.

Un dilemma globale: secondo intercalare positivo o negativo?

La comunità scientifica dibatte ancora se il secondo intercalare negativo sia la soluzione migliore. Alcuni esperti temono che l'interruzione della sincronizzazione globale che questo cambiamento causerebbe potrebbe causare errori e problemi nei sistemi informatici.

Lo studio indica che lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e Antartide potrebbe aver ridotto la velocità angolare della Terra più rapidamente di prima.

D’altra parte, mantenere la sincronizzazione senza modificare l’UTC potrebbe generare uno spostamento graduale tra l’ora atomica e quella terrestre, con potenziali ripercussioni a lungo termine.

Oltre il tempo: una nuova sfida del cambiamento climatico

Anche se il rallentamento della Terra può sembrare un problema minore rispetto ad altri effetti del cambiamento climatico, questo fenomeno ci ricorda la portata globale della crisi ambientale. Lo scioglimento polare non solo innalza il livello del mare, ma modifica anche la rotazione del pianeta, evidenziando la profonda influenza che l’attività umana ha sul sistema Terra. Mentre la comunità scientifica cerca soluzioni a questa nuova sfida, l’aumento delle temperature ci costringe a riconsiderare la gestione del tempo su scala globale.

Riferimento alla notizia:

Agnew, DC Un problema global de cronometraje pospuesto por el calentamiento global. Nature (2024). https://doi.org/10.1038/s41586-024-07170-0